Un festival per racconti di parole e di mani

Raccontare storie, leggere un libro a voce alta, ma anche fare chiacchiere e divagare insieme ai propri figli sono modi intensi di comunicare, momenti significativi che lasciano il segno nella memoria e nella vita di un bambino. I cinque minuti che un papà o una mamma dedicano una volta ogni tanto al racconto di una storia possono incidere più di ore e ore di televisione. Perché il genitore, nel raccontare, parla di sé, del piacere di essere lì, dei suoi giochi, delle sue fantasie, delle sue emozioni. Le parole volano nell’aria e, dietro alle immagini della storia, l’adulto rivela aspetti della propria vita. La vita quotidiana di questi nostri tempi è complicata, veloce, debordante di immagini, sollecitazioni e storie, carica di problemi e pressioni: gli adulti, spesso, sono in difficoltà, si sentono sprovvisti di strumenti o inadeguati a proporsi o intervenire con i bambini. Da queste considerazioni è nato il festival “Leggero Elefante” di Cesena: quattro pomeriggi di iniziative per famiglie con bambini da 2 a 10 anni. Sono state giornate dedicate a narrare, a esplorare nell’arte, nell’archeologia, nelle immagini e a fare concretamente qualcosa con le mani: costruire, dipingere, scavare, modificare materiali e oggetti, creando qualcosa di nuovo. Il format giornaliero comprendeva incontri attivi, piccoli spettacoli, mostre animate, ma, soprattutto, laboratori: vere avventure di progettazione e realizzazione con le mani. Il tema del festival era la narrazione, un tema da cui si è divagato, cercando ambiti e percorsi non ordinari che offrissero esplorazioni e manipolazioni insolite: ai bambini e agli adulti.

W. Benjamin dice che le mani sono lo strumento attraverso il quale si dà corpo tridimensionale alle parole: sono la forza della narrazione e l’uomo occidentale – che sta abbandonando l’uso delle mani, favorendo abilità come diteggiare su una tastiera e guardare il mondo e ogni cosa nella bidimensionalità di uno schermo – è destinato a perdere la tridimensionalità delle parole e dunque la capacità di narrare.

Se è difficile pensare ad un uomo senza narrazione, è quasi un incubo pensare ad un’infanzia senza narrazione. E senza mani. Così abbiamo scelto questo territorio per il “Leggero Elefante”: un festival della parola narrata, dell’ascolto, delle mani. Alcuni segnali di questa prima edizione. I contenuti, il format, la finalità di “Leggero Elefante” hanno esercitato da subito un’attrattiva forte: “era una manifestazione che ci voleva: ci dà idee da sperimentare anche in famiglia nel corso dell’anno” è stato il commento quasi unanime. I partecipanti hanno guardato alla sostanza delle proposte, apprezzando la sobrietà negli allestimenti, nella segreteria, nei manifesti e in tutti gli aspetti esteriori. Come è stato apprezzato lo stile di comunicazione colloquiale, a voce umana, senza amplificazioni ed acustica rimbombante. Il sito internet e la posta elettronica si sono confermati strumenti informativi eccellenti. Il tam-tam delle famiglie ha fatto il resto.

Anche i numeri sono stati di grande soddisfazione. Un esempio: i 20 laboratori a numero chiuso hanno visto 493 partecipanti, 50% adulti e 50% bambini.

Di Claudio Cavalli
Autore e conduttore di albero azzurro uno dei programmi
più significativi della televisione per i ragazzi.


 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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