Il fabbisogno energetico di oggi e di domani

Ci sono miliardi di persone che non hanno la disponibilità sicura e costante di una fonte di energia primaria. La legittima aspirazione a migliori condizioni di vita spinge con forza la domanda di energia.

Forse non tutti sanno che oggi ci sono ancora 4 miliardi di persone che non hanno la disponibilità sicura e costante di una fonte di energia primaria. La legittima aspirazione a migliori condizioni di vita spinge con forza la domanda di energia. La IEA stima che nel 2030 il mondo avrà bisogno di 17,7 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (+55% rispetto agli 11,4 Mld). Dati sicuramente importanti e in parte preoccupanti, che mettono i temi energetici al centro del dibattito internazionale e con un’importanza rilevante per l’opinione pubblica, data la loro valenza politica, sociale, economica ed ambientale. La crescente domanda di energia a costi sostenibili si scontra con la necessità di combattere il cambiamento climatico in un contesto di continua crescita del costo delle materie prime. I combustibili fossili contribuiscono oggi per circa l’80% ai consumi energetici globali ed europei e si stima che al 2030 tale percentuale resterà sostanzialmente invariata. in Europa, inoltre, il fabbisogno di combustibili è coperto al 62% dalle importazioni, provenienti in massima parte da un numero limitato di Paesi ad alto rischio geopolitico.

È’ necessario dunque – per l’Unione Europea e l’Italia in particolare – differenziare il più possibile sia i Paesi fornitori, sia le fonti energetiche, al fine di minimizzare il rischio geopolitico dell’approvvigionamento e aumentare l’efficienza energetica dei consumi per contenere il fabbisogno complessivo. E’ per questo che oggi si parla sempre di più di risolvere un’“equazione energetica”, che consiste nell’assicurare forniture sufficienti, compatibili con l’ambiente, ad un costo inferiore.Per vincere questa sfida non esiste un’unica soluzione ma è necessario un approccio integrato, che vada sulla diversificazione delle fonti (tenendo in considerazione anche il ritorno al nucleare nel nostro Paese, in linea con quanto previsto del nuovo governo), sullo sviluppo di nuove tecnologie per l’utilizzo di fonti fossili tradizionali, su politiche di efficienza energetica e su un grosso sviluppo delle energie rinnovabili, con investimenti in nuove frontiere quali l’idrogeno. Oggi l’Italia produce circa il 20% della sua energia da fonti rinnovabili, ma, soprattutto, grazie all’energia idroelettrica che sfrutta l’acqua dei nostri grandi bacini.

Un grosso sviluppo alle fonti alternative potrà venire dal vento, soprattutto e dal sole. L’innovazione tecnologica, con progetti all’avanguardia, potrà sicuramente dare una grossa mano. Questo anche per tentare di raggiungere gli ultimi obiettivi indicati dall’Unione Europea (20% in meno di emissioni di CO2, 20% in più di rinnovabili, 20% di efficienza energetica). Un importante sviluppo è sicuramente legato ai progetti di cattura e sequestro della CO2, a cui Enel e altri operatori stanno attivamente lavorando, che può risolvere il problema delle maggiori emissioni di CO2 legato all’utilizzo dei combustibili fossili. Questi continueranno, infatti, ad essere una delle chiavi fondamentali per soddisfare la domanda mondiale di energia primaria. Dal 2002 sono stati avviati programmi di ricerca per contribuire alla dimostrazione della validità industriale di tutte le tecnologie applicabili. E’ stata quindi fondata la ZEP (Zero Emission Platform, che riunisce tutti le principali società elettriche europee), nel cui ambito in Italia è in progetto la costruzione di due impianti pilota e due impianti dimostrativi di cattura e sequestro dell’anidride carbonica, che daranno il via a future centrali senza camino.

Tutto entro il 2015, una prospettiva quindi non troppo lontana. Sul fronte delle rinnovabili, parlando per esempio di eolico, in Italia c’è ancora una situazione complessa, soprattutto dal punto di vista autorizzativo, con molte Regioni che più o meno esplicitamente hanno messo in atto una sorta di moratoria. Le resistenze dalle istituzioni locali e dalle associazioni ambientaliste continuano ad essere parecchie. Nonostante questo, molte aziende hanno deciso di investire molto in questa direzione: Enel, per esempio, ha da poco rinnovato il suo impegno per l’ambiente, con un piano da 7,4 miliardi di euro dal 2008 al 2012 per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e di progetti innovativi. Conta di passare dai 315 MW installati a fine 2007 a 1.490 MW nel 2012. E si muove anche sul fronte dell’eolico off-shore, cioè in mezzo al mare. L’azienda ha depositato il progetto del primo campo eolico marino nel Mar Mediterraneo: 115 generatori di grande taglia nelle acque del Golfo di Gela, che daranno elettricità a 390.000 famiglie, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per circa 815.000 tonnellate annue.

Un altro progetto in via di realizzazione, di cui Enel è pioniera, è quello della costruzione della prima centrale elettrica a idrogeno a livello mondiale, a Fusina, in provincia di Venezia, la cui entrata in servizio è prevista per il 2009. Anche il fotovoltaico, con il nuovo conto energia che consente detrazioni fiscali, finanziamenti e la possibilità di rivendere l’energia autoprodotta e non consumata, ha ottime possibilità di sviluppo, soprattutto sul fronte del mercato domestico. Sul solare termodinamico, è in fase di attuazione il progetto Archimede, che Enea ed Enel realizzeranno in Sicilia, a Priolo Gargallo, un impianto sperimentale che sarà in grado di utilizzare l’energia dal sole anche di notte o quando il cielo è coperto. Sempre sul fronte innovazione, da segnalare la piattaforma europea per lo sviluppo delle cosiddette “Smart Grids”, le “reti intelligenti”: reti elettriche simili ad internet in cui i differenti utilizzatori, interrogandosi e scambiandosi le necessarie informazioni, potranno definire localmente i flussi di energia, nel rispetto dei vincoli tecnici e di sicurezza.

Gianluca Comin
Relazioni Esterne ENEL – Ente Nazionale per l’energia ELettrica 

 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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