Come sarà il mondo dei digitali nativi?

Nello stesso momento un nativo digitale scambia sms, ascolta l’ipod, lavora su un PC con più finestre attive e, ogni tanto, anche alza la cornetta del telefono. I loro fratelli più grandi possiedono un cellulare ( il 90 %) utilizzano internet  per fare ricerche (il 50 %), leggono un libro non scolastico in un anno e dedicano un’ora e 40 allo studio al giorno.  La dimensione digitale sarà una delle componenti costitutive del XXI secolo e dobbiamo aiutare i nostri figli a diventare meri consumatori passivi di informazioni, media, hardware e software

Certo è strano partire da J.R.R. Tolkien, lo scrittore inglese studioso di miti e leggende, per arrivare a fare un ragionamento compiuto. Ma le cose strane sembrano sempre le più affascinanti. Tempo fa mi sono imbattuto in un pensiero di questo narratore diventato famoso per Il Signore degli Anelli ,su un argomento che apparentemente sembra lontano anni luce dai suoi interessi. Scrive Tolkien: “Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono uno sbaglio: nel senso che quasi certamente (in un mondo più perfetto, o anche un mondo con un minor numero di preoccupazioni di quante ce ne siano in questo, assai imperfetto) entrambi i coiniugi potrebbero dimostrarsi compagni più accettabili. Ma la vera anima gemella, anche se può sembrare strano, è quella con la quale siete sposati“. Eppure in pochi lo hanno ascoltato, visto che i dati italiani dicono che della metà delle coppie  scelgono dopo qualche anno la via della separazione. Loro sono i genitori di figli che crescono attaccati alla rete, nel senso del web. Tempo fa vi abbiamo rivelato l’esistenza dei digitali nativi, bimbi da 8 a 11 anni che riescono a fare più cose contemporaneamente, di questa nuova generazione ipertecnologica che legge poco e telefona tanto, che studia non tantissimo ma chatta, va su internet e manda sms e mms.

I fratelli più grandi dei digitali nativi, come emerge da una ricerca Doxa dello scorso anno, possiedono un cellulare (i dati parlano di percentuali che superano il 90 %) e il 50% utilizza internet per fare ricerche, legge un libro non scolastico in un anno e dedica un’ora e 40 allo studio. Amano Moccia e i suoi lucchetti e spendono da 50 a 70 euro al mese. E soprattutto emerge che i genitori provano a fare i loro amici e spesso mamma e papà sono separati o divorziati. E quanto afferma il Magnifico Rettore dell’Università di Udine, professor Furio Honsell ora sindaco d Udine, riflette perfettamente sia i fratelli più grandi che più piccoli: “Sono i giovani, i nostri figli, saranno le future generazioni”. Lesile Lamport, guru dell’informatica, si vantava il secolo scorso di essere capace di masticare chewing gum e contemporaneamente programmare digitando sulla tastiera. Ben poca cosa rispetto a quanto fa quotidianamente un nativo digitale, che contemporaneamente scambia sms, ascolta l’ipod, lavora su un PC con più finestre attive: una in videochiamata skype, alcune in modalità chatting, altre che presentano videogiochi interattivi, su una scorre un video, altre sono discussion groups. Ogni tanto anche alza la cornetta del telefono.

La mia generazione aveva inventato la multimedialità come potenzialità di utilizzo di media di natura diversa. Non pensava che la già la generazione successiva avrebbe utilizzato tutti questi media CONTEMPORANEAMENTE. L’era della comunicazione permanente, multicanale, multitasking pretende i nostri piccoli, e i loro futuri piccoli …La dimensione digitale sarà una delle componenti costitutive del XXI secolo. Dobbiamo cercare di aiutarli, a non farli diventare meri consumatori passivi di informazioni e media e hardware. Ma attivi, consapevoli, partecipativi, responsabili protagonisti creatori del loro futuro… Possiamo aiutarli a conoscere meglio se stessi! Ma prima dobbiamo conoscere meglio noi stessi. E la Senatrice Livia Turco, da Ministro della salute, rileva proprio a proposito di questo tema ”l’importanza della famiglia nella crescita e nell’educazione dei ragazzi. Ma anche la scuola ha e deve avere un ruolo di primo piano nella socialità e nella relazionalità dei ragazzi. Ed è proprio nella collaborazione più stretta tra questi elementi del capitale sociale, scuola e famiglia,  con il coinvolgimento anche di altre istituzioni pubbliche, dalla salute allo sport, che occorre investire per una nuova politica di sensibilizzazione e promozione di nuove “finestre” di interesse e crescita sociale e culturale dei nostri ragazzi. Una sinergia per rispondere alle esigenze e ai cambiamenti che la crescita richiede e che ci impone di mantenere sempre alta l’attenzione e la capacità di ascolto rispetto a un mondo, quello dei giovani, che è nostro dovere ascoltare e comprendere”. E’ incredibile come quello che vale per i digitali nativi da 8 ad 11 anni, vale anche per un’altra fascia d’età molto complessa come quella dai 14 ai 18 anni. I genitori sia nell’uno che nell’altro caso giocano un ruolo fondamentale. Ma forse si sentono troppo amici dei loro figli. Si confidano con loro. Cercano il dialogo e finiscono per eliminare le barriere tra l’età dei grandi e quella dei ragazzi. Si potrebbe concludere dicendo che i tempi sono cambiati, che la generazione digitale non è molto diversa dalla nostra che invece è cresciuta a pane, radio e tv. Oggi gli adolescenti digitali vivono tra “infanzia e futuro”, sospesi, come sostengono gli esperti. Poi come si fa sempre in questi casi la colpa o il merito di come sono e saranno i nostri figli è della società.  Ci ripetiamo tutti, quasi come fosse una litania: “questa è la società, che possiamo farci?” Così ci siamo tolti il pensiero… Ma come sostiene il filosofo americano, George Santayana: “La società è come l’aria, è necessaria per respirare, ma non si può vivere solo d’aria”. Ai genitori degli adolescenti digitali e dei digitali nativi l’ardua sentenza…

Francesco Pira
Prof.Aggr.
-Docente di Comunicazione Pubblica e Sociale
e Relazioni Pubbliche – Ricercatore di ruolo
 in Sociologia dei processi culturali e comunicativi
-Direttore della Web Radio d’Ateneo
Università degli Studi di Udine

 

 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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