Psicofarmaci “fai da te”

Se la scuola causa stress i genitori ricorrono sempre meno a vitamine e zabaione per somministrare pasticche. Lo stesso accade quando i figli sono iperattivi, in una spirale di sostanze non sempre innocue somministrate senza ricorrere al parere dello specialista

Da oltre 30 anni esercito come psicoterapeuta, non sono mai stata contraria all’uso di farmaci mirati. Qualora ce ne fosse bisogno, ho sempre avuto farmacologi o specialisti medici con cui consultarmi e a cui inviare il paziente in caso io evidenzi la necessità di un supporto farmacologico, oppure rinvio la presa in carico se chi chiede il mio intervento è sotto psicofarmaci da tempo e quindi ha bisogno di uscire gradualmente da una dipendenza spesso legata a farmaci da accumulo. In modo strisciante si è invece inserita, nella fascia tipica dei pazienti minori, il ricorso, attribuibile molto spesso alla cerchia familiare o a pubblicità mediatiche, del “fai da te”. Sotto stress per la scuola? Non più la vitamina, lo zabaione, ma qualcosa che con un atto magico e privo di responsabilizzazione, quale la pasticca onnipotente, (ecco 2 blister di x) e… tutto passa! Questo molto spesso si inserisce nell’oscuro alibi del vantaggio secondario, in quanto contestualizzare l’origine del problema richiede tempo, disponibilità all’ascolto, comunicazione, relazione, vuole dire più presa di coscienza e assunzione di responsabilità in coloro i quali hanno il dovere di vigilare sulla salute del minore. Già una decina di anni fa mi espressi sul pericoloso aumento di patologie psicosomatiche in fasce d’età insospettabili e sempre più precoci, anche in bambini delle scuole materne c’era l’insonnia ed ecco il blando sonnifero pediatrico, non più la camomilla o il biancospino.

Il bambino è difficile, è iperattivo, la peste della classe: ecco il sedativo perché questo è più privato e meno stigmatizzante del portare il minore dallo psicologo, che ancora nell’immaginario comune stigmatizza il figlio come un portatore di problemi e quindi un accusatore del disagio della struttura familiare. La stessa molto spesso obbliga il minore, essendo di fatto nel suo potere, a prendere farmaci che preservino, nell’apparenza, la tranquillità del contenitore concentrico, famiglia, scuola, comunità. Purtroppo vi è la stessa ambivalenza nell’ignorare ed osteggiare il farmaco che può essere transitoriamente utile in una situazione, magari silente e non rilevata in tempo, di caduta del tono umorale, di astenia, di obesità, di depressione, di alopecia, di anoressia, dovuta al fatto che molto spesso si sottovalutano i segnali e gli indicatori del corpo (“Il corpo rivela” di Ron Kurtz e Hector Prestera) usando la scaramantica frase “è tutta colpa dei capricci, o dell’età”. Così nel fai da te adolescenziale, si è giunti all’emergenza dell’uso e abuso di droga, magari enfaticamente definita “leggera”, risolve in fretta…ma crea danno nel futuro! Questo forse è un altro discorso, o forse è lo stesso, nell’epoca del presto e subito. Spesso per uscire dalla solitudine si entra ancor più nella solitudine della delega all’aspettativa magica risolutiva del farmaco…e questo non è giusto perché ne viola l’etica sostanziale, il farmaco ha in sè il mandato della cura. Spero e penso che queste modalità possano essere recuperate all’uso consapevole e responsabile del farmaco, perché generate dalla confusione e dalla scarsa informazione su prevenzione, utilizzo ed effetti secondari dello stesso, possibile soluzione inseribile in progetti pedagogici, ossia formatori di cultura, quest’ultima permette il riconoscere del conflitto e della solitudine anche attraverso la comprensione di ciò che il corpo rivela, forse perché io credo nell’assioma della medicina psicosomatica “il corpo fa ciò che la mente vuole”.

Maria Rosa Dominici
Psicoterapeuta, consigliere onorario
Corte d’Appello Bologna, sezione minori,
Membro della New York Academy of Sciences

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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