Democrazia: esportarla o costruirla?

Uno sguardo sul processo di pace in R.D.Congo

Un seminario che parte dall’esperienza degli osservatori internazionali che hanno seguito il processo di pace in Congo, per discutere dei vari modelli di risoluzione dei conflitti e di costruzione della democrazia nelle zone calde del pianeta. Un dibattito che parte da una provocazione: la democrazia si esporta o si costruisce? Ne hanno discusso gli osservatori internazionali: Lisa Clark, Beati i costruttori di pace – Stefano D’Errico, Università di Firenze – Shalom Emilio Lonati, Fim Cisl – Eugenio Melandri, Chiama l’Africa – Lapo Pistelli, parlamentare europeo.
Processo di pacificazione e democratizzazione in Congo
Il ballottaggio presidenziale alle elezioni del 29 ottobre 2006
Dalla fine della guerra mondiale africana alla trasformazione in una repubblica presidenziale?

Il 29 ottobre la Repubblica democratica del Congo voterà per il secondo turno delle presidenziali dopo la tornata elettorale dello scorso luglio. Al ballottaggio l’attuale presidente di transizione Joseph Kabila e l’ex signore della guerra Jean Pierre Bemba.  L’attuale Presedente Kabila, il capo di stato più giovane del mondo con i suoi 35 anni,  si è fermato al 44,81%, il suo ex nemico nella guerra civile nonché vice nel governo transitorio Jean-Pierre Bemba ha raggiunto invece quota 20,03%.  Un processo elettorale, quello che si svolge in questi mesi in Congo, particolarmente atteso e importante che ha visto la partecipazione di numerosi volontari italiani nel ruolo di osservatori. A Firenze presso la sede dell’associazione Imput,  venerdi’ 13 ottobre ne hanno discusso  gli studenti del corso di laurea “ Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti” organizzando una tavola rotonda  con la partecipazione di Lapo Pistelli, parlamentare europeo della Margherita, di Lisa Clark dell’associazione “Beati i costruttori di pace”, di Eugenio Melandri dell’associazione “Chiama l’Africa” , di Emilio Lovati di Fim Cisl , della professoressa Giovanna Ceccatelli Gurrieri, docente all’Universita’ di Firenze e dell’avvocato congolese Joseph Masumu Nzimbala.

L’incontro  si e’ aperto con la proiezione di un filmato realizzato dai volontari e commentato da Stefano D’Errico dell’associazione Shalom,  ed ha rappresentato  l’occasione per fare il punto  sull’evoluzione  della situazione in Congo dopo  10 anni di violenze e saccheggi.e riflettere  su come “ il percorso democratico debba evolversi “ senza imposizioni esterne della Comunita’ internazionale. La democrazia si puo’ esportare o “imporre” dall’esterno?  La risposta degli intervenuti e’ stata unanime: “non funziona l’esportazione forzata della democrazia”. Il messaggio che viene da Firenze e’ chiaro: “Il nostro compito e’ quello di aiutare il dialogo inter-congolese che faticosamente cerca di decollare.  Abbiamo continuato ad appoggiare il processo di transizione e ora vogliamo dare il nostro piccolo contributo a questa nuova fase” spiega Lisa Clark: “I nostri amici laggiù ci chiedono un aiuto per far sì che il voto sia il più libero possibile. Siamo accreditati dalla commissione elettorale congolese. Andremo nelle zone turbolente dell’est perché lì la nostra presenza può essere un deterrente contro possibili brogli o violenze.”

 Uomini e donne del Congo sono consapevoli che il voto è solo il primo passo di un lungo e difficile cammino ma sanno che questa è un’occasione attesa da tempo e bisogna non vada sprecata. Forse gli occhi del mondo, chiusi su un genocidio lungo più di un secolo, dovrebbero aprirsi su questa speranza.

Per leggere la relazione completa del convegno: www.socialnews.it

Marco Matteucci
Analista elettorale, specialista dei mercati azionari internazionali, Analista e Giornalista finanziario

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