Dalla parte del “punto di vista bambino”

Vi sono raccomandazioni europee, indicazioni del Comitato internazionale per i diritti dell’infanzia, documenti e mozioni di enti, istituzioni, associazioni e prese di posizione di autorevoli personalità che caldeggiano la realizzazione di tale figura, che potrebbe concorrere ad una riforma della giustizia minorile

Anche in questa legislatura, come già nella precedente, il percorso legislativo che avrebbe dovuto condurre all’istituzione del Garante nazionale per l’infanzia si è arenato ed oramai pare certo che non ci saranno i tempi per giungere alla sua approvazione. Nonostante ciò il grado di maturazione del lavoro di riflessione condotta in ambienti scientifici legati cultura dei diritti dei minori, sulla proposizione di una legge nazionale per l’istituzione di un garante per l’infanzia nazionale è giunto ad un livello piuttosto alto e largamente condiviso.

Vi sono raccomandazioni europee, indicazioni del Comitato internazionale per i diritti dell’infanzia, documenti e mozioni di enti, istituzioni,associazioni nonché prese di posizione di autorevoli personalità che caldeggiano la realizzazione di tale figura che potrebbe concorrere e non già essere d’ostacolo, ad una riforma della giustizia minorile.

Purtroppo si nota che il dibattito tra le forze politiche in parlamento sulla figura del Garante prende quota proprio mentre più alto è il confronto sul futuro dei Tribunali per i minorenni. A volte questa polemica si orienta sull’accentuazione della esigenza di riformare la legislazione carente o gli aspetti di procedura, altre volte si concentra sulle competenze del Tribunale per i minorenni. Anche se fondamentale, la questione della giustizia minorile, che si è cristallizzata in un duro scontro politico e parlamentare, non  esaurisce il problema della riforma del sistema della tutela dei diritti dei minori a cui necessariamente si connette la figura del Garante. Esso infatti potrebbe rappresentare quella integrazione tra la tutela giurisdizionale e quella non giurisdizionale che si deve realizzare al più presto anche nel nostro paese.

Oramai infatti mentre stanno crescendo le regioni che si dotano di figure di garanzia, manca una legislazione nazionale che assicuri la risoluzione di alcuni problemi delicati e cruciali in ordine all’effettività dell’attività di tale sistema di tutela. Solo una posizione “datata” può oggi ritenere che la tutela dei diritti dei minori passi in via esclusiva dalla giustizia minorile, per cui riformando quella si dovrebbero risolvere tutti i problemi che ne derivano. Non sono questioni che concernono la giustizia minorile i problemi dell’esercizio dei diritti dei minori di fronte alla salute, la scuola, il lavoro, la televisione, cioè momenti ordinari della vita in cui si giocano però rilevanti aspetti dei diritti all’educazione, alla libertà di espressione, alla partecipazione ai processi decisionali, e via dicendo. Rimane carente il tema della rappresentazione dei minori nel processo quando questi sia vittima dell’adulto ma non ci si trovi nei percorsi della giustizia minorile, bensì di quella adulta. Per comune esperienza e semplice constatazione, il nostro processo penale è molto garantista nei confronti dell’imputato, ma non altrettanto verso la vittima del reato stesso e troppe volte il minore non è presente in un procedimento in cui egli sia vittima di gravi reati da parte dei suoi genitori, se non nel ruolo di testimone, e dunque con una responsabilità enorme, ma scarsissimi vantaggi. Nessuno di questi temi è risolto dall’esito del dibattito sulla chiusura o meno del Tribunale per i minorenni. Sarebbero invece questi i temi centrali su cui riflettere in ordine alle funzioni da attribuirsi alle figure di garanzia realizzate come istituzioni di tutela non-giurisdizionale dei minori a diversi livelli (Nazionale,Regionale) integrati tra loro.

Alcune essenziali caratteristiche comuni.

Innanzitutto, trattandosi di una magistratura di persuasione, è necessario porre grande attenzione alla modalità di selezione di coloro che saranno chiamati a svolgere tale incarico nonchè alla necessità di garantire all’Ufficio la massima indipendenza ed autonomia, privilegiandone la collocazione nell’alveo istituzionale delle assemblee elettive; é infatti nella costante relazione con il legislatore che esso può svolgere una funzione essenziale di rappresentazione degli interessi dei minori, in modo da poter pervasivamente introdurre il “punto di vista bambino”nel processo legislativo attuato dai Consigli Regionali e dal Parlamento.

Come già considerato sopra, oggi il problema della tutela dei minori  necessariamente deve passare attraverso una riforma delle modalità con cui viene rappresentato nei procedimenti amministrativi e giudiziari che lo riguardano; per questo è fondamentale riformare il sistema della tutela e della curatela a partire dal fatto di attribuire al garante il compito di formazione e di aggiornamento e consulenza verso i tutori e curatori volontari. È  altrettanto generalmente condiviso che il garante dovrebbe svolgere un compito di raccordo tra gli organi dell’Autorità giudiziaria e la Pubblica amministrazione in ordine a segnalazioni, azioni di protezione e vigilanza sui minori all’esterno della famiglia o comunque che vivono in situazioni di disagio, nonché in quelle situazioni in cui vi sia una scarsa integrazione tra i diversi servizi con compiti di cura e assistenza sugli adulti di riferimento.

Infine ma non di minor valore, proprio per le considerazioni fin qui espresse, al Garante per l’infanzia spetta il compito di sviluppare una costante promozione di iniziative culturali, formative ed informative sui diritti dei minori tese a far conoscere ed utilizzare la Convenzione internazionale e quella Europea sui diritti dell’infanzia. Senza una nuova cultura diffusa e capillare infatti anche l’azione del migliore magistrato rimane sterilmente confinata ad un segmento e scarsamente incisiva sull’intero contesto di vita del bambino. Un contesto che si articola di tanti ambienti: la famiglia la scuola la società e deve poter trovare in ciascuno di essi un continuum di tutela.

Francesco Milanese
Tutore pubblico dei minori del Friuli Venezia Giulia

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