Il decadimento della civiltà occidentale

Una delle principali cause della debolezza dell’Italia è la diffusione di un’etica che attribuisce scarsa importanza al merito in tutto ciò che è pubblico o connesso al pubblico. Il nostro Paese soffre di una specie di schizofrenia. In superficie una legge rigorosa e meritocratica ma, nel profondo, costumi tribali. Le cariche, i posti, vengono assegnati a chi appartiene ad un gruppo politico, ad una confraternita di mutuo soccorso, ad una rete di interessi familiari.

Molti sono convinti che stiamo vivendo il tramonto della civiltà occidentale. Le due ultime guerre mondiali sono state vere e proprie guerre civili europee, con rivoluzioni, totalitarismi, genocidi. Poi, lo sfacelo del comunismo sovietico. Oggi sono fragili anche le nostre istituzioni comunitarie, la nostra economia. Perfino la filosofia, la letteratura, il cinema europeo. In molti ambienti intellettuali si è diffuso il disprezzo ed il rifiuto per le radici greche, romane, cristiane, della nostra storia e della nostra arte. Una volontà di autodistruzione. Di fronte ad un continente pieno di dubbi, vediamo risorgere antiche civiltà che non soffrono delle nostre incertezze.

L’Islam ha ripreso il suo antico sogno di islamizzare il mondo, soprattutto l’Europa, ed ha partorito un movimento integralista e terrorista che ci minaccia seriamente. La Cina ha adottato il modello di sviluppo tecnico-scientifico capitalista guidato dallo Stato e, grazie alla sua immensa popolazione, alle sue profonde radici culturali ed alla sua straordinaria capacità organizzativa, aspira a diventare la più grande potenza del mondo. Eppure, in profondità, è proprio la civiltà occidentale che si sta affermando a livello planetario. Finora, aveva occidentalizzato superficialmente solo le elites, che da noi avevano preso l’abbigliamento e la tecnologia. Le grandi masse vivevano secondo costumi di secoli fa. Ancora adesso, in molte scuole coraniche, si impara a memoria solo il Corano.

In Cina, il popolo ha subito forme di dominio autoritario che non lasciavano spazio all’individuo. Perfino la colpa era collettiva: soffriva la famiglia, o il villaggio, per lo sbaglio di un individuo. La posizione della donna era vergognosa. Solo ora, con il diffondersi della scolarizzazione e del lavoro di tipo occidentale, incomincia ad emergere l’individuo. È la prima volta che un uomo ed una donna possono innamorarsi, sposarsi o convivere. Piccole cose? No, grandissime. Perché i fondamenti della civiltà occidentale sono la fede nell’individuo, nella libertà, la capacità di rinnovarsi, la creatività, la razionalità scientifica, la certezza del diritto e la morale dell’amore. Sembrano debolezze, invece possiedono una misteriosa capacità di penetrazione. Fanno appello alla mente ed al cuore di tutti gli esseri umani, obbligano gli avversari a difendersi con proibizioni e persecuzioni. Col tempo, saranno loro a vincere.

Francesco Alberoni
Sociologo, giornalista e docente di sociologia
www.alberoni.it

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