…”Cinema raccontami”

di Giulia Angelon

Spesso, scoprire la verità implica iniziare un doloroso percorso di ricerca, che parte dentro di noi da una spinta generosa nelle nostre viscere e ci porta fin lì, in quel punto in cui la nostra fame è saziata e la realtà che ci troviamo davanti placa il bisogno di continuare a cercare.
Quanta fame da saziare ha lasciato la dittatura in Sudamerica? Quanti “cercatori” ha generato e quanta fatica sta costando ancora oggi alle anime orfane delle loro radici?
Se solo le increspature del Mar de La Plata potessero condividere il loro terribile segreto con il mondo…
Il cinema rappresenta una prospettiva interessante con la quale guardare la società e le sue evoluzioni, rivedere drammi e realtà lontane attraverso i protagonisti delle pellicole, sentire la storia familiare come quotidianità. Proiezione di sentimenti e profondo coinvolgimento. È il cinema che racconta.
Con le sue profonde ferite lasciate da dittature militari e regimi autoritari, la storia moderna del continente sudamericano trova nel racconto cinematografico una strada verso la verità, la consapevolezza, in un viaggio interiore che accompagna passo dopo passo chiunque si lasci trasportare.
Numerosi sono i contributi portati dal cinema che ripercorrono episodi e frammenti di storia che hanno segnato per sempre la vita del Sudamerica. Tra questi, ne ricordiamo alcuni.
“Garare Olimpo” film italoargentino del 1999 diretto da Marco Bechis, scampato anch’egli miracolosamente alla morte, vincitore di numerosi riconoscimenti tra i quali il David di Donatello nel 2000 per la miglior produzione. Il garage Olimpo è uno dei 365 centri clandestini di tortura dei desaparecidos. Violenza “sotterranea”, sparizioni, urla di disperazione e poi silenzio assordante. Il dramma dei desaparecidos è raccontato senza retorica, nè sentimentalismi. Lo stile naturalistico di Bechis ci mette di fronte ad un passato attuale, non storicizzato.
La tragedia di ieri è vissuta oggi.
“La notte delle matite spezzate” film del 1986 diretto da Hèctor Olivera racconta la storia di sei ragazzi arrestati nel sonno nella notte del 16 settembre 1976 durante uno spietato raid punitivo. Condotti in detenzione clandestina, i sei vengono torturati e poi fatti sparire. Desaparecidos. Un solo testimone sopravvissuto, unica voce in grado di ricostruire quell’orrore, la sofferenza e il dolore delle vite spezzate dalla dittatura.
“La storia ufficiale” film del 1985 diretta da Luis Puenzo e vincitore nel 1986 dell’Oscar come miglior film straniero si inserisce all’interno del cinema di denuncia sudamericano con uno stile realistico-romanzesco.
Detenzione, violenza, profondo bisogno di sapere e conoscere, dolore de “las abuelas de plaza de Majo” e il logorante cammino alla ricerca della verità.
“Tangos” e “Sur” di Fernando Ezequiel Solanas, del 1985 e del 1988, rispettivamente, raccontano con taglio lirico-surreale la dittatura e il destino dei desaparecidos. In Tangos, le musiche originali di Astor Piazzolla e l’orchestra di Osvaldo Pugliese accompagnano la narrazione immergendo lo spettatore nella storia e nelle sue drammatiche vicende.
Cinema per raccontare e mai dimenticare.

di Giulia Angelon
collaboratrice di SocialNews

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