Il turismo culturale

Stiamo dando nuovo impulso alle attività di internazionalizzazione, anche in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri. Se vogliamo che un numero crescente di turisti scelga l’Italia come destinazione delle sue vacanze, dobbiamo far conoscere in tutto il mondo quali ricchezze culturali possiamo offrire. Il Made in Italy è sinonimo di qualità, ma solo attraverso una efficace valorizzazione possiamo aggiudicarci una fetta più ampia di visitatori.

rescaOggi più che mai si rende necessario un maggiore impegno dell’Italia sul fronte dell’arte e della cultura. In un mondo globalizzato, la sfida per la creazione di ricchezza vede l’Italia in una posizione indebolita nei tradizionali settori produttivi industriali, manifatturieri ed agricoli. La vera e riconosciuta leadership italiana risiede nel suo patrimonio culturale, materiale ed immateriale. Una ricchezza che non è una realtà statica ed immobilizzata una volta per tutte, ma continua a vivere e a rigenerarsi. E che deve diventare uno degli assi portanti per il rilancio dell’economia del nostro Paese. Basti guardare alla domanda di turismo culturale, in forte crescita in tutto il mondo, e che, adeguatamente stimolata, crea un potente indotto capace di coinvolgere i trasporti, i servizi d’accoglienza, l’enogastronomia, l’edilizia, l’editoria, le nuove tecnologie e molti altri ambiti ancora. Tuttavia, tale potenzialità risulta ancora parzialmente inespressa. La Direzione generale per la valorizzazione, a me affidata nell’ambito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è nata proprio per intervenire su questo gap, affinché la nostra offerta culturale raggiunga standard di efficienza, trasparenza e competitività più elevati rispetto ai leaders internazionali del settore, ad esempio Germania, Francia e Spagna. In Germania, il turismo culturale è in aumento, e rappresenta il 50/60% del totale. Da noi non supera il 40%. Il primo passo è però capire cosa cerca il visitatore medio, sia colui che viene già al museo, ma, soprattutto, quello che ancora non conosce i tesori dei nostri musei. Penso alle famiglie, ai giovani, a tutti quei segmenti di popolazione che ancora non riusciamo ad intercettare, perché più attratti dallo svago che internet, televisione e centri commerciali possono offrire.

Dobbiamo creare le condizioni migliori affinché l’esperienza del museo sia positiva, in tutti i sensi. E penso alla segnaletica, agli orari di apertura, che devono essere più flessibili, ai servizi di accoglienza, di ristorazione, ai bookshop, ecc. Poi bisogna far conoscere meglio chi siamo, cosa offriamo, con campagne di comunicazione incisive, capillari, utilizzando anche i moderni strumenti che la tecnologia ci offre, come, ad esempio, i social networks. Sempre nell’ottica di valorizzare in misura crescente il nostro patrimonio, stiamo dando nuovo impulso alle attività di internazionalizzazione, anche in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri. Se vogliamo che un numero crescente di turisti scelgano l’Italia come destinazione delle loro vacanze, dobbiamo far conoscere in tutto il mondo quali ricchezze culturali possiamo offrire. Il Made in Italy è sinonimo di qualità, ma solo attraverso una efficace valorizzazione possiamo aggiudicarci una fetta più ampia di turismo culturale. Avendo fissato delle aree geografiche di priorità strategica per il 2010 (Stati Uniti, Medio ed Estremo Oriente, America Latina), ci siamo posti l’obiettivo di pianificare, in maniera pluriennale ed attraverso una serie di partnerariati ad obiettivi condivisi, accordi per la mobilità di collezioni d’arte, prestiti a lungo termine, musealizzazioni internazionali. Basti pensare alla nostra recente missione in Cina, nel corso della quale abbiamo firmato nuovi accordi di cooperazione a lungo termine con i più importanti Musei di Pechino, compresa la gestione di mille metri quadrati dedicati alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano all’interno del Museo Nazionale della Cina. Valorizzare, dunque, senza che ciò possa voler dire, come da più parti pretestuosamente, è stato affermato, mercificare o svilire. Al contrario, la nostra missione è proprio il potenziamento della tutela e dei valori del nostro patrimonio. Non si può valorizzare nulla se l’oggetto del nostro lavoro non viene rispettato, amato e protetto da noi per primi.

Mario Resca
Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale
del Ministero dei Beni Culturali

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