Una strategia innovativa

di Massimo Casciello

La Commissione Nazionale della Ricerca Sanitaria* è la struttura deputata ad individuare le strategie per incentivare la crescita del SSN

Il Ministero della Salute (MS) finanzia una ricerca che necessita di applicazione pratica sulla persona o sull’organizzazione del SSN. Dunque, anche in questo caso, sul cittadino. I fondi provengono da quelli utilizzati normalmente per il finanziamento del sistema sanitario pubblico. È, pertanto, differente dalla ricerca di base, che non ha un trasferimento prevedibile, e dalla ricerca industriale, compresa la parte sperimentale, in cui si porta la scoperta ad un prodotto per il mercato.
Sono tutte fasi distinguibili? È giusta questa distinzione? Certamente, il fatto che vi siano barriere non è foriero di efficienza ed è spesso difficile stabilire quanto una ricerca sia di base e quanto trasferibile.
Tutto si innova con una velocità tale che qualcosa di base, dopo pochi anni, è diventata prassi nell’assistenza (basti pensare ai farmaci innovativi antineoplastici e a tutta la farmacogenomica). In una fase così difficile per il Paese, inoltre, a fronte di una produzione nazionale della farmaceutica e dei dispositivi che ci eleva a leader europei, perché far mancare il contributo del Ministero della Salute (ovviamente nel rispetto di tutte le normative nazionali ed europee) alla crescita del Paese? Di questi temi si discute in Commissione Nazionale della Ricerca Sanitaria (CNRS), struttura deputata ad individuare le strategie per incentivare una crescita complessiva della conoscenza, dell’assistenza, dell’efficacia e dell’efficienza del SSN.
Si tratta di argomenti complessi, che richiederebbero una rapporto sinergico con tutti gli altri attori, come il MIUR, il MISE e il capitale privato, coinvolti nel sistema in parte o del tutto. Il modello che si è spesso discusso è stato quello di creare le opportunità attraverso la “conoscenza” (ad esempio via web) accompagnata da una condivisione delle procedure. Queste devono essere le più simili possibili, creando dei percorsi virtuosi all’interno dei processi. Se qualcosa nasce all’interno del MIUR, deve trovare spazio nel MS e raggiungere il MISE e il capitale privato. Ovviamente, non deve percorrere tutte le tappe, potendosi fermare, ad esempio, alla sola applicazione assistenziale e non raggiungere quella produttiva.
La CNRS lavora per ciò ed il finanziamento della ricerca finalizzata rappresenta un po’ la sintesi della strategia. Sono previsti finanziamenti per i giovani per il ricambio generazionale, cofinanziamenti pubblico – privato per avviare il percorso sperimentale ed avvicinarlo alla produzione, per i ricercatori italiani all’estero per non perdere le nostre menti ed agganciarle al sistema Paese e, infine, i progetti di rete per creare network nazionali che consentano di sperimentare sul territorio progetti innovativi. Da tre anni, ormai, i processi sono affidati a revisori stranieri, ad un sistema informatico certamente imparziale e ad una serie di study section dedicate per la conferma delle graduatorie.
Per essere assolutamente terza, la CNRS si è data il ruolo di garante osservando, ma mai intervenendo sulle procedure. In sostanza, emette un giudizio sulla qualità del processo. Questo atteggiamento è assolutamente innovativo e responsabile perché, fino a qualche tempo fa, era la Commissione stessa a decidere le tematiche, il numero dei progetti che ogni destinatario istituzionale poteva presentare (i destinatari sono poco più di 60 e i progetti presentati erano circa 300. Ora siamo a 3.800) ed a giudicare determinando le graduatorie.
Il nostro Paese deplora spesso storie infelici, ma tutto ciò può essere annoverato come un cambiamento culturale epocale. Ben tre Ministri (il Professor Fazio che né è stato il promotore, il Professor Balduzzi e l’onorevole Lorenzin) hanno voluto ed approvato questo percorso.
La CNRS si occupa anche del conto capitale degli IRCCS. Il fondo finanzia l’innovazione tecnologica in questi Enti con apparecchi che debbono, però, essere “traslazionali”. In sostanza, nel bando è richiesta un’applicazione sul paziente e non può essere tecnologia “pura” di ricerca. In questo si annoverano gli acquisti della prima IMRT a guida metabolica, del cyber knife, del Robot Da Vinci, della RMN pet/tac, dei microscopi a lettura di vetrini, solo per ricordare quelli più recenti. Il Ministero ha finanziato quasi completamente il centro di Adroterapia oncologica di Pavia, che ha reso l’Italia leader in Europa. Esistono, infatti, solo due centri funzionanti, e l’altro si trova in Germania.
L’investimento sul conto capitale si aggira intorno ai 15 – 20 milioni all’anno. L’obiettivo è, quindi, quello di dotare gli IRCCS di nuove apparecchiature, in accordo con la Regione, al fine di verificarne, tramite un progetto di ricerca, l’utilità (a fronte di qualcosa di esistente), l’efficacia, l’efficienza e l’economicità. Purtroppo, dovrebbero essere garantite agevolazioni economico-fiscali da impegnare per lo sviluppo tecnologico, al momento non previste. Si comprende il problema del Paese, ma sperimentazioni limitate, con messa in rete dei risultati, potrebbero evitare costi inutili ed apparecchiature sottoutilizzate.
Una delle sperimentazioni che sta avendo un’applicazione pratica è la Telepatologia. È possibile inviare a distanza qualsiasi vetrino per farlo visionare da un anatomopatologo esperto nel tipo di lesione sospettata ed ottenere un’opinione di conforto. Il sistema operativo è stato messo in opera dalla Regione Sicilia, fornendo i microscopi ed un server presso l’IRCCS di Messina. Il Ministero aveva già fornito i microscopi agli IRCCS oncologici nell’ambito della loro rete (Alleanza contro il Cancro – ACC). In questo modo, si è potuto attivare una rete nazionale che si integra con quella regionale al fine di fornire la seconda opinione e, soprattutto, evitare, per far leggere i vetrini, i viaggi della speranza. Questo aumenterà la competitività del sistema regionale, garantendo equità, ma, soprattutto, fornirà ai cittadini un servizio di alto livello qualitativo.
Tutti gli anatomopatologi di ACC, con in testa il Prof Carbone del CRO di Aviano, e parecchi colleghi universitari stanno partecipando gratuitamente. Ciò denota un’etica ed una responsabilità spesso non riconosciute agli operatori del SSN.

di Massimo Casciello
direttore generale della Ricerca presso il Ministero della Salute

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