Un documento di 114 pagine composto da 35 articoli è stato firmato mercoledì scorso dal leader supremo dei talebani Haibatullah Akhundzada, il cosiddetto “commander of the faithful” (il “comandante dei fedeli”)*.
Il Codice – che da lui prende il nome – impone nuove regole restrittive di vita quotidiana per “prevenire il vizio e promuovere la virtù”**tra il popolo afghano; leggi che sono conformi all’interpretazione ultraconservatrice che i talebani, tornati al potere da tre anni in Afghanistan, danno alla Sharia (la legge islamica). Il Ministero della Propagazione della Virtù e della Prevenzione del Vizio (Pvpv) deve far sì che vengano rispettate; in caso contrario, in base alla gravità, è autorizzato a procedere con severe intimidazioni, minacce, multe, punizioni o arresti.
“Le regole si basavano su un decreto del supremo leader spirituale dei talebani del 2022 e ora sono state ufficialmente pubblicate come legge”, ha dichiarato un portavoce del Ministero della Giustizia.
A rimetterci, non è strano, sono soprattutto le donne, la cui vita privata e sociale è sempre più controllata.
La donna (articolo 13) è obbligata a coprire il proprio corpo, viso compreso, in pubblico, con abiti non attillati o corti, anche “in presenza di uomini che non appartengono alla (sua) famiglia” – “per paura della tentazione”; deve velarsi anche di fronte a persone non mussulmane, per evitare di essere corrotta. Inoltre, non deve parlare, cantare o leggere in pubblico, perché la sua voce è considerata intima e non può viaggiare sola. Se commette adulterio, verrà fustigata e lapidata a morte pubblicamente***. Gli uomini, invece, sono obbligati a far crescere la barba.
I conducenti dei trasporti pubblici (articolo 19) hanno l’obbligo di recitare preghiere in certi orari, non possono diffondere musica e trasportare donne senza velo o non accompagnate da un mahram (un loro parente maschio).
I media (articolo 17) non devono pubblicare “contenuti che siano ostili alla legge della Sharia e alla religione”, o che “umilino i musulmani”, o “che mostrino esseri viventi”; non si possono quindi creare, visualizzare e pubblicare immagini di esseri viventi.
Sono vietati l’adulterio, l’omosessualità, il gioco d’azzardo, i combattimenti tra animali e l’“amicizia” con “un infedele” (un non musulmano).
Dall’agosto 2021, i talebani pian piano impongono sempre più restrizioni che non fanno altro che minacciare assiduamente i diritti umani – sociali, culturali, politici ed economici – di tutti i cittadini afghani, soprattutto delle donne e delle ragazze — la cui libertà personale e il cui diritto all’istruzione e al lavoro sono sostanzialmente nulli.
* Haibatullah Akhundzada è il leader supremo dei talebani dal 2016 e il sovrano assoluto dell’Afghanistan dal 2021 in seguito alla riconquista di Kabul. Vive nella provincia meridionale di Kandahar, che è la roccaforte dei talebani.
** Incoraggiare la virtù significa essenzialmente seguire la Sharia e i 5 pilastri dell’Islam, ovvero Shahadah – il credo islamico (esiste un solo Dio e Maometto è il suo Profeta); Salat – la preghiera, da recitare cinque volte al giorno; Zakat – l’elemosina, la “purificazione” dalle cose e dalle ricchezze che appartengono a Dio; Sawm – il digiuno, dall’alba fino al tramonto, durante il mese di Ramadan (il mese nel quale Maometto ricevette la sua prima Rivelazione); Hajj – il pellegrinaggio al luogo sacro La Mecca. Parallelamente, combattere il vizio vuol dire che gli afghani non devono fare cose proibite dalla Sharia.
*** Ne ho parlato qui 👉 https://www.socialnews.it/blog/2024/04/03/in-afghanistan-le-lapidazioni-pubbliche-per-le-donne-ritornano-ad-essere-una-pratica-ammessa-dalla-legge/