Italia, vecchia signora misconosciuta

Sebastiano Somma

Ci sono persone che provengono da territori dove il rispetto dei diritti e la democrazia sono spesso solo parole senza senso. Purtroppo nel nostro paese la possibilità che questo avvenga è dovuta alla scarsa rigidità che le istituzioni  applicano nella repressione ai crimini e alla malavita

In base soprattutto agli ultimi avvenimenti accaduti nel nostro Paese si è rafforzato nel pensiero che gli immigrati siano fondamentalmente dei delinquenti, nessuno escluso. è probabile che fra chi scappa dal proprio paese per cercare una vita migliore ci siano tante persone per bene e che i delinquenti che vengono da altre nazioni siano solo una piccola percentuale. Persone che non hanno avuto un’educazione appropriata, persone alle quali non è stato dato insegnamento alcuno in merito alle nostre leggi ed alle leggi in generale. Il problema è che questi, provenendo da territori dove il rispetto dei diritti e la democrazia sono spesso solo parole senza senso, pensano di poter continuare a vivere secondo la legge del più forte anche in Italia. Purtroppo nel nostro paese la possibilità che questo avvenga è dovuta alla scarsa rigidità che le istituzioni applicano nella repressione ai crimini e alla malavita. Il carcere è diventato un servizio rieducativo: giusto. Ma è giusto che persone che hanno massacrato, violentato e fatto soffrire famiglie intere debbano anche pagare per il crimine commesso, e che spesso questi individui difficilmente possono essere rieducati. Questo di certo fa sì che vi sia del malcontento che serpeggia fra noi cittadini. Un malcontento palpabile, che non tiene conto del fatto che non è possibile colpevolizzare chi non è stato messo in condizione di non commettere dei crimini.

Le leggi devono necessariamente esser fatte rispettare, ma la politica deve anche essere in grado di offrire soluzioni valide ed applicabili, cosa che per esempio non è successa a seguito del recente omicidio avvenuto a Roma per mano di un giovane Romeno a danno di Giovanna Reggiani. Il drammatico fatto ha portato ad un tanto assurdo quanto inutile accanimento nei confronti dei Rom. Queste persone sono state cacciate dall’oggi al domani dal luogo in cui vivevano, hanno pagato tutte per la grave colpa di un singolo. Si tratta di gente che era scappata dal proprio paese, di uomini e donne che morivano di fame e che qui da noi non hanno trovato ciò che si aspettavano. Persone senza colpa, buttate fuori dai loro alloggi e che oggi sono ritornate nello stesso posto da cui sono state cacciate e che proprio per questo vivono ancor più di prima nell’illegalità. Al giorno d’oggi abbiamo bisogno di grandi investimenti a livello di riforme in generale. Quando siamo nel gruppo diventiamo tutti egoisti, pensiamo esclusivamente ai nostri interessi e ci concentriamo su quello che potremmo definire il “nostro orticello”. In realtà è proprio questo il vero dramma, è proprio questo il nocciolo della questione: partiamo tutti dal nostro interesse e siamo poco o per niente disponibili a pensare ad un discorso fatto anche di collettività. Dovremmo invece darci una mano nel tentare di non essere accaniti nei confronti del singolo e dovremmo, piuttosto, provare a cercare un dialogo costruttivo e per l’appunto collettivo. Nel mio mestiere mi diverto ad interpretare la parte dell’avvocato, quando serve mi prendo delle colpe, ma soprattutto, cosa che faccio anche nella vita al di fuori dal set, lotto per quelli che sono i miei, i nostri, diritti di cittadini che non possono né devono essere mai calpestati. Quando ciò accade, non bisogna avere paura di alzare la voce, non bisogna avere paura nemmeno se ci si confronta con i cosiddetti “potenti” e bisogna trovare la forza di denunciare i soprusi alla dignità umana. In questo preciso momento, se penso al nostro Paese da qui a dieci anni, non riesco a farlo con tranquillità, con ottimismo. Ritengo che la nostra Italia sia un Paese ormai invecchiato, invecchiato nelle Istituzioni, nella mentalità. C’è però un fatto che mi fa credere che le cose potrebbero assumere una piega diversa e che mi fa presupporre che forse il futuro potrebbe essere più roseo: noto che nell’animo della gente comincia ad esserci una maggior presa di coscienza e questo di sicuro è un buon punto di partenza per iniziare a cambiare le cose. Quel che è certo, è che tutto ciò che facciamo dovrebbe essere condito dall’amore, perché nel nostro Paese è forse proprio l’amore che manca e che va coltivato. Manca quell’amore che è indispensabile per arrivare ad un dialogo aperto, ad un’educazione e “pulizia interiore” che, per esempio, ho riscontrato al ritorno di un mio recente viaggio ad Istanbul in Turchia, dove le persone che si apprestano ad entrare in Europa dimostrano di avere estrema consapevolezza di quanto sia importante integrarsi ed accedere onestamente ad una collettività.

Sebastiano Somma
Attore di teatro, cinema, televisione e fotoromanzi

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Tags:

Rispondi