Stato di premorte

sun light in the middle of the forest

In alcune tradizioni sudamericane, soprattutto in riti magico-religiosi sciamanici, vengono utilizzate droghe allucinogene derivate da piante e funghi: mescalina, psilocibina ma la più famosa è l’Ayahuasca che significa corda dello spirito. 

L’Imperial College Londinese studia da tempo gli effetti di queste sostanze nell’essere umano. In particolare ha approfondito due molecole con effetti psichedelici: la DMT e l’LSD. La prima è la dimetiltriptamina (DMT), presente nell’Ayahuasca, un decotto di diverse piante amazzoniche. La seconda è la dietilamide dell’acido lisergico (LSD), che deriva dalla segale cornuta, un parassita delle graminacee. 

I risultati degli studi sull’LSD sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences. Le immagini in risonanza magnetica e in magnetoencefalografia (MEG) hanno mostrato che l’LSD altera la sincronizzazione dell’attività cerebrale e porta ad un rallentamento delle onde alfa. Queste sono le onde cerebrali che distinguono l’attività cerebrale umana da quella animale, una sorta di “firma” cerebrale della coscienza. 

Ancor più interessanti sono gli studi sulla DMT. I risultati, ottenuti sempre dall’Imperial College di Londra, sono stati pubblicati in Frontiers in Psychology. 

Nella maggior parte dei casi le allucinazioni provocate da questo composto sono risultate simili alle testimonianze di soggetti che hanno ripreso coscienza dopo arresto cardiocircolatorio e coma, le cosiddette esperienze di pre-morte. 

Tutti i volontari dello studio hanno parlato di sensazioni extracorporee, di pace interiore, di passare in un tunnel e rivivere tutta la propria vita in un batter d’occhio. 

Il fatto interessante è che la DMT non è soltanto presente nel regno vegetale ma anche in quello animale. In particolare è stata rilevata nel liquor cerebrospinale dei mammiferi e quindi anche nel cervello umano. Questa molecola è infatti un neurotrasmettitore simile alla serotonina. È quindi possibile che in prossimità della morte l’organismo produca maggiori quantità di DMT per ridurre lo shock del trapasso. Una ulteriore ricerca ha dimostrato infatti che nei cervelli dei ratti la concentrazione di DMT cresce dopo un arresto cardiaco. 

Sulla questione il dibattito però rimane aperto, non è chiara né la funzione né la localizzazione dei neuroni che secernono la DMT. Sembra che sia prodotta maggiormente nella fase onirica, nella fase REM del sonno, ma anche come neuroprotettore nei gravi insulti cerebrali. 

In ogni caso la concentrazione della DMT in situazioni fisiologiche è infinitesimale rispetto al dosaggio necessario per indurre l’alterazione dello stato di coscienza come nelle esperienze sciamaniche o nelle sperimentazioni che abbiamo descritto. 

Sembra quindi che a fare la differenza possa essere il recettore per la DMT: il Sig1. Questo potrebbe, in alcune situazioni, esprimersi maggiormente e quindi potenziare gli effetti anche a dosaggi relativamente bassi di DMT. 

Il concetto di vita oltre la morte rimane quindi una questione personale, mentre il momento del trapasso sarà per tutti noi una grande sorpresa.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi