1° febbraio: Giornata delle elezioni femminili

Chi si aspettava un finale così?!

Sappiamo bene che il film diretto ed interpretato da Paola Cortellesi – “C’è ancora domani” – ha sbancato al botteghino, ed un motivo ci sarà. Uno dei momenti che maggiormente ha sorpreso ed incuriosito è sicuramente il finale, inaspettato per molti e veramente profondo e significativo.

Nei panni di Delia, la Cortellesi personifica il tipico ‘angelo del focolare’ della seconda metà degli anni ’40, all’interno di una cultura patriarcale di sottomissione profondamente radicata. Il messaggio principale che è trapelato è la volontà delle donne di prendere parte alle decisioni, di dire la loro, di esprimersi… di non voler più stare zitte. E come ottennero formalmente questa parità? Ce lo dice – “a bocca chiusa” e, nello stesso momento, a gran voce – il finale del film: con il diritto di voto. 

In Italia, dopo circa un secolo rispetto agli uomini, fu nel 1945 che le donne – finalmente – poterono votare: il primo febbraio il governo del Regno d’Italia introdusse il suffragio femminile con il decreto legislativo luogotenenziale numero 23 approvato dal Principe di Piemonte e poi Re d’Italia Umberto di Savoia. Le donne sopra i 21 anni, perciò, ottennero il diritto di voto attivo; l’anno successivo, il 10 marzo 1946 con il decreto legislativo luogotenenziale numero 74, coloro con almeno 25 anni ottennero anche il diritto di voto passivo, dunque il diritto di essere votate. Solo dopo pochi mesi il momento clou per l’emancipazione femminile: in occasione del referendum per decidere tra Monarchia e Repubblica e per eleggere i membri dell’Assemblea costituente (che poi scrissero la Costituzione Italiana), il 2 e 3 giugno del 1946 le donne votarono e furono votate; l’89% di esse si recò alle urne e 21 donne su 556 eletti furono nominate all’Assemblea costituente. Inoltre, nello stesso anno, alle elezioni amministrative per il rinnovo di circa 7000 comuni italiani, furono elette le prime sei sindache donne in Italia. 

Fu un primo, enorme, riscatto sociale, culturale e politico, una conquista verso l’uguaglianza dei diritti, per i quali giorno per giorno dovremmo lottare e non dare per scontati, perché, seppur sacri, non sono intoccabili. Dalla fine della seconda guerra mondiale grandi passi sono stati fatti nei confronti delle donne, sempre più emancipate ma ancora discriminate e sottovalutate in svariati ambiti. I diritti di parola, di opinione, di espressione, di partecipazione e dunque di voto generano libertà, rispetto ed autodeterminazione… quella libertà che ancora in tanti paesi del mondo è limitata o addirittura assente.

Lucia Valentini

Lucia Valentini è neolaureata in Comunicazione giornalistica, pubblica e d’impresa (laurea magistrale, Università di Bologna), Comunicazione e Giornalismo (master, Università Pegaso) e Scienze Internazionali e Diplomatiche (laurea triennale, Università di Bologna). Interessata alle questioni geo-sociali e politiche dei PVS e del Medio Oriente, ha partecipato all’International Summer School “Social-Political Conflicts of Modern Society” presso la Saint Petersburg Mining University (08/2019). Incuriosita dalle religioni e dalle criticità dei paesi in guerra, ha frequentato i corsi “Hinduism Through its Scriptures” (HarvardX, 04/2020) e “Terrorism and Counterterrorism” (GeorgetownX, 02/2022). Inoltre, grande passione per la lingua inglese e con qualche conoscenza della lingua russa e hindi. 

Rispondi