Lo spettacolo del potere

I Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola (50 a.C. – 30 d.C.)


Il complesso bronzeo, unico al mondo per la trionfale composizione di epoca romana e la scelta dei materiali impiegati (ben 9 quintali di bronzo, rame, piombo e foglia d’oro), fu rinvenuto da un contadino in un campo nel 1946 nella frazione di Santa Lucia di Calamello, nel territorio di Cartoceto, appartenente al comune marchigiano di Pergola.

Dopo diverse peripezie ed il maldestro tentativo di rivendere il Bene nel mercato clandestino di Roma, grazie all’interessamento di don Giovanni Vernarecci, già ispettore a Fossombrone, il capolavoro si pose sotto
definitiva tutela dello Stato per l’opportuno restauro che fu eseguito a Firenze. Ben poco possiamo affermare con certezza storica per quanto concerne sia la datazione che l’identificazione dei personaggi. Nel tempo molte ipotesi più o meno plausibili o suggestive si sono susseguite, frutto di deduzioni non comprovabili proprio per assenza di documentazioni appropriate. I diversi interventi di restauro intercorsi nel ‘900 che hanno assemblato centinaia di frammenti sparsi, hanno ricostruito due statue del piccolo corteo, oltre ai cavalli, mentre delle altre
rimangono solo alcune porzioni. L’attribuzione, diremmo ‘intuitiva’, forse più ammaliante, identifica il cavaliere collocato più in alto nell’imperatore Ottaviano Augusto con accanto Giulio Cesare che risulta oggi perfettamente visibile in veste militare con la mano protesa in un gesto di pace.

Le due donne agli estremi (una, forse la consorte dell’imperatore, Livia, quasi perfettamente conservata, con il
velo, in atteggiamento pensieroso, mentre dell’altra, forse Giulia Minore, sorella di Cesare, rimane solo la parte inferiore) coronano l’abbagliante spettacolo del potere. Completano la composizione due vivacissimi cavalli al trotto –
caratterizzati da un’intensa espressività, adornati senza risparmio con decorazioni e simboli divini – che conferiscono all’insieme quella vitale dinamicità volta ad accentuare il trionfo dei personaggi. Non è da escludere la teoria che il complesso bronzeo si trovasse sopra l’attico del magnifico Arco di Augusto a Rimini, elemento questo che andrebbe ad avvalorare l’ipotesi della già citata attribuzione al primo imperatore romano. Rimane tuttavia condivisibile l’affermazione che, aldilà dell’identificazione delle figure, questo capolavoro unico e fondamentale della storia dell’arte antica (al pari dei greci Bronzi di Riace, in terra di Calabria, privi però delle preziose dorature) costituisce un’ulteriore testimonianza dello splendore del tempo di Roma, a sua volta specchio del grande Spirito creativo
della nostra ineguagliabile arte classica.

Giancarlo Bonomo

Curatore e critico dell'Arte italiano. Fondatore del Movimento Arte Intuitiva, ha partecipato quale curatore a due edizioni della Biennale di Venezia, nel 2009 e 2013. Ha condotto numerose trasmissioni di divulgazione artistica in onda sulla piattaforma Sky ed è intervenuto a diverse puntate live di 'Voyager' con Roberto Giacobbo, apportando contributi di ricerca iconologica in particolar modo su Leonardo da Vinci. In ambito teatrale ha portato in scena gli spettacoli multimediali dedicati a Raffaello, Giorgione, Tiepolo, Michelangelo, Piero della Francesca. Autore di numerose pubblicazioni tematiche e cataloghi di arte contemporanea, ha conseguito, nel 2015, il Premio Enzo Biagi per la comunicazione televisiva di qualità. Ha curato gli eventi multimediali 'Van Gogh Alive – The Experience' nelle città di Verona, Genova e Bari, e 'Impressionisti francesi – da Monet a Cézanne’ presso il Palazzo degli Esami in Roma. 

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