Italiani i più bulli d’Europa

Il fenomeno, in crescita soprattutto all’interno delle scuole, è espressione di un vero e proprio disagio giovanile crescente nelle nostre città? Gli esperti se lo domandano ora più che mai, anche se una prima approfondita indagine in Italia sul “bullismo” risale al 2001, grazie ad un progetto elaborato dall’Associazione Villa Sant’Ignazio, che ha coinvolto 2681 ragazzi delle scuole superiori tra i 14 ed i 18 anni collocati geograficamente tra Trento e Bolzano

Bagnoli, 5 dicembre 2006, una sedicenne ferita da una latina infuocata nel corso di una lite a scuola. Il 18 dicembre scorso sei minorenni abusano di una compagna di classe di 16 anni, riprendono la scena con un telefono cellulare e diffondono le immagini sul web. L’11 novembre 2006 a Bagnoli, quartiere occidentale di Napoli, nei pressi di una discoteca quattro giovani omosessuali vengono pestati con calci e pugni da più di venti ragazzi tra i 16 ed i 25 anni. Il 18 ottobre scorso un ragazzo di 15 anni di viene colpito con calci e una spranga di ferro da una baby gang all’uscita dalla scuola media. Episodi che si sono verificati a Napoli in alcune zone periferiche della città, dove il fenomeno della violenza tra adolescenti è più sentito, ma che si ripropongono ogni giorno manifestando quella che è diventata una vera e propria emergenza nelle strade come nelle scuole, da nord a sud della penisola.

Il bullismo ha radici ovunque: dalle scuole di periferia ai licei prestigiosi. L’episodio della violenza subita dal ragazzo affetto dalla sindrome di down ripreso e diffuso via internet costituisce solo uno degli ultimi terribili atti di violenza che sempre più frequentemente toccano soggetti portatori di handicap, che si aggiunge alle numerose segnalazioni raccolte solo nel 2006 e che stanno riportando in primo piano quello che oramai gli esperti definiscono un vero e proprio allarme tra gli adolescenti.
Fare e subire prevaricazioni. Ragazzi vittime di compagni di scuola. Ragazzi aggressivi, prepotenti, prevaricatori. Il fenomeno, in crescita soprattutto all’interno delle scuole e da tenere sotto controllo, è espressione di un vero e proprio disagio giovanile crescente nelle nostre città? Gli esperti se lo domandano ora più che mai, anche se una prima approfondita indagine in Italia sul “bullismo” risale al 2001, grazie ad un progetto elaborato dall’Associazione Villa Sant’Ignazio che ha coinvolto 2681 ragazzi delle scuole superiori tra i 14 ed i 18 anni collocati geograficamente tra Trento e Bolzano.

Uno studio dal quale è emerso che più del 50 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di episodi quali prepotenza, calunnie, minacce sopraffazione o vera e propria violenza. A parte la classificazione delle prevaricazioni subite che vanno dalle prepotenze di natura verbale a vere e proprie sopraffazioni con distinguo tra maschi e femmine, oppure tra studenti appartenenti alla stessa scuola o a scuole diverse. Le interviste hanno riguardato, tra i soggetti coinvolti, anche gli insegnanti ed i genitori. Il mondo degli adulti, in altre parole, di fronte al fenomeno del bullismo, come si sta atteggiando e soprattutto come lo percepisce? Interessante leggere dai risultati di questa indagine una sorta di indifferenza o trascurezza anche all’interno delle famiglie in cui si preferisce non dare peso a quanto accaduto mentre la stessa scuola, palestra di apprendimento per la vita, tende a nascondere o a prendere in poca considerazione la violenza lì dove le sfide più grandi sembrano essere per i ragazzi non le interrogazioni o gli esami ma i processi di inserimento nel gruppo di relazioni con gli adulti-insegnanti.

Ma dal 2001 ad oggi il fenomeno ha conosciuto una recrudescenza, diventando in alcune aree, dove il fenomeno è condizionato dalla malavita locale, una vera e propria emergenza. Tanto è vero che una più recente indagine sui comportamenti di questo genere condotta su scala europea ha scoperto che i bambini e gli adolescenti italiani sono i più bulli d’Europa.
A confermare un consistente aumento dei reati commessi dagli adolescenti anche i dati provenienti dalle procure minorili. Sarà proprio per questo motivo che l’apertura dell’Anno Giudiziario illustrerà in un capitolo a parte, i dati del fenomeno legato alla sempre più crescente violenza tra i minori.
Nelle scuole molti insegnanti e capi di istituto oggi ammettono l’esistenza di comportamenti riconducibili al bullismo, ma nonostante ciò si può asserire senza temere smentite, che nel nostro Paese non sono stati ancora elaborati specifici programmi d’intervento lì dove, di fronte a fenomeni nuovi come la globalizzazione, l’immigrazione, internet, computer, telefonia mobile, tutti eventi che condizionano gli scenari sociali, occorre impostare in maniera nuova l’azione educativa nei confronti dei giovani.

Grazia Russo
Giornalista pubblicista, direzione generale per la gestione e manutenzione degli edifici giudiziari di Napoli, Ministero della Giustizia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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