
Israeliani, europei e americani paragonano Hamas con l’ISIS. Ma è un errore. È un paragone di propaganda, perché se si analizza l’apparato complessivo dei due gruppi, si nota che in realtà sono molto diversi tra di loro e con ideologie ed aspirazioni disomogenee.
HAMAS | ISIS | |
SIGNIFICATO | Harakat al-Muqawama al-Islamiyya = Movimento della Resistenza Islamica. | Islamic State of Iraq and Syria = Stato Islamico dell’Iraq e della Siria; ora più semplicemente IS. |
NASCITA | Nel 1987 a Gaza, durante la Prima Intifada (1987-1993), come organizzazione politica e paramilitare palestinese. È emerso dal ramo palestinese dei Fratelli Musulmani. | Nel 2014. Ha origine nel 2003 come affiliato di Al-Qaeda (AQI) con Abu Musab al-Zarqawi. Successivamente, tra il 2005 e il 2006 cambiò il nome in Stato Islamico dell’Iraq (ISI) sotto l’emiro Abu Omar al-Baghdadi. Poi con lo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011, prese la denominazione di ISIS (o ISIL, Daesh o al Dawlat). Infine, nominato IS (Stato Islamico) sotto la leadership di Abu Bakr al-Baghdadi, che dichiarò la nascita del Califfato nel 2014. |
BASE | Gaza (anche se la leadership politica del gruppo risiede a Damasco). | Iraq e Siria. |
IDEOLOGIA | Islamista, con un approccio politico all’Islam; sunnita, radicale e fondamentalista, di ispirazione all’Islam politico dei Fratelli Musulmani. Quindi la componente religiosa non serve per comprendere le motivazioni dei comportamenti violenti del Movimento. | Fondamentalismo religioso; eretica, fanatica, estremista e radicale, estremamente rigida ed ultraconservatrice da tutto il resto dell’Islam. È la fazione wahhabita-salafita (neo-kharigita). |
FOCUS | Palestina. Il suo fondamentalismo è circoscritto alla questione palestinese (non si riscontrano aspirazioni globali). | Mondo. Il suo fondamentalismo è esteso a livello globale (dimensione transnazionale del jihad). |
NEMICO | Israele. | Occidente (in particolare gli Stati Uniti), Russia, Israele, i musulmani sciiti e in generale tutti coloro che promuovono la secolarizzazione e la modernizzazione (kafir). |
OBIETTIVI | Militari-politici: fortemente nazionalista, vuole reclutare palestinesi per liberare la propria terra palestinese-cisgiordana dai coloni israeliani, da distruggere, e stabilire uno Stato islamico palestinese. | Religiosi: annientare i miscredenti e, impiegando tutti i mezzi disponibili, diffondere ed applicare il loro concetto di sharia (Islam wahabita) nel mondo, così da costituire un vasto Califfato che riunisce tutta la comunità musulmana. |
PROPAGANDA | Circoscritta al popolo palestinese, che va richiamato alle armi per combattere per la propria libertà e per riprendersi la propria terra. | Mondiale. Inizialmente era circoscritta ai territori iracheni e siriani, poi è stata allargata in tutto il globo. È indirizzata ai jihadisti, alla popolazione che lo Stato Islamico già governa e a quella che ancora non è riuscita a conquistare. |
STRATEGIA DI COMUNICAZIONE | Interna, dunque limitata. Non sfrutta appieno e assiduamente i canali di informazione. Non si avvale di un apparato propagandistico strutturato e potente: pochi sono i canali radio, qualche video viene caricato per mostrare le vittime dei bombardamenti ed annunciare la liberazione di ostaggi. Rari sono i video di esecuzioni di prigionieri, non paragonabili agli snuff movies dell’ISIS. | Globale, tramite media audiovisivi (TV, filmati e film, tra cui snuff movies), media audio (radio) e media visivi (poster, volantini, opuscoli, giornali, riviste, libri, sia cartacei sia elettronici). Sfrutta i social networks come trappola per fare proselitismo (da’wa), adescare nuove reclute e mostrare i successi ottenuti. Si avvale anche di organizzazioni mediatiche (Al-Hayat Media center, Al-Furqan Media foundation, Ajnad Media foundation, Al-E’tisam Media, Al-Bayan radio, Central Media Office). |
STRATEGIA D’AZIONE | Pianificazione e geograficamente delimitata. Prendendo per esempio l’ultimo feroce attacco scagliato (07/10/23), la strategia è stata progettata perfettamente da tempo. Non ha mai scagliato violenza fuori dalla Palestina e da Israele. | Pianificazione. I mujaheddin compiono attacchi calcolati, secondo una tattica premeditata, logica e strategica, estesa a tutto il mondo. |
METODO D’AGIRE | Uso della forza e della violenza armata, indistintamente, dunque anche contro i civili israeliani indifesi, cercando di escludere bambini e anziani. | Uso della forza e della violenza armata, indistintamente, perciò anche contro qualsiasi civile. |
ATTIVITÀ | Dal 1990 è responsabile di attacchi terroristici contro obiettivi sia civili sia militari. È stato uno dei principali gruppi coinvolti negli attentati suicidi contro gli israeliani dall’inizio della Seconda Intifada (2000-2005) di Al-Aqsa nel settembre del 2000. Nel 2006 ha vinto le elezioni parlamentari palestinesi, rovesciando l’anno successivo l’ANP nella Striscia di Gaza e prendendo il controllo sul territorio costiero. | Il periodo di maggior successo fu tra il 2014 e il 2016, compiendo diversi attentati terroristici a livello internazionale. Si ricordano quelli a Parigi, a Bruxelles, a Nizza, nel Regno Unito e a Barcellona; inoltre, nel 2014 le decapitazioni di cittadini americani e britannici filmate e diffuse in rete. Nonostante il suo declino dal 2017, l’IS e le sue province ancora sferrano attacchi, soprattutto in Europa, Medio Oriente e Africa. Recente (22/03/24) è quello che ha scosso Mosca al Crocus City Hall da parte dell’ISIS-K (Islamic State – Provincia di Khorasan, il ramo afghano-pachistano). |
ESERCITO | Sì. Le Brigate Ezzedin al-Qassam sono l’ala militare del Movimento, il quale è capeggiato dal palestinese Ismail Haniyeh. Sono i 1000 miliziani circa che il 7 ottobre, guidati dal comandante Mohammed al-Deif, hanno lanciato l’Operazione “Al-Aqsa Flood”(“Alluvione Al-Aqsa”), penetrando via cielo, terra e mare lungo la Striscia di Gaza ed attaccando i civili e i soldati israeliani, colti di sorpresa. | Sì. È strutturato secondo un’organizzazione gerarchica e paramilitare: il leader, oggi Abu Hafs al-Hashimi al-Qurashi, guida il gruppo formato da membri fedeli – i soldati di Dio – che compongono un esercito di circa 20/40mila uomini. |
WELFARE | Nella Striscia di Gaza, gestisce scuole e ospedali, controlla le Brigate al-Qassam, ha istituito la polizia morale, vieta di consumare alcolici e ha imposto parecchie limitazioni alle donne (ad esempio, relative all’abbigliamento e al divieto di girare accompagnate da uomini diversi dai propri parenti più stretti o dal proprio marito). | Stipendia i foreign fighters e gli insegnanti che diffondono il messaggio del Califfato, offre posti di lavoro, assicura la giustizia, si avvale di organi di polizia per mantenere l’ordine; garantisce acqua, cibo, medicinali, cure, elettricità e carburante; istituisce mense pubbliche ed investe sulle infrastrutture. |
RAPPORTO CON | ISIS: In opposizione. Per esempio, ha condannato gli attentati commessi dall’ISIS, in particolare quelli scagliati in Francia nel 2015. Quando Hamas conquistò il potere a Gaza nel 2007, si oppose ai jihadisti salafiti e ne arrestò diversi. | HAMAS: In opposizione. Non tollera il suo Islam politico e moderato. Nel 2015, nel campo palestinese di Al Yarmouk a sud di Damasco (Siria), Hamas e l’ISIS si sono scontrati violentemente, scatenando una vera e proprio guerra. |
RAPPORTO CON I FRATELLI MUSULMANI | Condivide e si associa alle loro ideologie. | Rinnega l’ideologia dei Fratelli Musulmani, considerata apostata (murtadd). |
RAPPORTO CON GLI SCIITI | Ha delle relazioni con loro (si veda per esempio con l’Iran e con Hezbollah in Libano). | Li considera degli eretici, dei pericolosi nemici, da annientare. |
MANIFESTAZIONI INTERNAZIONALI (DEGLI STUDENTI) A SOSTEGNO | Ultimamente sono molto frequenti, per supportare la resistenza palestinese nei confronti degli occupanti-coloni israeliani. | Non ci sono mai state. |
È UN’ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA? | È considerata tale da Unione Europea, Stati Uniti, Israele, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone. Diversamente, l’ONU e la maggior parte dei Paesi del mondo – come Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Cina, India, Russia, Brasile, Svizzera e Norvegia – non la considerano un’organizzazione terroristica, ma un Movimento di resistenza che è la conseguenza dell’occupazione israeliana. | Sì, a tutti gli effetti. |
Accostare Hamas, responsabile della strage del 7 ottobre 2023, all’ISIS cela dunque i sui errori e non fa altro che svilire la causa palestinese.