Organi chimerici

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Non è la prima volta che affrontiamo il tema degli xenotrapianti: organi di animali impiantati nell’essere umano. Negli anni 60 furono trapiantati su alcuni pazienti reni di scimpanzé, il più fortunato visse solo 9 mesi. Nel 1983 venne trapiantato un cuore di babbuino in un bimbo che visse solo venti giorni. Negli ultimi anni sono state fatte sperimentazioni utilizzando le nuove tecnologie Crisp per modificare geneticamente l’organo animale e renderlo più compatibile con l’organismo umano. Con questa tecnologia siamo in grado di sostituire pezzi di DNA esattamente nel punto prescelto.

Nel 2021 all’ospedale NYU Langone Health di New York è stato quindi trapiantato un rene di maiale su una donna eliminando una molecola di superficie che il nostro sistema immunitario avrebbe riconosciuto come estranea. Nel 2022 all’Ospedale dell’Università del Maryland è stato eseguito su un uomo un trapianto con un cuore di maiale ingegnerizzato per evitare il rigetto disattivando 4 geni suini e aggiungendo sei geni umani.

I risultati non sono stati eclatanti con una sopravvivenza anche in questi casi di pochi mesi.

Gli scienziati stanno quindi cercando ulteriori strade per utilizzare gli organi animali e sopperire così alla carenza di donazioni umane. Una di queste è realizzare organi chimerici, cioè organi con tessuti realizzati sia da cellule animali che umane, per tentare di ridurre così le reazioni di rigetto dell’organo. 

È di pochi giorni la notizia che per la prima volta alcuni ricercatori sono riusciti a creare dei reni con queste caratteristiche.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell e rappresenta un importante traguardo scientifico raggiunto dall’Accademia Cinese delle Scienze. 

Il team di scienziati ha utilizzato l’editing genetico per produrre embrioni di maiali senza reni nei quali sono state inserite cellule staminali umane, anch’esse modifiche con la tecnica Crispr, per far sviluppare reni con caratteristiche umane all’interno di questi embrioni. 

Gli embrioni-chimera così realizzati sono stati fatti crescere inizialmente in laboratorio per poi essere trasferiti in madri surrogate. La sperimentazione è stata realizzata su 1.820 embrioni e sono state utilizzate 13 scrofe. Le gravidanze sono state interrotte in 28esima giornata. Di tutti questi embrioni solo cinque hanno sviluppato reni funzionalmente normali per il loro stadio di sviluppo e questi erano composti dal 60% di cellule umane e dal 40% di cellule di maiale.

Il risultato di questa tecnologia ha quindi evidenziato per ora una bassa efficienza: poco più dell’1% degli embrioni impiantati ha creato degli organi funzionali, una percentuale molto bassa per lo scopo previsto.

Nonostante tutto i ricercatori intendono proseguire nella ricerca e faranno crescere gli embrioni per un periodo più lungo in modo che il piccolo maiale si sviluppi completamente. L’obiettivo è quello di far fronte all’esigenza della terapia trapiantologica e quindi di sperimentatare anche la realizzazione di altri organi umanizzati come cuore e pancreas. 

È intuibile che in futuro lo sviluppo di questa tecnologia solleverà non poche questioni etiche, soprattutto perché negli embrioni utilizzati nella sperimentazione sono state trovate cellule umane in tessuti diversi dal rene. Una questione di non poco conto visto che la contaminazione ha riguardato il cervello e ancor più grave sarebbe se si scoprissero in futuro cellule umane anche nel sistema riproduttivo dei maiali.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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