Intervista ad Elisangela Annunziato, il racconto di una lettera aperta di una figlia ai genitori

“Come scricchiolio di foglie”, raccontiamo il significato del titolo.

In riferimento alle foglie autunnali. Così delicate che quando le calpesti si ode quel Crik Crok fastidioso e, al tempo stesso, musicale. Sono le foglie che pian piano si stanno sfaldando, stropicciando, come noi con l’avanzare dell’età.

“Se i miei genitori non fossero diventati vecchi, anziani, io non sarei diventata grande” Una frase tanto semplice, quanto profonda, da’ “Il curioso caso di Benjamin Button” al concetto del ‘nunc stans’. Molte persone possono ritrovarsi in essa, cosa direbbe loro?

Credo che sia più difficile accettare il vedere le persone che ami diventare anziane, che la propria vecchiaia. È un concetto, questo, però che ti porta a riflettere anche sul fatto che se sono, se si è, diventati anziani si è vissuto. Alla base della vecchiaia, quindi, c’è una matrice complessa del vivere a pieno la propria vita e, con essa il passare degli anni. Una sorta di ringraziamento al cielo che ti ha portato all’anzianità. A vedere il tuo corpo cambiare diventare forse più fragile, perché sarà un corpo scolpito in sapienza.

Il cuore è un mistero, perché? Fa riflettere, qualcuno direbbe che la mancanza del caro è l’amore che rimane, cosa ne pensi?

Siamo sempre alla ricerca di qualcuno d’amare. Non siamo stati creati per rimanere soli. Ma il mondo, la vita ci fa dare l’ultimo saluto ai nostri cari. Un saluto che si tramuta in sofferenza, dolore. Se così non fosse però, non avremmo amato. È un girotondo d’amore. Non ci sono Vinti o Vincitori. È una semplice danza circolare dove il cuore occupa il centro del cerchio.

Cosa rappresenta per te il ballo?

Il ballo, per me, è la gestualità della musica. Quest’ultima, oltre ad essere una scala DO-RE-MI-FA-LA- SOL, sono ricordi di vita vissuta. Talvolta ascolti melodie e sembra che parlino proprio di te. Della tua vita. E allora, anche in modo goffo, inizi ad accennare un ballo, dando, a questa sinfonia, gestualità.

Il tema del ricordo è complesso. Da un lato il ricordo è biologico, svanisce con la vecchiaia e la malattia. Dall’altro, l’amore è un legame spirituale, una memoria transumana. Come vivi questo rapporto, tra metafisica e fisica?

Il ricordo credo sia come la fiamma di una candela. Arde fino a quando il vento spegnerà la fiamma facendo rimanere però la candela che se tu volessi riaccendere, a distanza di tempo, potresti farlo. Mi spiego, il ricordo il dolore è forte appena accade il fatto rimane poi un ricordo diverso, più spensierato e meno sofferente, di quella determinata persona.

C’è tanto amore nelle tue parole, vorrei che parlassi di cosa è per te la famiglia, intendo, se qualcuno ti chiedesse di raccontare la famiglia quale messaggio vorresti lasciare?

La famiglia è un unico cuore. È un rifugio, una tana. Un punto di riferimento, in un mondo in continuo cambiamento.

La vita dona molto, e toglie altrettanto. Molto spesso ci si chiede come affrontare tutto questo e rimanere allo stesso tempo umani.
Dalle tue parole si nota che affronti la vita con tanto lucidità e con tanta umanità, quale consiglio daresti?

Ognuno deve vivere la vita a modo suo. La vita non è mai sempre lineare. Si cade e si rialza. È una grande scala, faticosa da salire. Non me la sento di dare consigli. Mi limito ad affermare che dopo una salita c’è sempre una discesa e, personalmente, scenderò quella scala facendo grasse risate, anche solo per il fatto di aver vissuto la mia vita in terra.

Rosario Pullano

Rosario Pullano è studente del Politecnico di Torino, dove frequenta il corso di laurea magistrale Physics of complex systems, percorso internazionale interateneo tra icpt, sissa e alcune università di Parigi. Nasce a Catanzaro l’8 febbraio 1997. All’età di 5 anni si trasferisce con la famiglia a Trieste. Si forma presso il Liceo Classico “Dante Alighieri” e, successivamente, studia all’università “La Sapienza” di Roma, dove consegue la laurea triennale in fisica. Si trasferisce a Bologna un anno, dove completa il corso di alta formazione in finanza matematica. Il 21 novembre 2016 è tra i vincitori nella categoria “Giovani Promesse” nella Sezione Poesia singola del “Concorso letterario internazionale Michelangelo Buonarroti”. Pubblica la raccolta di poesie “Memorie del futuro: sentimenti” nel 2019 con la casa editrice EuropaEdizioni. Ad oggi, continua a scrivere in ambito creativo e in ambito giornalistico e segue le sue ispirazioni imprenditoriali occupandosi di progetti di start up relativi al mondo dell'innovazione dei servizi digitali. 

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