Non serve chiedere fede 

Il cardine del metodo scientifico

Sabato 15 luglio 2023, La Ragione 

Da sempre l’uomo ha cercato di comprendere i fenomeni della natura. Per questo motivo ha sviluppato principi, idee e convinzioni che ha racchiuso in tematiche di studio quali filosofia, teologia e scienza. Grazie a queste discipline, nei millenni abbiamo affinato un metodo che oggi ci permette di beneficiare di un’elevata tecnologia medica e ingegneristica. Viene chiamato metodo scientifico: si analizza l’evento e si tenta di replicarlo con prove sperimentali che ci permettano di capirlo approfonditamente, quindi si formula la legge scientifica sulla quale si basa il fenomeno.

L’origine del metodo scientifico risale al filosofo Aristotele. La concezione attuale si deve però a Galileo Galilei che per primo nel XVII secolo utilizzò la dimostrazione matematica nel processo sperimentale. Qualche decennio dopo Newton utilizzò questo metodo per definire la legge della gravità. Grazie a questo nel XVIII secolo Lavoisier pose le basi della chimica moderna. Nel XIX secolo il naturalista Darwin e il chimico francese Pasteur lo utilizzarono per definire le leggi che sono oggi alla base della genetica e della medicina modera. Nel XX secolo il metodo scientifico è stato quindi applicato con successo in molte altre discipline, fra cui l’ingegneria, la biologia e la fisica. La teoria della relatività di Einstein fu l’esempio cardine della sua validità. L’efficacia di tale procedimento è dovuto al fatto che vengono utilizzati soltanto dati obiettivi e non ipotesi od opinioni personali che sono spesso influenzate dai bias: le distorsioni cognitive. La tendenza di ognuno di noi è infatti quella di creare una falsa realtà sulla base dell’interpretazione delle informazioni e non sull’oggettività delle stesse.

Con lo sviluppo tecnologico il metodo scientifico è diventato però sempre più complesso. Oggi si utilizzano macchine di osservazione avanzate (basti pensare al sincrotrone) e calcoli ormai eseguiti solo da potenti supercomputer. Questi aspetti hanno pian piano creato una sempre maggiore distanza fra lo scienziato e la persona comune: il primo rigidamente ancorato a un metodo che gli permette di trovare la strada giusta per le sue ricerche; il secondo vittima dei bias cognitivi che lo spingono verso inesattezze o false certezze spesso in contrasto con i risultati scientifici. A questo dobbiamo aggiungere il difficile lessico delle pubblicazioni accademiche e una modalità di comunicazione molto distante dal parlato comune. La situazione è ulteriormente peggiorata con i social network, che hanno trasformato e amplificato le distorsioni cognitive in vere proprie fake news.
Come se non bastasse, la progressione esponenziale della tecnologia ci costringerà nel prossimo futuro a trasformare il concetto di fiducia nella scienza in una vera e propria fede dogmatica. L’uomo infatti sarà sempre meno capace di comprendere i passaggi di un metodo scientifico sempre più delegato a macchine che porteranno a risultati strabilianti, ma nessuno capirà come questi siano stati effettivamente raggiunti. Enrico Prati, senior research scientist del Cnr ne parla al TEDx: il funzionamento del computer quantistico, il nostro prossimo oracolo, non è compreso ancora bene da nessuno, nemmeno dagli scienziati stessi che l’hanno costruito.

Mantenere intatta la credibilità della scienza sarà quindi un compito sempre più arduo. Bisognerà garantire trasparenza e una comunicazione facilmente comprensibile. I ricercatori dovranno essere liberi da conflitti di interesse economico e politico e provenire da diverse culture e background per garantire risultati utili a tutti, senza discriminazione alcuna. 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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