Taglia e cuci curando tutti

La tecnologia Crispr-Cas9 alla frontiera della medicina

Sabato 25 novembre 2023, La Ragione 

Il sistema Crispr-Cas9 è una sorta di forbice molecolare che permette di tagliare ed eliminare sequenze di Dna errate (quindi dannose) e sostituirle con quelle corrette. Nel 2012 era stato presentato come scoperta dell’anno dalle riviste “Nature” e “Science” ed e valso il premio Nobel alle ricercatrici Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna.
Questa tecnologia è stata usata nel settore agricolo per migliorare le colture e renderle più resistenti alle malattie o più adattabili a condizioni ambientali sfavorevoli, oppure nel settore zootecnico per eliminare i vettori di parassiti che possono infettare animali e l’essere umano. Nell’uomo è stata utilizzata per la prima volta nel 2021. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista “New England Joumal of Medicine”: sono stati trattati alcuni pazienti affetti da amiloidosi, una patologia che rende gli organi molto rigidi e quindi con il tempo incompatibili con la vita. Erano però vari anni che gli scienziati facevano sperimentazioni in questo campo. La tecnologia Crispr era infatti già stata provata nel 2016 in Cina in un paziente malato di cancro e nel 2017 negli Usa per tentare di curare un paziente affetto da sindrome di Hunter, una rara malattia metabolica.
Negli anni gli studi sull’utilizzo di questa tecnologia sono continuati con ottimi risultati nel campo delle malattie ematologiche ereditarie. Questo perché è possibile estrarre facilmente le cellule del midollo osseo, correggerle e reintrodurle. Tutti gli step obbligatori nelle sperimentazioni sono stati superati ed è stata conclusa la fase 3 della ricerca, che prevede il trattamento in un numero di pazienti molto ampio. Per questo motivo a febbraio scorso l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato un primo parere favorevole a una possibile commercializzazione del primo farmaco Crispr al mondo: il Casgevy (exagamglogene autotemcel).


Nel frattempo, il 12 novembre scorso, sono stati presentati al convegno dell’American Heart Association a Filadelfia i risultati di un’altra ricerca condotta con la tecnica Crispr per l’ipercolesterolemia ereditaria. Il farmaco è prodotto dalla Verve Therapeutics di Boston ma lo studio clinico è ancora in fase 1, cioè la prima valutazione che riguarda l’analisi sulla sicurezza della terapia. In questi pazienti l’obiettivo è disattivare il gene responsabile del colesterolo Ldl (quello cattivo), operazione determinante per prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari.
Alcuni giomi più tardi, il 16 novembre, il Regno Unito ha annunciato la messa in commercio del Casgevy, anticipando l’Unione europea che lo aveva solo approvato. È quindi il primo Paese al mondo a commercializzare un farmaco basato sull’uso delle forbici molecolari Crispr. Il farmaco, sviluppato dalla Vertex Pharmaceuticals di Boston e dalla Svizzera Crispr Therapeutics è indirizzato ai pazienti che soffrono di anemia falciforme e di betatalassemia, due patologie genetiche che rendono i globuli rossi fragili e incapaci di trasportare l’ossigeno ai tessuti. I pazienti affetti sono quindi costretti a continue trasfusioni di sangue. La terapia viene eseguita una sola volta e permette di correggere il Dna delle cellule staminali ematopoietiche che producono globuli rossi, in modo che questi vengano messi nel circolo sanguigno non più difettosi.

Il Crispr-Cas9 sembra essere lo strumento ideale per intervenire su malattie genetiche finora incurabili. Di sicuro è la tecnica migliore che abbiamo ma è costosissima (si parla di milioni di dollari a paziente), inoltre è necessario comprendere la sua reale precisione nella modifica del Dna. Alcuni scienziati paventano infatti il rischio di mutazioni impreviste e in alcuni casi trasmissibili alle generazioni successive. La strada è quindi ancora molto lunga ma bisogna considerare che per i pazienti con malattie ereditarie questa può essere l’unica loro chance di sopravvivenza.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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