“Come mio figlio”, il film di Gabriele Greco

Gli alberi senza radici non cresceranno alti e robusti. Come gli uomini, del resto, senza le loro terre d’origine.

Ed è anche di “terre d’origine” che racconta il regista e attore messinese Gabriele Greco nel film “Come mio figlio”.

Suddetto lungometraggio farà tappa il 18 Gennaio 2024 al cinema Tartaro di Galatina e, nel mese di Febbraio, negli istituiti scolastici e nei cinema d’essai di diverse province d’Italia.

“Questo progetto nasce per i giovani, vorrei distribuirlo anche nel mando scolastico”, dichiara Greco a Social News

La pellicola, che si ispira alla storia di vita vera di Domenico Scordari, è prodotta e distribuita dalla Società Kreiamo Production, con il Patrocinio di Apulia Film Commission.

Intervista al regista del film Gabriele Greco.

“Come mio figlio”, come mai la scelta di questo titolo?

“Ogni genitore sa quanto è importante dare insegnamenti valori ai propri figli. Io vorrei che tutti i figli possano trarre insegnamento dalla vita come è stato per Roger, il protagonista del film. Che attraverso un percorso educativo riesce a comprendere quanto in realtà è ricco di opportunità. Il tema che tocco ha come obiettivo di sensibilizzare i giovani sull’importanza e la possibilità di restare nel territorio senza andare via. Purtroppo i ragazzi decidono di abbandonare con troppa superficialità la propria terra, i propri affetti e, a volte, i propri sogni. E’ soltanto, a volte, un’illusione il fatto di fuggire via. Per realizzare un’ambizione, spesso si va via. Questo film vuole dire ai giovani che si può anche rimanere. Non per forza dopo la scuola si deve fare la valigia!”

Questo film si concretizza in un progetto più ampio…

“Con l’utilizzo dello strumento cinematografico,vorrei avvicinare i ragazzi a questa tematica. Una tematica che se loro non l’affrontassero anche sui libri di scuola, sarebbe di poco impatto. Il film infatti, oltre a essere distribuito nei cinema, lo sarà anche nelle scuole. Andremo, quindi, negli istituti scolastici, i ragazzi guarderanno la pellicola e si creerà così il dibattito per riflettere su questo argomento.”

Il Protagonista, Roger sogna di andare all’estero. Lei, invece, da ragazzo sognava di raggiungere qualche altra terra nei suoi sogni?

“Sì, come di fatto è stato! Io  a 18/19 anni ho deciso di abbandonare Messina per andare a seguire il mio sogno di fare l’attore e il musicista. Sono andato a Roma. Sono sempre stato molto determinato e ambizioso; sono rimasto fuori per quasi trent’anni.

Ora non sono ritornato a Messina, ma vivo, con mia moglie, nel Salento.

Quando si va via, a diciotto anni, lo si fa per conquistare un’indipendenza; è necessario fare queste esperienze, ma non vuol dire non poter tornare indietro sui propri passi, soprattutto se arricchiti dalle esperienze che si fanno.

Io ho scelto fuggire, di non contribuire al miglioramento della mia terra però oggi, da padre, mi sento di dire che un figlio deve essere libero di decidere se andare via o rimanere nel proprio paese. Dobbiamo, però, fornire noi ai ragazzi gli strumenti per comprendere che c’è la possibilità per rimanere, non per accontentarsi, ma per realizzare i propri sogni. Se c’è l’energia, l’ambizione, la passione si può fare proprio tutto.”

Un ricordo, degli affetti, dei colori che la legano alla Sua terra d’origine?

“La mia famiglia. Siamo quattro figli, io sono l’ultimo. Un padre e una madre meravigliosi che mi hanno insegnato, in modo molto semplice, i valori della vita. Di questo non posso che ringraziarli. I regali che ricevevo da bambino erano ponderati, nel senso che avevo la possibilità di rendermi conto del valore di un dono. Oggi esageriamo!

Messina è un luogo magico. Passeggiate in bicicletta. Mi piaceva contemplare la natura. Mangiavo un panino guardando il mare. Ho avuto un’infanzia a contattato con la bellezza del luogo…”

D’annunzio con la famosa lirica “I Pastori” racconta della melanconia che si sente quando si è lontano dalla propria terra. Lei, questa “sana” malinconia l’ha mai provata?

“Certo! Ho spesso la malinconia perché la mia infanzia è sempre presente. Purtroppo ho perso i miei genitori, quindi oggi posso dire di essere orfano, anche se ho i fratelli con cui è importante mantenere un legame!

Sono molto malinconico. Mi manca tantissimo la Sicilia. Da quando è nata la mia prima figlia, che adesso ha quattro anni, non sono più andato a trascorrere lunghi periodi in suddetta tera, come facevo prima. Ci sono luoghi importanti dove sono cresciuto, ci sono ricordi. C’è un legame che non vorrei trascurare. Bisogna difendere le proprie origini. Bisogna coltivarle nel tempo, non abbandonarle. Tutto ciò diventa anche un esempio per propri figli, che comprendono che quel luogo è importante per te. E sentendo il genitore legato a quella determinata terra, anche per loro sarà così, perché avvertiranno il legame.”

Quindi mi conferma ciò che dice un proverbio afgano “ Lascia il tuo Paese, ma non lasciare che il tuo Paese ti lasci”?

“Sì, è confermato! Lottare per migliorare un paese necessita di tanto sacrificio, ma non di una sola generazione. Adesso ho l’esigenza di contribuire al miglioramento, con dei progetti rivolti ai giovani, anche se a diciotto anni sono andato via.

Secondo me comunque la terra sente il legame. E’ un dare e ricevere. Come un contadino che lavora il suo orto. Se te ne prendi cura avrei dei frutti un giorno. Se invece non la curi, te la dimentichi, non ne trarrai dei  buoni risultati. Tutto bisogna farlo con passione e costanza. Il metodo, la disciplina sono alla base di un’educazione.

Quando ho deciso di Fare l’attore mio padre non era molto d’accordo. Mi disse: “Ma sei devi farlo, fallo bene!” Oggi, soprattutto, con qualche anno in più e, con tre Principesse a casa che mi aspettano, prima di fare un lavoro devo essere veramente convinto perché, patire, vuol dire rinunciare a una parte importante della mia vita, ossia la mia famiglia.”

Progetti futuri?

“Sarò nel cast di due fiction: “Vanina Guarrasi” su Canale 5 e “Avvocato malinconico” per la prossima stagione di Rai 1…”

Elisangela Annunziato

Elisangela Annunziato nasce a Salvador de Bahia in Brasile, ma da piccola viene adottata da una famiglia italiana. Ha effettuato diversi corsi tra cui un corso di formazione in “Organizzazione Eventi Culturali” a Firenze. Dopo la laurea conseguita presso l’università Federico II di Napoli, a ventidue anni, lascia tutto e va per motivi di lavoro negli Emirati Arabi Uniti. Tornata in Italia collabora con diverse associazioni nell’organizzazione di eventi culturali, editoriali e musicali. Da sempre impegnata nel sociale – è stata anche volontaria in Africa- idea e crea “Ti preparo un caffé”, blog che vuole raccontare l’incontro con “il diverso” (da te). E’ la sua scommessa. Oggi é una giornalista pubblicista, autrice del libro Il sogno di Francesca che tratta il tema dell’adozione. 

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