Il senato ospita il capitano Mariani

Il dibattito sulla possibilità di veicolare la cultura della legalità attraverso un libro è stato al centro di un incontro tenutosi nei giorni scorsi nella Sala Barberia del Senato della Repubblica, a Roma, promosso dal senatore Orfeo Mazzella.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il generale dell’Arma dei Carabinieri Alfonso Manzo, Paolo Siani, Gianmario Siani (presidente della Fondazione Giancarlo Siani), il senatore Luigi Nave della Commissione Antimafia, Tullio Morello del CSM, il notaio Gea Arcella, assessore al Comune di Udine, e Mariasole Di Maio, giovane attrice della fiction “Un posto al sole” e interprete di “Il diario di Carmela”, un film del 2019 ambientato nel quartiere Piano Napoli di Boscoreale e incentrato sulla vicenda di una ragazza costretta dalla famiglia ad essere complice e vittima dello spaccio di droga.

L’occasione dell’incontro è stata la pubblicazione, lo scorso settembre, del libro “Mala fede” di Giovanni Taranto, che, come i due precedenti volumi “La fiamma spezzata” e “Requiem sull’ottava nota” (editi da Avagliano), ha per protagonista il capitano Giulio Mariani, comandante dell’Arma dei Carabinieri nel Vesuviano, romano di origine e calato appieno nella realtà partenopea degli anni Novanta.

Taranto è uno scrittore, ma è anche un giornalista specializzato in cronaca nera, giudiziaria e investigativa, attività che gli ha permesso di maturare una profonda conoscenza di quella realtà, operando a stretto contatto con gli uomini dell’Arma, di cui ha assimilato la dedizione al lavoro vissuto non come tale, ma come missione.

Nel suo intervento al Senato, Taranto ha parlato della necessità di “invertire il flusso” che, per tanti anni, lo ha visto svolgere il suo mestiere di cronista in un contesto complesso come quello del Vesuviano, dove la gente ha mostrato sempre più disinteresse ad approfondire certi temi. E ha deciso di farlo ricorrendo alla narrazione in forma di romanzo, “lavorando su personaggi e temi reali, e inserendoli in una trama di fantasia senza per questo rinunciare ad essere avvincente. Indorando la “pillola” su fatti percepiti con indifferenza e fastidio perché fanno paura, e perché sono troppi e troppo simili, e instillando nei giovani, che sto avvicinando alla lettura dei miei libri grazie agli incontri nelle scuole, la necessità di fare una scelta di campo precisa e decisa”.

La sua intenzione è quella di “abbandonare la strada della mera nozione, che si è dimostrata spesso una strada a senso unico, e giocare, invece, la carta dell’emozione. Che significa arrivare alla verità invogliando il lettore a chiedersi che cosa succederà nelle pagine successive dei miei libri, stimolando la sua curiosità e lasciando una traccia”.

È possibile, quindi, offrire, per questa via, un punto di vista diverso e più accattivante sulla realtà, che abbia anche un fine educativo e di maggiore sensibilizzazione su ciò che succede intorno a noi. Acquisire una consapevolezza “resa più efficace dal coinvolgimento emotivo del lettore, che gli permette di avere una visione obiettiva di quello che sta leggendo, grazie al racconto dei fatti non solo dal punto di vista di chi si rende responsabile di atti criminali, ma anche delle vittime”.

Le parole conclusive dell’intervento di Giovanni Taranto sono di fiducia nei confronti dei giovani: “È nostro compito, già dalla famiglia, dalla scuola e dalla pratica sportiva come contesto di aggregazione, fornirgli un ‘antidoto valoriale’ che li metta nelle condizioni di capire e di saper scegliere. Offrendo loro dei modelli culturali ai quali potersi ispirare e con i quali identificarsi. E coinvolgendoli attivamente. Perché, sentendosi protagonisti, sono capaci di tirare fuori il meglio di sé”.

Viviana Rossi

Nata a Roma, si è dedicata per diversi anni al lavoro di editor e di correttrice di bozze. Si occupa principalmente di arte, cultura e letteratura, traendo anche ispirazione dai luoghi che ama visitare e scoprire. 

Rispondi