Musica e suono, ispirazione costante

Vista sul Palatino e Foro Romano dalla terrazza della Fondazione Isabella Scelsi

“La musica non può esistere senza il suono, il suono esiste di per sé senza la musica. È il suono ciò che conta”.

Difficile, al di là delle preferenze musicali di ciascun appassionato o semplice curioso, non essere d’accordo con le parole del compositore Giacinto Scelsi, eccentrico polistrumentista di fama internazionale, scomparso negli anni Ottanta del Novecento.

Difficile soprattutto se si ha la curiosità di visitare l’abitazione romana dei suoi ultimi venti anni di vita, lontana ma non troppo dai tradizionali circuiti turistici della Città Eterna, e immersa nei suoni che la circondano.

La casa-museo affaccia sulla piccola via di San Teodoro, un gioiello nel cuore del Palatino, tra Campidoglio e Foro Romano, sede della Fondazione Isabella Scelsi, intitolata da Giacinto alla memoria dell’amata sorella che con lui ha abitato questi luoghi.

Impossibile non rimanere rapiti dalla bellezza della vista che si gode dalla terrazza panoramica cui si accede dal quarto piano, ancora sopra l’appartamento del musicista. È lì che i suoni si mescolano ai colori e ai contorni di uno scenario unico, memoria di un passato intramontabile.

Quegli stessi suoni che sono diventati parte integrante delle composizioni musicali di cui Scelsi ha lasciato testimonianza nel prezioso e ricco archivio documentale e sonoro, fonte di ispirazione e di conoscenza della sua opera per i cultori di musica contemporanea e non solo.

L’originalità del metodo compositivo del Maestro è innegabile almeno quanto la sua capacità di sperimentare in campo musicale e letterario, lasciandosi ispirare dai suoi tanti viaggi all’estero e dall’interesse per la poesia, il misticismo orientale e l’esoterismo. Scelsi usava, infatti registrare le sue improvvisazioni su nastro magnetico, lasciando l’onere della trascrizione ai suoi collaboratori, e arricchendo l’ispirazione iniziale con indicazioni dettagliate per l’esecuzione. Per la realizzazione di quel suono da lui maniacalmente ricercato, che, durante le registrazioni a finestre aperte, si arricchiva dei rumori della strada e della natura circostanti.

Suoni essi stessi. Suoni che contavano e che contano di per sé, anche senza la musica.

Viviana Rossi

Nata a Roma, si è dedicata per diversi anni al lavoro di editor e di correttrice di bozze. Si occupa principalmente di arte, cultura e letteratura, traendo anche ispirazione dai luoghi che ama visitare e scoprire. 

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