Se la speranza è l’ultima, a morire. La crisi della sanità calabrese è frutto di un disastro annunciato

black motorcycle parked beside green plant on gray concrete floor during daytime

La doppia sceneggiata dei due commissari e la scelta di Gino Strada rappresentano il peggio di una scellerata politica lottizzatrice.

di Andrea Pamparana

Da molti anni sostengo che la Sanità in Italia viaggia su due binari: l’efficienza di medici e personale degli ospedali, con alcuni centri di particolare eccellenza, e non penso solo al Nord del paese, basti guardare ad esempio al centro per i tumori neuroendocrini a Messina o alla cardiochirurgia a Napoli Palermo, e un labirinto di inefficienza e sprechi di investimenti pubblici nella parte amministrativa delle Asl. 

La cosiddetta regionalizzazione della Sanità dopo la, a mio parere, famigerata riforma del Titolo Quinto della Costituzione, non è altro che una forma inequivocabile di lottizzazione politica basata sulla fedeltà al partito (tutti i partiti) e non sulla meritocrazia. 

Attenzione: non critico certo la scelta di mandare in Calabria Gino Strada, uomo integerrimo, grande professionista, con un formidabile curriculum dopo anni di lavoro nelle zone più disastrate del mondo.

Gino Strada, un rimedio di facciata 

Purtroppo temo che la scelta sia stata fatta solo per rimediare alla doppia figuraccia fatta con i due precedenti commissari. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in una intervista ha detto sere fa che il commissario Saverio Cotticelli fu nominato dal precedente governo. Vero: ma il Presidente del Consiglio era lo stesso Giuseppe Conte e la ministra della salute la dottoressa grillina Grillo. Non solo: la nomina fu confermata il 4 novembre di quest’anno. 

Il successore, Giuseppe Zuccatelli, del quale lo stesso ministro ha vantato il corposo trentennale curriculum nella Sanità, positivo al Covid, (auguri) è colui che a fine maggio sosteneva l’inutilità delle mascherine e che l’infezione si poteva prendere solo con un prolungato bacio alla francese. Zuccatelli ha in effetti un lungo curriculum di amministratore della salute pubblica in quella Calabria che da anni sappiamo disastrata e commissariata (anche per infiltrazioni mafiose). Ma la vera qualità di Zuccatelli è soprattutto quella di essere un leale funzionario della stessa area politica di riferimento del ministro Speranza.

La prova provata

La prova provata che le nomine in questo settore fondamentale per il benessere dei cittadini avvengono sempre e soltanto per fedeltà politica e non per comprovate capacità.

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