Le novità contenute nella Circolare firmata dal Ministro della Salute Giulia Grillo e dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in ambito vaccinale sono state pensate “in attesa di un approfondimento parlamentare sul dibattito pubblico relativo all’obbligatorietà delle vaccinazioni”, precisa il Ministero della Salute. Secondo il pensiero del Governo attuale, un decreto legge sull’autocertificazione dell’avvenuta vaccinazione dei figli iscritti a scuola non incide sull’obbligatorietà del vaccino, ma semplifica la burocrazia gravante sulle famiglie. Dichiarare il falso rappresenta un reato perseguibile penalmente: il DPR 445 del 2000, che contiene la normativa sulle dichiarazioni sostitutive (le autocertificazioni), prevede che chiunque rilasci dichiarazioni false sotto forma di atti è punito con la reclusione fino a due anni.
La Circolare è, però, ambigua: in base all’articolo 49 del DPR 445/2000, l’autocertificazione in materia vaccinale è vietata. Il decreto legge Lorenzin, varato dal precedente Governo, derogava il divieto dell’articolo 49 per permettere l’autocertificazione in materia di vaccini in via temporanea entro la fine dell’anno scolastico (entro il 10 luglio di ogni anno). Nel caso in questione, inoltre, le scuole, come tutti gli uffici pubblici, sarebbero tenute a controllare quanto dichiarato dai genitori per ogni autocertificazione ricevuta. Avrebbero, quindi, il compito di rivolgersi all’Asl di competenza per sapere se ciò che è stato dichiarato dalle famiglie corrisponda a verità. La complessità e la difficoltà nella gestione dell’obbligo o meno della vaccinazione si evidenzia anche per un altro passaggio: il Ministro Giulia Grillo ha specificato che, per i genitori che rifiutano di vaccinare il figlio, le sanzioni non sono automatiche; è previsto «un delicato percorso di accompagnamento al recupero… avviato dall’Azienda sanitaria con i genitori dei minori non vaccinati e che prevede lo svolgimento di colloqui personalizzati, anche con il coinvolgimento del pediatra di libera scelta e il medico di medicina generale».
Il problema principale è la mancata percezione del rischio in capo a molti genitori nel decidere se vaccinare o meno i propri figli. Per comprendere l’efficacia della vaccinazione basterebbe consultare le statistiche: nell’era moderna, i virus in grado di mietere il maggior numero di vittime sono quelli per i quali la scienza non è stata in grado di produrre un vaccino efficace, come la “spagnola” e l’HIV. Al contrario, le malattie provocate da batteri sono quasi tutte aggredibili grazie agli antibiotici. Anche quelle provocate da virus per le quali disponiamo di vaccini non hanno avuto possibilità di espandersi e, quindi, mietere molte vittime. Oggi, i vaccini sono i “farmaci” più sicuri di cui disponiamo e l’incidenza di effetti collaterali gravi è minima (meno di un caso su un milione), una percentuale inferiore a quella di qualsiasi altro farmaco utilizzato. Il rapporto rischio-beneficio è, quindi, estremamente favorevole. Non solo. Il rischio da reazione avversa da vaccino è nettamente inferiore al rischio di danno provocato dalla malattia virale che si intende contrastare. Alcuni esempi: si stima che, in seguito ad infezione da morbillo, la probabilità di sviluppare complicanze gravi e potenzialmente letali (come l’encefalite) sia del 5%, mentre la probabilità di effetti avversi dopo l’inoculazione del vaccino è di circa lo 0,0001-0,0002%; la percentuale di decessi in caso di infezione da difterite e tetano è, rispettivamente, del 5 e del 20%, mentre le probabilità di sviluppare reazioni avverse importanti dopo la vaccinazione è nell’ordine dello 0,0005-0,007%.
Anche l’incidenza di autismo è identica nei bambini vaccinati e in quelli non vaccinati, come dimostrano approfonditi studi effettuati anche su individui che hanno un rischio particolarmente alto di sviluppare questo disturbo. Per comprendere l’importanza delle vaccinazioni non dobbiamo, poi, dimenticare che la protezione immunitaria autonoma dell’essere umano è sempre stata insufficiente a difendersi dalle epidemie: non furono i conquistatori spagnoli a sterminare la popolazione sudamericana, ma le malattie da loro portate che divamparono fra persone non immunizzate. Certo, le situazioni in epoche diverse non sono confrontabili. A seconda del periodo storico, la carenza sanitaria, igienica e nutrizionale poteva essere una delle primarie cause di diffusione epidemica delle malattie. Oggi, però, altre situazioni possono favorire il divampare di una malattia, come l‘eccesso di antibiotici e sterilizzanti, capace di rendere i nostri sistemi immunitari meno efficaci. In questo, i vaccini possono assumere un certo rilievo perché rafforzano le difese dei bambini proprio nel periodo in cui questi vengono tenuti lontani da ogni germe e, quindi, non hanno l’opportunità di sviluppare un sistema immunitario variegato.
Un nuovo fattore, dirompente, e che per la prima volta si affaccia nella storia umana è la globalizzazione. L’aumento progressivo della popolazione e i facili spostamenti aerei o le masse migratorie rendono sempre più possibile il contagio e aumentano esponenzialmente i portatori di malattia. Un virus può passare in poco tempo da un individuo all’altro e da un continente all’altro. Può, quindi, provocare facilmente una devastante pandemia. Il paragone di un cerino acceso in un fienile è calzante. Se riducessimo la protezione vaccinale in una popolazione sempre meno abituata a convivere con batteri e virus e, quindi, con un’attività immunitaria insufficiente, provocheremmo in poco tempo lo sterminio dell’umanità intera, o quasi, …come successe alla popolazione Inca a causa dei virus europei.
Cinque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7.200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020. I vaccini sono l’intervento medico a basso costo che più di tutti ha cambiato la nostra salute. Un concetto semplice che, incredibilmente, sembra difficile da percepire. Forse, per sintetizzare la questione potrebbe essere utile rileggere una frase di Albert Sabin, il padre del vaccino antipolio: “Io ho creato il vaccino che ha eliminato la poliomielite come minaccia principale per la salute umana. Il resto è confusione di voi giornalisti.”