“Accogliendo l’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, abbiamo disposto, tramite la Cooperazione Italiana, un pacchetto di aiuti umanitari dell’importo di 10 milioni di euro in risposta alla gravissima crisi alimentare che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di 20 milioni di persone in Yemen, Sud Sudan, Nigeria e Somalia, fra cui 1.400.000 bambini di età inferiore ai cinque anni con problemi di acuta malnutrizione”. Così si è espresso il Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, dopo un incontro avvenuto al Palazzo di Vetro a New York. L’Italia, in questa maniera, dimostra ancora una volta la sua posizione in prima linea nel sostegno a favore dei Paesi in difficoltà a causa di conflitti e carestie. L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, istituita nel 2014, ha diverse direttrici d’azione in tutti i Paesi del globo che necessitino di aiuti e individua, in ognuno di questi, un numero limitato di settori di intervento pluriennale. Tra i diversi settori (sicurezza ambientale, alimentare, sviluppo economico) l’Italia vanta una consolidata tradizione di impegno per la salute, specialmente nella lotta contro le pandemie, le malattie trasmissibili ed una particolare attenzione a favore della salute materno-infantile.
LOTTA ALLA MORTALITÀ INFANTILE E MATERNA
Tra i Paesi che ricevono più aiuti troviamo l’Afghanistan, dove la mortalità infantile è ancora elevatissima, arrivando, addirittura, al 91%. Nell’autunno del 2013, grazie all’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stato avviato un progetto di miglioramento dell’ospedale di Kabul specializzato nelle cure ginecologiche, ostetriche e neonatali. In Mozambico, invece, è il tasso di mortalità materna ad essere ancora elevato, costante dal 2003 (408 morti ogni 100.000 nati). Per contrastare il fenomeno, le istituzioni internazionali hanno sostenuto la formazione del personale infermieristico, dei ginecologi e delle ostetriche. Al contrario, in Etiopia, grazie alle attività di cooperazione, gli indicatori sanitari sono migliorati in termini di condizioni di salute e di copertura dei servizi. La mortalità infantile è diminuita, passando da 217 morti ogni 1.000 nati a 88.
INTERVENTO CONTRO LE MALATTIE INFETTIVE E SESSUALMENTE TRASMISSIBILI
La battaglia contro le malattie infettive e sessualmente trasmissibili ha sofferto, nell’ultimo periodo, di una consistente riduzione dei fondi. Di fatto, gli interventi sono stati ridotti e sono calati i Paesi beneficiari. Oggi, la maggior parte degli aiuti viene destinata ad Etiopia e Repubblica Democratica del Congo. A questi, dal 2014, a causa dell’epidemia di Ebola, si è aggiunta la Guinea, per la quale l’Italia favorisce l’arrivo di esperti, forniture e attrezzature sanitarie. Fondamentale nella lotta all’Ebola è stata l’azione congiunta di Croce Rossa, Unicef e Medici Senza Frontiere.
INTERVENTO E SENSIBILIZZAZIONE SULLE POLITICHE DI GENERE
Ulteriore area di intervento d’emergenza è la lotta per porre fine alle mutilazioni genitali femminili. La direzione generale di Cooperazione allo Sviluppo è attiva in questo ambito sin dagli anni ‘80. Vengono lanciate molte campagne promosse da UNICEF, dalla stessa direzione generale Cooperazione allo Sviluppo e da vari Paesi. L’ONU eroga € 1.200.000 per realizzare campagne di sensibilizzazione. L’Italia garantisce ampio sostegno a questi programmi. Le mutilazioni genitali femminili non rappresentano solo una pratica lesiva dei diritti delle donne e della loro salute, ma anche il risultato di condizionamenti sociali e culturali. La direzione generale Cooperazione allo Sviluppo finanzia attività di promozione dei diritti delle donne in Afghanistan, Libano, Myanmar, Palestina, Senegal ed El Salvador. In Afghanistan, l’Italia è impegnata sul tema dal 2003. Eroga € 716.000 tramite Action Aid Italia ed € 800.000 tramite la direzione generale Cooperazione allo Sviluppo. In Myanmar è in corso un progetto a favore dello sviluppo e del processo di crescita delle donne attraverso la loro formazione professionale ed intervenendo indirettamente anche a sostegno dei loro diritti. Il budget per questo programma è limitato e sconosciuto. In Palestina, infine, l’Italia è presente attraverso l’istituzione di un centro nazionale antiviolenza dedicato alle donne palestinesi e realizzato grazie a 2.500.000 dollari erogati dalla Banca mondiale. Il medesimo programma è attivo anche ad El Salvador. Qui prevede anche un approfondimento in materia di sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e sviluppo rurale avviato con l’Istituto Agronomico D’Oltremare. Vi partecipano tre Università italiane.
INTERVENTI IN ZONE DI GUERRA
Nell’ultimo decennio, l’area medio-orientale è stata funestata da numerose guerre. Queste hanno comportato un sistematico sfollamento di intere comunità. Moltissime persone hanno trovato rifugio nei Paesi confinanti. La sola guerra in Siria ha portato 21 milioni di persone a vivere al di sotto della soglia di povertà. Dall’inizio del conflitto sono stati persi due milioni di posti di lavoro, il tasso di disoccupazione è salito al 48,8%, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dell’84,4% e il pound siriano è stato deprezzato rispetto al dollaro americano del 300%. Il sistema educativo è in crisi: molte scuole sono andate distrutte abbassando, di fatto, la frequenza scolastica. Il sistema sanitario è stato devastato: 32 ospedali governativi non sono più attivi e le sanzioni internazionali bloccano l’importazione di farmaci salvavita, equipaggiamenti e pezzi di ricambio. Il personale sanitario scarseggia, a fronte di più di 80.000 morti e almeno 240.000 persone ferite o mutilate. Per far fronte a questa emergenza, l’Italia ha stanziato, nel settembre del 2013, un contributo di € 1.200.000 per aprire un nuovo campo profughi vicino ad Azraq in Giordania, ai confini con l’Arabia Saudita. L’obiettivo è la costruzione di una struttura prefabbricata da adibire ad ospedale da campo. L’iniziativa si inquadra all’interno di un progetto finanziato e coordinato a livello europeo. Da una crisi all’altra, non si può ignorare la drammatica situazione dell’Iraq dopo la missione statunitense e la caduta del regime di Saddam Hussein. In quest’area l’Italia ha destinato un contributo di € 150.000 a favore di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ficross) per sostenere il piano d’azione lanciato in seguito alle violenze registrate nel gennaio del 2014 nella provincia di Al Anbar. Il piano d’emergenza è volto a fornire assistenza a 25.000 persone. Tende a rafforzare le capacità di Mezzaluna Rossa con incentivi a favore del personale, supporto tecnico e formazione finalizzata ad assicurare un’adeguata risposta all’emergenza sanitaria. L’Italia eroga un contributo al Sud Sudan a sostegno delle Ong attive sul territorio impegnate a far fronte alla drammatica crisi alimentare. I fondi stanziati sono pari a 57 milioni di dollari e servono all’acquisto e alla distribuzione di razioni alimentari ed alimenti ad alto contenuto proteico specifici per i bambini e per le donne in allattamento. Con questo programma vengono raggiunte circa 400.000 persone. In Somalia, l’Italia sostiene il Governo federale tramite programmi volti ad accrescere i favori della popolazione nei suoi confronti e ad aumentare le sue capacità di erogare servizi.
In conclusione, il coordinamento tra i rappresentanti delle organizzazioni non governative, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e il Ministero degli Esteri assume un rilievo fondamentale. Dal meeting è emersa una scala di priorità idonea ad orientare gli interventi programmatici per il futuro. Le istanze definite prioritarie per la Cooperazione allo Sviluppo sono: l’approvazione del documento di programmazione da parte del Comitato interministeriale per la Cooperazione allo Sviluppo, senza il quale la nostra cooperazione si trova priva di un chiaro riferimento strategico e programmatico; il potenziamento, tramite l’assunzione di nuovi esperti, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e l’effettivo riconoscimento politico del suo Consiglio Nazionale.