L’impronta visibile dell’Unione Europea

Speciale elezioni europee
Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale
Università di Bologna – Laboratorio di giornalismo sociale

di Elena Volpe

“Povera me, devo partire proprio io per andare alla fiera in Germania. Perché sono sempre così disorganizzata? Non trovo più il caricabatterie del mio cellulare, non posso partire senza! Non mi sono neanche informata su quanto spenderò a chiamare in Italia. Per i documenti? Ah ecco! Ho tutto, mi sembra di aver sentito che la tessera sanitaria italiana vale anche all’estero, speriamo. Perché poi devo prendere il treno fino a Milano, non potevano darmi l’auto aziendale? E se il treno fa ritardo? Oh no! Meglio non pensarci. Ah, ecco il caricabatterie di mio marito, per fortuna che è compatibile. E’ tardi! E’ tardi! No! Paolo non giocare con il televisore! No, no, no! Ecco, lo sapevo, l’hai rotto, proprio oggi che mamma ha fretta! Dovrebbe essere ancora in garanzia, sì, mi sembra duri due anni, va beh, ci penseremo. Mamma mia è tardissimo! Amore?! Devo preparare la pappa per Paolo o fai tu? Ma cosa hai comprato!? Sei sicuro che sia biologico? Perché non hai comprato quello che prendiamo sempre? Ma sì, dai! C’è scritto bio, andrà bene! Sarà meglio controllare gli ingredienti. Ecco, lo sapevo! C’è il pomodoro, non darglielo mica, eh! Se no, finisce al pronto soccorso, mi raccomando! Ciao! Ciao! Ciao piccolino, non ci vediamo per due giorni. Vado! Le chiavi della macchina? E’ tardissimo, ciao! Ti chiamo quando sono sul treno.”

A quanti è capitato di trovarsi in una situazione simile? Una partenza improvvisa, informazioni imprecise raccolte qua e là, poco tempo per verificare. Problemi percepiti sempre come distanti e astratti improvvisamente diventano di fondamentale importanza. E’ la stessa sensazione che molti stanno iniziando a provare, o proveranno tra giorni o settimane, quando sentiranno che a breve ci saranno le elezioni per il Parlamento Europeo, quando saranno chiamati a “salire sul treno elettorale” per contribuire a decidere dell’Europa che sarà. Spesso sentiamo l’Unione Europea molto distante, non ci interessiamo alle norme proposte ed alle leggi approvate, né alla loro reale attuazione. Crediamo sia un mondo a parte, marginale rispetto alle nostre vite di tutti i giorni, qualcosa di confuso che non ci riguarda direttamente. In realtà, l’Unione Europea influenza costantemente le nostre vite. Le ripercussioni delle sue azioni e decisioni formano gran parte delle nostre abitudini e possibilità, senza neppure che ce ne accorgiamo.

Un esempio? Molti piccoli traguardi raggiunti nella tutela dei consumatori sono direttamente imputabili a norme emanate dall’Unione Europea e, successivamente, recepite dall’ordinamento del nostro Paese. Nell’esempio proposto possiamo trovare alcuni riferimenti interessanti: il semplice ottenimento di una garanzia di due anni per i prodotti acquistati all’interno della UE, necessario per chiederne la riparazione o la sostituzione; l’obbligo per i produttori di specificare determinate caratteristiche sull’etichetta dei prodotti alimentari; la possibilità di circolare liberamente da uno Stato all’altro.
I campi d’azione della UE sono moltissimi e alcuni di essi hanno ripercussioni molto concrete sul nostro quotidiano. Viviamo ormai 24 ore su 24 con un telefonino attaccato alle orecchie, ma non tutti conoscono alcuni aspetti riguardanti la UE e la telefonia mobile. Uno di questi è che, nel 2007, è stata la Commissione Europea, in seguito ad una petizione, ad obbligare le compagnie telefoniche italiane ad eliminare i costi di ricarica. Un altro è che è stata la Commissione Europea, nel 2009, a convincere tredici tra i più grandi produttori di dispositivi telefonici a conformarsi producendo caricabatterie provvisti di un semplice connettore micro-USB, non solo in modo da rendere più facile il passaggio di dati tra dispositivi differenti, ma migliorando la versatilità degli stessi caricabatterie. Un altro, ancora, è che il programma presentato a Bruxelles l’11 settembre 2013 prevede per il 2014 una riduzione drastica, fino alla progressiva abolizione, del roaming internazionale all’interno dell’Unione; già dal prossimo luglio le chiamate in entrata saranno gratuite e le chiamate da telefono fisso nazionali o internazionali potranno essere fatte indistintamente senza alcun costo aggiuntivo, o comunque queste ultime non potranno superare i diciannove centesimi al minuto, più Iva.
Un altro settore in cui l’Europa fa sentire la sua influenza è quello dei trasporti, dove si è imposta, già nel 2009, stabilendo nuovi diritti per i passeggeri di treni, autobus e mezzi marittimi, equiparati a quelli del trasporto aereo. Nello specifico, sono aumentate le tutele per i viaggi di persone a ridotta mobilità, sono state inserite nuove regole per i rimborsi relativi alle cancellazioni ed ai ritardi superiori ai 120 minuti e, cosa più importante, si è ottenuto il diritto di essere informati in tempo reale sulle vicissitudini del mezzo sul quale si sta viaggiando.
Per la nostra viaggiatrice in partenza per la fiera in Germania, qualunque mezzo sceglierà, dal novembre 2004 c’è anche la T.E.A.M., Tessera Europea Assistenza Malattia, valida in tutti gli Stati membri e in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Questo semplice strumento, che per l’Italia corrisponde al retro della nostra Tessera Sanitaria (TS), ha sostituito i modelli E110, E111, E119 ed E128, che prima di allora si compilavano, a seconda dei casi, in occasione dei viaggi all’estero per usufruire delle “cure medicamente necessarie”. La T.E.A.M. non va, però, confusa con una specie di passpartout: dà diritto a ricevere le stesse cure che riceverebbero gli assistiti di quel Paese, ma non comprende le visite o le prestazioni programmate. Per quest’ultimo tipo di cure, di solito altamente specializzate, serve la preventiva autorizzazione dell’Asl del Paese d’origine. Allo stesso modo, esibire questa tessera non significa non dover pagare un eventuale ticket o affrontare altri tipi di spese; in Svizzera o in Francia, infatti, il sistema sanitario si basa sull’assistenza indiretta, e questo significa, per quel che ci riguarda, che si incorrerà in spese solo successivamente rimborsabili. Piccole variazioni da Paese a Paese sicuramente non sufficienti per mettere in ombra il grande lavoro uniformante realizzato dalla UE. Se “la Cina è vicina” scriveva qualcuno anni fa, l’Europa è davvero più vicina a noi, non solo sulla carta geografica.

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