Astensionismo: no, grazie!

di Francesca Casamassima

“Votare per il Parlamento Europeo?! No, mi astengo! Sono tutti uguali e anche questa volta non cambierà nulla! Non cambia mai nulla in Italia, figuriamoci se il voto può contare davvero qualcosa in Europa!”. A molti sarà capitato di ascoltare commenti simili provenienti da amici o parenti sfiduciati dalla politica, ma, soprattutto, dai politici. Eppure, il 24 e il 25 maggio in Italia si terranno le elezioni del Parlamento Europeo e gli elettori saranno chiamati a scegliere 73 membri di questa istituzione.
Le ultime elezioni europee si sono tenute nel 2009 e i dati registrati dal sondaggio dell’Eurobarometro, condotto da TNS Opinion in riferimento all’astensione ed al comportamento elettorale nel giugno di quell’anno, non sono affatto incoraggianti in termini di partecipazione. L’affluenza alle elezioni europee è diminuita di quasi il 19% nel corso di 30 anni, passando da poco meno del 62% nel 1979 al 43% del 2009.
Nello stesso periodo, l’astensionismo è cresciuto di quasi 27 punti percentuali. Le cause predominanti sono l’alto livello di insoddisfazione nei confronti della politica e la convinzione che il proprio voto non sia in grado di cambiare nulla, tanto nello scenario politico locale quanto in quello internazionale. A ciò si aggiunge, in Italia, la mancanza di fiducia negli eletti, visti spesso come “vecchi arnesi” della politica nazionale mandati, a fine carriera, a svernare in Europa, dove si faranno notare per assenteismo ed inefficienza. Ma la pensano così anche gli elettori più giovani chiamati a votare il prossimo maggio? I dati raccolti su un pur piccolo campione di 110 persone, attraverso un questionario diffuso sui principali social networks delle mie cerchie di giovani conoscenti, non lasciano ben sperare in un cambio di rotta forte in vista delle prossime elezioni. Il 32% degli intervistati afferma sin d’ora che non andrà a votare: tra le motivazioni espresse spiccano al primo posto la sfiducia verso la politica e i politici, accompagnate, al secondo, dal disinteresse per temi politici, locali, nazionali o europei. Al terzo posto, perfino l’idea convinta che il proprio voto non possa avere conseguenze. Eppure, qualcuno potrebbe ricredersi, verificando se, riguardo all’assenteismo, i politici siano davvero tutti uguali. Confrontando i dati pubblicati sul sito internet mepranking.eu (febbraio 2014), dove viene monitorata e registrata l’attività di ogni europarlamentare, scopriamo che tra i nostri europarlamentari ci sono rappresentanti degni di encomio in termini di presenza. Come l’onorevole Mara Bizzotto (Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia), classe 1972, Presidente della Delegazione per le relazioni con l’Australia e la Nuova Zelanda, membro della Conferenza dei presidenti di delegazione e della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali. Le si attribuiscono 1.233 interrogazioni parlamenti ed il 91% di presenze in Parlamento. Oppure come l’onorevole Oreste Rossi (Gruppo del Partito Popolare Europeo), nato nel 1964, membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della Delegazione per le relazioni con l’Iran, che può vantare 1.138 interrogazioni parlamentari e il 95% di presenze. O, ancora, come l’onorevole Sergio Paolo Francesco Silvestris (Gruppo del Partito Popolare Europeo, Democratici-Cristiani), classe 1973, membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e delle Delegazioni per le relazioni con i Paesi del Maghreb e l’unione del Maghreb arabo e dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo: il suo “score” è di 776 interrogazioni parlamentari e 98% di presenze. Se i dati a disposizione evidenziano una forte correlazione tra attivismo parlamentare ed attribuzione di cariche di maggiore responsabilità, altrettanto interessante è anche la “voglia di fare” che emerge nell’attività parlamentare delle eurodeputate italiane.
Eppure, le eurodeputate italiane sono sottorappresentate in termini numerici rispetto alle loro colleghe di altri Paesi: su quest’ultimo aspetto, purtroppo, le convinzioni della vigilia non vengono smentite.

di Francesca Casamassima
Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale
Università di Bologna – Laboratorio di giornalismo sociale

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