Act React Impact: domande, dubbi e perplessità su una campagna di comunicazione

di Marta Schiavo

“Act, React, Impact”. Ha preso avvio con queste tre parole, il 10 settembre scorso, la campagna di comunicazione per le elezioni europee in programma tra il 22 e il 25 maggio 2014, che si concluderà con la nomina del Presidente della Commissione da parte del neo-eletto Parlamento. Nata allo scopo di sensibilizzare ed informare i cittadini europei chiamati alle urne, la campagna è costata all’Unione – e dunque ai contribuenti europei – 16 milioni di euro. Una somma considerevole, ma i risultati si stanno vedendo?
La campagna, realizzata dall’agenzia pubblicitaria Ogilvy, nota a livello mondiale, è stata articolata in quattro fasi. La prima è iniziata con la presentazione dello slogan “Act, React, Impact”, proponendosi di spiegare i nuovi poteri del Parlamento e le seguenti implicazioni nella vita quotidiana delle persone residenti nell’Unione Europea. Economia, lavoro, qualità della vita, denaro e UE nel mondo sono, invece, le cinque parole chiave della seconda fase della campagna, iniziata ad ottobre e conclusasi nelle scorse settimane con una serie di eventi previsti nelle città europee. Le ultime due fasi si concentreranno, rispettivamente, sulle date elettorali e sull’elezione del Presidente della Commissione Europea.
In Italia, lo slogan della campagna è stato tradotto con la formula “Agire, Reagire, Decidere”. I primi due termini sfruttano un corrispettivo letterale, mentre la parola “decidere” è stata scelta per esprimere il significato di “essere d’impatto, avere un ruolo”. Da un lato, lo slogan italico sembra una buona traduzione per ribadire la rafforzata centralità dell’elettore, che quest’anno dovrà indicare nella propria scheda – a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti elezioni – anche il nome del candidato favorito: dall’altro, tuttavia, non sembra possedere la necessaria forza per convincere i cittadini che ogni singola voce conta, ogni singolo voto è in grado di fare la differenza.
In un Paese nel quale l’astensionismo rappresenta uno dei pochi aspetti in continua ascesa (nel 2009, il 57% degli elettori non si recarono ai seggi) insistere su un messaggio di maggiore rottura poteva essere più lungimirante. Significativi sono i risultati di un sondaggio proposto ad un campione di 109 potenziali elettori, per l’82% di età compresa tra i 18 ed i 30 anni: l’86% non conosce lo slogan ed il 77% non ha visto il video dello spot. Tra le persone che ne hanno preso visione, solo il 3% lo giudica convincente.
Sullo slogan sarà il tempo ad esprimere un giudizio definitivo. Fin da ora, invece, nascono dubbi sull’efficacia del video della campagna di comunicazione, facilmente reperibile su Youtube digitando “Act React Impact”: un collage di immagini con significati opposti tra loro, accompagnato da un sonoro struggente ed un parlato che invita a considerare l’Unione come un organismo che ascolta ogni opinione. Un filmato lungo un minuto e 38 secondi, in cui sono completamente assenti i contenuti informativi, fatta eccezione per gli ultimi secondi nel corso dei quali, dopo aver giustapposto immagini contrastanti e a volte eccessivamente stereotipate, viene esplicitato che il mittente del messaggio è il Parlamento Europeo, organismo di legittima rappresentanza di ogni diversità. È davvero utile utilizzare uno spot così lungo e povero di informazioni quando si intende lanciare un messaggio univoco in 28 Paesi diversi? E poi, è coerente come conclusione del video sovrapporre all’immagine di una bambina, che non ha evidentemente l’età necessaria per votare, la frase “sei tu che hai il potere di decidere”? Non sarebbe stato meglio chiudere con una citazione delle elezioni nel momento in cui si vuole sensibilizzare una maggiore partecipazione a questo momento? In attesa di messaggi maggiormente informativi, virali ed attraenti, con la speranza che arrivino almeno nelle settimane precedenti il voto, al momento si registra una copertura mediatica dell’appuntamento elettorale quasi nulla e un’assenza totale di messaggi mirati alla formazione di un’identità europea maggiormente condivisa, requisito indispensabile per contrastare l’astensionismo disinteressato. I media tradizionali non sembrano ancora interessati ad un evento che diverrà notiziabile in Italia solo a ridosso del voto.
Il web, per ora, resta una piattaforma sterile alla diffusione della campagna.
La situazione è migliore se si volge lo sguardo ad alcune iniziative e ad alcuni progetti di sensibilizzazione al voto attuati a livello locale, i quali si caratterizzano per efficacia, interattività e coinvolgimento diretto dei cittadini. È il caso, ad esempio, del concorso “Go to Vote: la tua prima volta in Europa” indetto da Europe Direct Emilia Romagna in risposta ad un bando della Commissione Europea. Tra i vincitori, alcuni istituti superiori delle province di Bologna e Ferrara e l’associazione culturale PlacEvent [HUB]. Quest’ultima, candidandosi nella sezione stampa-web, ha realizzato un’infografica dedicata al tema giovani ed un video informativo intitolato “Vote to Work” mirato alla sensibilizzazione sul tema del lavoro, in particolare sulla disoccupazione giovanile.
Molti sono poi i concorsi che spingono i giovani europei a realizzare materiale comunicativo efficace, in grado di combattere l’astensionismo e risvegliare l’identità europea. Tra questi, “Shining Stars of Europe” concorso video per la realizzazione di uno spot capace di raccontare l’Europa come la desiderano i suoi cittadini, organizzato dalla rappresentanza della Commissione Europea a Lussemburgo. Iniziative di partecipazione che partono dal basso per coinvolgere direttamente i cittadini chiamati a votare e promuovere un’interazione tra le loro idee, i loro punti di vista e le aspettative con cui un’Europa in parte ancora in divenire è chiamata a confrontarsi.

di Marta Schiavo
Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale
Università di Bologna – Laboratorio di giornalismo sociale

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