Giovanni Fattori in mostra a Milano

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

Ancora pochi giorni, fino al 12 gennaio c.m. per ammirare le opere di Giovanni Fattori al GAM, Galleria di arte moderna di Milano.

Giovanni Fattori, In vedetta (Il muro bianco)- c. 1872 - olio su tela- 37x 56cm- Valdagno, Collezione privata.

Giovanni Fattori, In vedetta (Il muro bianco)- c. 1872 – olio su tela- 37x 56cm- Valdagno, Collezione privata.

Il GAM di Milano ospita alcuni capolavori di Giovanni Fattori, provenienti da collezioni private. Una mostra curata da Francesco Luigi Maspes ed Enzo Savoia, prorogata fino al 12 gennaio c.m., il cui itinerario propone, in particolare, dipinti con scenografie di guerra. L’autore, uno degli artisti fiorentini, non allineato sulla posizione degli accademici del suo tempo è noto per essere stato membro di una compagnia innovativa del 1845, solita riunirsi al Caffè Michelangelo. Insieme a Signorini, Cecioni, Abbati, Lega, Sernesi, Cabianca, Borrani e Banti discuteva di arte e politica. Tutti accomunati dagli stessi ideali, con il fine di realizzare vivaci teorie. Nel 1862 furono definiti sulla «Gazzetta del popolo» come i ‘macchiaioli’, termine sì ispirato alla loro tecnica di giochi di luce e chiaroscuro creata attraverso pennellate di colore e luce in una sorta di velature, ma questo è stato soprattutto un epiteto adoperato con tono dispregiativo, in riferimento alla loro diatriba con la cultura antica e con la politica attuale. Il teorico del gruppo, Diego Martelli, nel 1867 si era fatto portavoce attraverso la diffusione di notizie e aveva fondato la rivista «Gazzettino delle arti del disegno». Il suo fine era comunicare le problematiche connesse all’arte contemporanea di quegli anni, sia italiana, sia straniera. In un suo articolo sosteneva che: «La nuova pittura utilizza il colore steso in zone ampie ‘la macchia’ per definire in modo sintetico i volumi; ma conserva anche la tecnica tradizionale del chiaroscuro, per dare risalto alla modellazione plastica. Ne deriva una pittura equilibrata, di grande concretezza formale e nel contempo ricca di mediazione culturale». Tra i testi di Giovanni Fattori troviamo una definizione di macchia, intesa come mezzo che «permette di vedere sul vero una figura, o umana o animale, fosse un muro bianco o aria limpida o altri oggetti». Ne scaturisce, quindi, una sorta di pittura raffinata, che avvolge lo spettatore in una sorta di visione della realtà tra luci e ombre che permettono di porre i riflettori sugli aspetti culminanti, senza deviare lo sguardo.

Per informazioni: www.gam-milano.com

Galleria d’Arte Moderna di Milano, Via Palestro 16- 20121 MI – Tel. +39 02 88 44 59 47

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