Cambiare alimentazione per salvare l’ambiente

di Michela Arnò @MichelaPdC

Abbandonare definitivamente il consumo di carne per seguire una dieta vegetariana, una scelta non solo etica e salutistica, ma una soluzione concreta per difendere l’ambiente dagli effetti devastanti degli allevamenti intensivi.

Foto: www.veganhome.it

Foto: www.veganhome.it

La soluzione per risollevare il nostro pianeta può arrivare da noi stessi e da un cambiamento alimentare consapevole, accompagnato da un cambiamento che riguarda anche lo stile di vita individuale: infatti, abbandonando definitivamente il consumo di alimenti di origine animale in favore di un’alimentazione basata su ortaggi, frutta, verdura, cereali e legumi, può concretamente combattere i cambiamenti climatici con notevoli risparmi di acqua ed energia ed un abbattimento considerevole sulle emissioni di metano e gas serra. Gli allevamenti di animali destinati al consumo alimentare, chiaramente insostenibili dal punto di vista ecologico, sono responsabili dell’inquinamento di mari e falde acquifere, della deforestazione e della desertificazione di vaste zone, dello spreco di risorse alimentari, idriche, energetiche e territoriali, oltre a determinare un significativo impatto sulla biodiversità animale e vegetale.

A sostegno della tesi numerosi esperti, scienziati e medici che confermano, attraverso dati e statistiche di rilevante interesse, che i danni causati al pianeta si riflettono sulla nostra tavola: Umberto Veronesi, Lord Stern of Brentford, Rajendra Pachauri, Oliver de Schuttern; insieme ad importanti studi, come quelli condotti da The Lancet, UNEP (United Nations Environment Programme), Institute for Environmental Studies della VU University di Amsterdam, Cornell University di New York, Stockholm International Water Institute.

I dati raccolti nel corso dei vari studi parlano in modo chiaro. Per produrre ogni solo chilo di carne bovina, vengono impiegati 20.000 litri di acqua; (per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno); il 30% delle terre emerse vengono destinate all’allevamento di bestiame con un consumo di suolo per animale pari a trenta volte il suo peso. Si stima che ogni hamburger comporta la distruzione di 5 metri quadri di foreste che corrispondono a 35 metri quadri per ogni chilo di carne: con il raccolto ottenuto da un appezzamento di terra necessario a nutrire una persona che mangia carne (il 50% di cerali e il 90% di soia prodotti vengono destinati a mangime), potrebbero essere nutrite fino a venti persone vegetariane. (dati LAV attraverso il progetto “cambia menù). I tassi di deforestazione nell’Amazzonia Brasiliana parlano di 621 mila chilometri quadrati persi fino ad oggi (oltre a produrre ingenti danni ai popoli indigeni che abitano in quei territori). Inoltre Il 18% delle emissioni globali di gas serra derivano dagli animali allevati: smettendo di mangiare carne, in un anno una sola persona può portare ad un risparmio di 1.872 kg di CO2, un risparmio molto più ampio se si decide di seguire una dieta vegana (esclusione di carne e derivati animali).

Una riduzione del consumo di carne nei paesi occidentali può, quindi, contribuire a ridurre la scarsità di cibo e acqua nei Paesi più poveri del Mondo.

Anche la pesca e l’aquacoltura incidono in maniera significativa sull’equilibrio ambientale: l’impatto sugli ecosistemi marini e lo sfruttamento intensivo rappresentano la principale causa di devastazione della vita marina. La pesca è inoltre responsabile di catture accidentali che può stravolgere l’equilibrio delle popolazioni ittiche e dell’ambiente, senza contare la distruzione della flora e della fauna dei fondali causata dalla pesca a strascico.

Il primo passo verso un futuro sostenibile è un cambiamento responsabile delle nostre scelte alimentari quotidiane che parte da noi stessi. Una scelta di consapevolezza che già coinvolge più di sette milioni di persone in Italia.

di Michela Arnò @MichelaPdC

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