Il potere del controllo finanziario

Il controllo dei fondi è un gioco di potere, per chi li assegna. Come vengono assegnati questi fondi? Quanto è opportuno assegnare? Chi sono i beneficiari? I responsabili della assegnazione delle donazioni, così come l’assegnazione stessa, devono essere costantemente monitorati.

Un aspetto importante nello Srilanka è costituito dalla enorme quantità di fondi incanalati dall’Occidente verso aree interessate alla guerra e popolate da minoranze; ciò provoca, anche se giustificatamente, una frattura tra minoranze e maggioranza, visto che una buona parte di questi fondi vengono probabilmente ridistribuiti a scapito del resto del Paese, provocando in tal modo ulteriori discriminazioni. Anche se la ricostruzione è necessaria, non è sulla ricostruzione fisica che ci si deve concentrare, ma piuttosto sulla ricostruzione delle menti, di entrambe le parti. Così il pendolo della discriminazione si è spostato di nuovo, all’estremo opposto, all’epoca pre – indipendenza britannica dello Srilanka. Questo vale non solo per la comunità cingalese, ma anche per la minoranza musulmana. Il pericolo è che le fazioni più estremiste cingalesi e musulmane, nella loro sete di potere, possano sfruttare la giustificazione di nuove discriminazioni interne provocando ulteriori contrasti nel Paese con conseguente destabilizzazione dello stesso. Il potere d’investimento dei Paesi produttori di petrolio e le organizzazioni estremiste aspettano solo di scuotere la stabilità globale, e non vanno sottovalutati. Abbiamo già sentito i musulmani reclamare il controllo regionale, e i capi litigare tra loro. Che l’assegnazione o rassegnazione dei fondi sia stata fatta in modo ragionato o no, porterà comunque a divisioni. Tuttavia le implicazioni future all’interno delle comunità cingalesi e musulmane devono essere previste dai politici prima dell’assegnazione di grosse somme, soprattutto perché il provvedimento andrà comunque a scapito delle altre comunità. Non è ammissibile che la maggioranza o un’altra minoranza si sentano discriminate. Non è nemmeno accettabile che il resto del Paese debba pensare di lasciare alla propria progenie l’onere della restituzione del debito per lo sviluppo. Anche il controllo dei fondi è un gioco di potere, per chi li assegna. Come vengono assegnati questi fondi? Quanto è opportuno assegnare? Chi sono i beneficiari? In alcune occasioni abbiamo anche assistito al fenomeno del “e a noi che ce ne viene?”. Questo non sempre implica un compenso in denaro, ma a volte semplici affiliazioni o favori personali. Pertanto i responsabili della assegnazione delle donazioni, così come l’assegnazione stessa, devono essere costantemente monitorate.
La vita nei Paesi ricchi costituisce uno degli aspetti che più influiscono sull’allontanamento e sulle spaccature tra comunità esuli. Per loro, le crudeltà della guerra non sono né visibili né realistiche. Un contributo volontario o obbligatorio di qualche dollaro è poca cosa per il singolo individuo; ma la divisione è sufficientemente profonda da essere sentita anche da quelli che vivono in altri Paesi. Non ci sarebbero guerre separatiste se l’Occidente o i Paesi ricchi non si occupassero di raccolte fondi. Il che porta a un dilemma: da una parte, proibire tali raccolte non eliminerebbe l’impunità di quei governi che opprimono le minoranze all’interno dei loro Paesi; dall’altra, la raccolta fondi andrebbe ad alimentare le attività terroristiche nei confronti della popolazione civile, e porterebbe all’impunità dei ribelli stessi che violano i diritti dell’uomo. Le nuove politiche del “divide et impera” hanno portato a violazioni sempre maggiori dei diritti umani in un tentativo di sopraffazione reciproca. Questi gruppi eversivi si associano invariabilmente con altri gruppi e con la mafia sommersa di falsari di carte di credito, di fomentatori del terrorismo, di contrabbandieri di armi, di trafficanti di droga e di mercanti di “carne umana”. E’ interessante notare come alcuni di questi settori secondari di investimento siano tra loro complementari. Se i governi occidentali si fossero resi conto di questo, un certo numero di atti terroristici compiuti sul loro territorio avrebbero potuto essere evitati. L’ironia è che, nel momento in cui i Governi Occidentali dovessero crollare, si ritroverebbero con i fucili puntati contro.

Traduzione di Fernada Flamigni

Harendra de Silva
Pediatra, docente di pediatria presso l’università di Kelanya,
Presidente dell’autorità Nazionale per la Protezione del Bambino

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