L’Apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe!

Dario Fo

Le estrazioni del petrolio sono ormai agli ultimi palpiti, molte di quelle pompe hanno cominciato ad aspirare fango puzzolente. In poco tempo dovremo dire addio alle quattro ruote… Si torna all’età della pietra! Meglio, dei pedoni!

La fine del petrolio!!! Cosa? In che senso?
Siete rimasti attoniti, eh? Increduli? Sì, è questione di qualche anno, forse il prossimo: il mondo rimarrà all’istante senza propellenti fossili, tutti fermi, con le nostre macchine bloccate, le caldaie vuote, i generatori di correnti muti. No, non è uno scherzo. Volete una prova tangibile? E allora rispondetemi: come mai soltanto negli ultimi anni il prezzo del petrolio è aumentato di sei volte e continua a montare? Dai 18 dollari al barile di sette anni fa siamo saliti a 100 dollari e passa degli ultimi tempi! Nessun prodotto, nel commercio mondiale, ha mai subito uno sbalzo del genere, nemmeno il mercato immobiliare, che è il più esoso. Pagare il petrolio 18 dollari al barile, che sono più di 157 litri, vuol dire comprare il prezioso petrolio, invecchiato decine di milioni di anni, al prezzo dell’acqua minerale all’ingrosso. E come mai questo fenomeno? Qualcuno dà tutta la colpa alla tensione internazionale e soprattutto alla situazione in Medio Oriente, Iran, Iraq, Pakistan e Afghanistan. Ma non ha senso. All’indomani della caduta di Saddam il prezzo del petrolio diminuì addirittura. Perché poi è aumentato? Alcuni studiosi del settore ce ne danno una risposta quasi ovvia: il prezzo del petrolio aumenta in maniera inversamente proporzionale al precipitare dell’offerta del prodotto sul mercato. In poche parole, cresce a dismisura perché non ce n’è più.

Non avete capito? Le estrazioni del petrolio sono ormai agli ultimi palpiti, molte di quelle pompe hanno cominciato ad aspirare fango puzzolente, invece dell’inebriante oro nero e i giacimenti ultimamente scoperti sono di valore insignificante. In poche parole, questione di poco tempo: dovremo dire addio alle quattro ruote… Si torna all’età della pietra! Meglio, dei pedoni! Via!

Qualcuno di voi sorride. Sì, detta così, sembra una boutade gettata lì tanto per creare il brivido. Ma un quotidiano serio come “l’Observer” qualche mese fa ha dedicato tutta la prima pagina a questa folle notizia. Innanzitutto ci viene rivelato che da anni le imprese petrolifere in massa ci stanno spudoratamente mentendo: tutti i dati riguardanti la quantità di greggio estratto sono sempre stati pompati fino all’inverosimile per farci credere che avessimo tanto petrolio a disposizione da poter tranquillamente continuare a buttarne. “Ne abbiamo da cavare per almeno un paio di secoli e ogni giorno scopriamo nuovi giacimenti!” giuravano. Tutto falso!

Le Sette Sorelle sapevano da tempo che i pozzi si stavano esaurendo e lo sapevano anche i governi interessati all’affare. L’anno scorso è stato pubblicato un testo che ha prodotto un certo scalpore. Il titolo ci dice già quasi tutto. La verità nascosta sul petrolio, sottotitolo: Un’inchiesta esplosiva sul “Sangue del mondo” di Eric Laurent. Nel libro c’è un capitolo in cui ci viene presentato il pensiero di Jean-Claude Balaceanu che nel 1979 era il massimo esperto dell’Istituto Francese del Petrolio. Nello stesso periodo, cioè trent’anni fa, lo scienziato dichiarava: “Lo slogan fisso della società dei consumi è Petrolio a volontà! Che cosa succederà il giorno in cui l’umanità resterà senza idrocarburi? Le strade rimarranno deserte, anzi di lì a poco non esisterebbero più neanche le strade, a causa della mancanza di catrame e asfalto. Le pompe di erogazione spariranno. I commercianti, dal piccolo negozio sotto casa al supermercato, dai mercati rionali ai macellai, saranno obbligati a chiudere. Niente più trattori nei campi né aerei nel cielo. Tutte le navi saranno condannate a rimanere in porto. Niente più riscaldamento a gasolio e questo significa che la metà delle case, degli uffici, delle scuole, degli ospedali rimarrebbero al freddo d’inverno e nel bollore d’estate. Il sistema industriale sarà paralizzato. L’agricoltura tornerà indietro di un secolo. Quasi tutte le materie prime e le fibre artificiali scompariranno”.

Vi ripeto: questa avvisata è stata scritta e divulgata quasi trent’anni fa, ma pochi ci hanno fatto caso. La nostra arroganza ci ha spinto all’oblio e all’incoscienza. Come osserva Mario Tozzi in un suo articolo apparso su “La Stampa” qualche mese fa, ci siamo domandati per anni quando sarebbe finito il petrolio e invece la vera questione è: quando finirà il petrolio a buon mercato e quindi accessibile? L’Apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe! (Guanda, 2008)

Dario Fo
Premio Nobel per la Letteratura 1997

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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