Italia, patria dei divieti

Esistono soluzioni che contemplano l’ingresso sulla vettura direttamente con la carrozzina, ma gli automezzi che hanno uno spazio sufficiente sono di grosse dimensioni e di una certa cilindrata, che per ovvi motivi non è consentita ad un neo-patentato. Ci sarebbe anche la possibilità di fare determinate modifiche su vetture leggermente più piccole, ma solamente importandole dall’Inghilterra dove questi adattamenti sono concessi

Per i disabili l’autonomia rappresenta un obiettivo imprescindibile e di fondamentale importanza all’interno del processo di integrazione nella società in cui viviamo. Un passo fondamentale in questa direzione è costituito dall’utilizzo dell’automobile per effettuare quegli spostamenti che oggi più che mai fanno parte del nostro vivere quotidiano, pensiamo infatti a fare la spesa, a frequentare la scuola o il lavoro, a fare shopping, a vedere il cinema o una partita di calcio, o a praticare uno sport, il tutto reso possibile solamente attraverso il ricorso ad una quattro-ruote. Io credo che in questi ultimi anni molto si sia fatto e si stia facendo per rendere possibile l’uso delle autovetture a noi “piloti in carrozzina”, con tutte le difficoltà che si possono incontrare durante questo percorso e la forte personalizzazione delle soluzioni a cui si deve ricorrere, vista la molteplicità degli handicap che rende quasi impossibile una standardizzazione dei prodotti. Da qualche settimana sto frequentando la scuola guida per ottenere la patente e mi sto contemporaneamente occupando della ricerca di un mezzo che mi consenta di spostarmi in maniera autonoma. Le soluzioni prospettatami sia dal Web che da un’autofficina specializzata da me contattata, sono diverse, c’è però una richiesta che non riesce a trovare risposta: la completa autonomia, poter cioè utilizzare il mezzo senza l’aiuto di nessuno.

Diversi progetti prevedono infatti, la piegatura della carrozzina, operazione che io non riesco a compiere, vuoi per l’esilità della mia corporatura, vuoi perché usufruisco di una sedia a rotelle elettrica dal peso notevole. Ci sono poi soluzioni che contemplano l’ingresso sulla vettura direttamente con la carrozzina, ma gli automezzi che hanno uno spazio sufficiente sono di grosse dimensioni e di una certa cilindrata, che per ovvi motivi non è consentita ad un neo-patentato. Ci sarebbe anche la possibilità di fare determinate modifiche su vetture leggermente più piccole, ma solamente importandole dall’Inghilterra dove questi adattamenti sono concessi, però si parla sempre di veicoli di una certa dimensione con l’inconveniente poi della guida a destra.
Siamo quindi punto e a capo.
Ho trovato anche su Internet, una vettura di piccole dimensioni, senza sedili, costruita in Romania appositamente per portatori di handicap, con accesso dal portellone posteriore. Si tratta però di una macchina elettrica con un’autonomia di 40 km (non riuscirei a recarmi all’Università e ritornare a casa) e la velocità massima è di 40 km/h. Quello che rende difficile l’attuazione di molte idee in questa prospettiva, è il complesso apparato burocratico – normativo che regola la materia e che prevede per ogni modifica effettuata, numerose autorizzazioni, omologazioni e quant’altro. Questo è comprensibile, perché è indispensabile preservare e garantire la sicurezza del mezzo in qualsiasi condizione. E’ necessario pertanto che siano le case automobilistiche che si facciano promotrici di nuovi progetti, di nuove idee, avendo gli strumenti necessari per garantire le condizioni di massima sicurezza come previsto dalla normativa. Secondo me bisogna partire dall’idea di costruire una vettura ad hoc per i disabili, evitando di effettuare macchinosi adattamenti ad automobili progettate e concepite per persone normodotate. Sono consapevole che è difficile una produzione su vasta scala di questo tipo di macchine, sia per il numero ridotto di utenti, sia per la molteplicità delle esigenze da soddisfare, però sono altresì convinta che con la necessaria determinazione ad affrontare e risolvere il problema si potrebbe arrivare a definire un prototipo che con pochi adattamenti potrebbe soddisfare le necessità di tutti. Aspetto fiduciosa nell’ingegno e nella buona volontà del genere umano!

Micaela Marangone

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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