I nuovi figli… dalla parte dei genitori

Dovrebbe essere quasi un obbligo morale, per la nostra società, ricostituire i ruoli che si sono persi all’interno dell’attuale nucleo familiare. E’ troppa la voglia di emergere, sono troppi i capi branco, troppi i cuccioli che non capiscono il ruolo fondamentale che stanno ricoprendo.

Vi sarà certamente capitato di osservare il comportamento di alcuni mammiferi nel contesto del “branco”.

Magari solo in un documentario trasmesso alla Tv, però avrete certamente notato che i ruoli all’interno del gruppo sono ben definiti e rispettati anche nella “gerarchia”.

Animali che, pur conosciuti per l’estrema ferocia, installano un rapporto con i loro cuccioli che nulla ha da invidiare alla dolcezza di una madre o alla protezione e guida di un padre umani.

Una tra le riprese più note è quella del cucciolo intraprendente che gioca con la coda del leone capo branco.La rosicchia, la graffia leggermente, ci fa le capriole sopra come si trattasse di attaccare chissà quale nemico.

Il paziente felino adulto tollera il gioco perché lo sa fondamentale alla crescita del leoncino.

Però quando il cucciolo, infervorandosi, supera il limite della pazienza dell’adulto, quest’ultimo con un breve ruggito, accompagnato da una zampata inoffensiva…, ripristina l’ordine e i ben definiti ruoli all’interno del gruppo.

Praticamente la classica sgridata e relativo scapaccione che ci siamo beccati un po’ tutti noi.

Normalmente con l’orgoglio ferito e l’espressione felina, a testa bassa e camminando quasi a rasoterra, il piccolo raggiunge la leonessa che con una leccata (che a volte supera l’effetto della zampata del padre) lo rincuora che “il peggio è passato”.

Ora immaginatevi, in questa scenetta appena descritta, un comportamento umano. La leonessa che attacca il capo branco per difendere il cucciolo. Gli altri “parenti” che, dividendosi, prendono le difese di una o dell’altra parte… una lotta sanguinaria dagli esiti catastrofici per tutti con la perdita del riferimento di ogni ruolo e conseguente disgregazione del branco. Ma la parte più dolorosa sarebbe la possibile cattura del cucciolo da parte delle “iene” sempre pronte a colpire il più debole.

C’è una frase che dice: “gli animali, essendo privi della nostra intelligenza, non possono comportarsi da esseri umani. Noi umani, possedendola, siamo in grado di comportarci da animali”.

Dovrebbe essere quasi un obbligo morale, da parte della nostra società, ricostituire i ruoli che si sono persi all’interno della famiglia attuale. E’ troppa la voglia di emergere, sono troppi i capi branco, troppi i cuccioli che non capiscono il ruolo fondamentale che stanno ricoprendo.

Essi saranno i futuri capi famiglia. Dovranno prendere decisioni importanti, spesso ardue se non persino dolorose. Saranno responsabili del comportamento dei loro figli.

Dovranno rispondere delle azioni che, fatte quand’erano giovani “leoncini” nel loro futuro potrebbero pesare sulla coscienza come macigni.

Ora, con quale esperienza di “comando” affronteranno tutto questo se chi deve trasmettere le regole della società vive un ruolo alla pari con il loro?

Spesso si vuol dare a tutto ciò una veste di democratica partecipazione o di condivisione dei ruoli. A parole idee bellissime, ma nella realtà della vita non sempre attuabili e convenienti per gli scopi che ci si prefiggono.

All’interno della famiglia i giovani dovrebbero ricoprire il loro ruolo e non uno superiore.

Se già riuscissero a svolgere il loro duro lavoro di studenti (mai una lira e mai finito), a sforzarsi, insieme ai loro coetanei, di sviscerare i problemi portandoli poi sul tavolo dei capi famiglia “al potere” per risolverli concretamente e non a colpi slogan.

Se riuscissero a vivere la loro vita fondandola su ideali diversi da quegli degli spot pubblicitari o da quelli, essenzialmente pecuniari, degli eroi degli stadi… Ebbene, già riuscire in tutto ciò sarebbe, per i nostri “cuccioli”, un compito ben pesante.

Vorrebbe dire che stiamo superando, insieme a loro, questo “medioevo di opulenza”, dove l’inutile, lo sperpero delle risorse, economiche e anche morali, sta pian piano finendo.

Che stiamo andando verso una globalizzazione della coscienza di esistere, di condividere e risolvere i problemi di chi non sa cosa sia un “sms” perché ignora persino il significato della frase “sono sazio”.

Abbiamo bisogno estremo di veri capi branco forti e determinati, non di “tiranni” ma di padri ben consapevoli del loro ruolo. Di leonesse pronte a reagire adeguatamente alle aggressioni consumistiche alle quali i loro figli vengono sottoposti, piuttosto che ai rimproveri del padre o dell’insegnante scolastico. Insieme al capo branco, dovranno difendere la prole con tutta la loro ferocia dalle subdole “iene spacciatrici”, pronte a colpire l’eventuale debolezza della famiglia.

Ognuno con il suo ruolo ben definito e con la giusta coscienza della sua posizione “gerarchica” non imposta, ma riconosciuta. Riconquistare queste basi e queste responsabilità all’interno della famiglia porterà al suo sviluppo con ruoli moderni di calibrata condivisione. Finalmente avremo una vera comunione d’intenti con “nuovi figli… dalla parte dei genitori”.

 

Paolo Maria Buonsante
Grafico e Tecnico pubblicitario

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