Giovanni Paolo II ha restituito dignità ai papà separati

Il Santo Padre ha sempre raccomandato una grande accoglienza sia per i separati che hanno iniziato una nuova unione e sia per quelli che hanno scelto la fedeltà a Dio nella separazione, entrambi a lui molto cari: «Questi uomini e queste donne sappiano che la chiesa li ama, non è lontano da loro e soffre della loro solitudine»

«Siate la voce di chi non ha più voce». Massimiliano Fanni Canelles (foto) , direttore di Social news e referente per il Nordest di Famiglie separate cristiane, non dimenticherà mai le parole che il Papa, il 18 dicembre scorso, al Forum delle famiglie cristiane, consegnò a lui e all’associazione cui appartiene e che, in regione, conta ormai quasi 150 aderenti.

 Parole che segnavano il senso di una missione.  «Incontrare Giovanni Paolo II – ricorda – è stato un dono spirituale che Dio mi ha concesso per permettere, grazie al Santo Padre, di comprendere la condizione umana nel nostro tempo, il significato della sofferenza, la riscoperta della meditazione e della preghiera.

Ascoltando le sue parole direttamente dalle sue labbra ho percepito che l’amore è il perno dell’esistenza umana.

Quando ci ha detto con una voce sofferente ed affaticata che abbiamo il compito di dare voce a chi non ha voce, sembrava quasi che ci consegnasse il testamento di dare la voce a chi Lui ha dato voce fino a quel momento.

 Le sue parole, quasi impercettibili, alle nostre orecchie dirompevano nel nostro cuore urlando alla nostra anima che nessun uomo, nessuna donna di buona volontà può sottrarsi all’impegno di lottare per vincere con il bene il male. Una lotta che si combatte validamente soltanto con le armi dell’Amore.

Quando ho incontrato il Papa ho ricevuto la certezza che solo uno spirito veramente santo potesse reggere un corpo così distrutto e martoriato.

Ad ogni frase si fermava per compiere il respiro che gli permetteva di risalire il dirupo della frase successiva e frase dopo frase mi accorgevo che era Lui con la grandezza del suo spirito che mi portava fuori dal baratro nel quale giacevo.

 Con un corpo morente, ma retto dalla santità della sua anima, senza farmi accorgere di nulla prendeva in braccio il mo corpo ancora perfetto e frase dopo frase mi permetteva di vedere uno spiraglio della luce spirituale che mai avevo avuto il dono di percepire».

A dipingere Giovanni Paolo II come il papa della famiglia è Ernesto Emanuele, presidente nazionale di Famiglie separate cristiane: «Il tema della famiglia, tante volte toccato dal papa, gli stava particolarmente a cuore.

Ma anche grande attenzione e soprattutto ansia questo papa ha avuto per le famiglie separate insieme con la consapevolezza che era il tema per gli anni duemila, che, se anche un giorno si fossero risolti il dialogo con la chiesa ortodossa russa e con la Cina, questo sarebbe rimasto comunque sul tappeto: la famiglia anzi l’emergenza famiglia.

 Il Santo Padre ha sempre raccomandata nei suoi documenti e nelle sue parole una grande accoglienza per i separati sia per i separati che hanno iniziato una nuova unione e sia per quelli che hanno scelto la fedeltà a Dio nella separazione, entrambi a lui molto cari: «Questi uomini e queste donne sappiano che la chiesa li ama, non è lontano da loro e soffre della loro solitudine».

 Ed è significativo che la sua attenzione alla famiglia venga da un uomo che aveva perso la madre alla età di 8 anni, ed era stato allevato alla vita ed alla fede (e quale fede!) dal padre, dalle di lui parole ma pensiamo soprattutto dal suo esempio».

Camilla De Mori (giornalista de “Il gazzettino”)

(foto: Massimiliano Fanni Canelles in udienza da Giovanni Paolo II)

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