La famiglia: riflessioni di Don Ettore Malnati

    Conoscere don Ettore Malnati, punto di riferimento della Diocesi triestina, è un’esperienza unica e destinata a restare impressa nella memoria per le qualità umane che possiede e che, attraverso il privilegio derivante dalla pratica della fede, trasmette al prossimo con un’energia ed una vitalità travolgenti.

Certo è che questo suo temperamento traspare dalle numerose biografie e dall’enorme mole di attività nelle quali è coinvolto, che spaziano dalla predicazione ai fedeli all’insegnamento della Teologia, fino ad arrivare all’impegno assunto nel 1976, fiorente ancor oggi, con l’associazione culturale Studium Fidei, che sotto la sua sensibile ed attenta presidenza organizza corsi sulla dottrina sociale della Chiesa per studenti universitari, promuove incontri settimanali di approfondimento teologico ed ecumenico e cura la pubblicazione di alcuni testi di interesse culturale-religioso, sulle problematiche dell’ecumenismo, della fede, della cultura, dell’educazione e molti altri temi ancora.

Don Malnati ha ricoperto l’incarico di ultimo segretario di Mons. Antonio Santin, vescovo di Trieste di origine rovignese scomparso nel 1981, al quale ha dedicato il saggio  ANTONIO SANTIN – Un vescovo tra profezia e tradizione 1938-1975 (Trieste, MGS Press, 2003), una commovente testimonianza verso un uomo che –  nell’adempimento del proprio servizio sacerdotale – “ha inciso la storia della città per il suo servizio della fede, per la sua sete di giustizia e unità ed è stato un vero padre per tutti noi, suoi sacerdoti” nei momenti storici più travagliati di questa porzione d’Italia.

In attesa di assistere alla sua autorevole partecipazione, in qualità di relatore, al convegno “I nuovi genitori…dalla parte dei figli” organizzato dall’associazione Auxilia a Gorizia il prossimo 19 marzo, con il patrocinio del Comune di Gorizia, Assessorato ai Servizi Sociali ed Assistenziali, don Malnati ci offre una sua riflessione sulla famiglia e sulle figure genitoriali in rapporto ai figli, figli che sono spesso vittime inconsapevoli dei piccoli e grandi drammi originati dalla separazione.

 La famiglia

“L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia. La crisi della famiglia di oggi denota appunto anche la crisi stessa della società, non solo occidentale. Quindi diventa importante – se si vuole fare in modo che la società possa svolgere il suo ruolo non solo come grembo dei diritti dell’uomo ma anche come realizzazione di questi nel consesso dell’umanità – occuparci della famiglia e trovare delle risposte, per offrire un percorso valoriale che possa formare e risolvere, in quanto possibile, lo stato di precariato in cui la famiglia oggi versa.

Che cosa è cambiato rispetto al passato? A mio avviso, la crisi della famiglia è partita non tanto da problemi etici quanto culturali.

Oggi noi stiamo costruendo e veicolando principi e valori che provengono da una cultura dell’effimero e del provvisorio. Siamo, cioè, coinvolti a tutto campo nel cosiddetto “pensiero debole”, dove la definitività, oltre che a far paura, è rimossa. La famiglia, invece, nella concezione cristiana ma anche nella civiltà naturale ed occidentale in specie, richiede una scelta definitiva, per sempre, con quell’uomo o con quella donna con il quale o con la quale si stabilisce un patto sponsale ordinato alla procreazione ed alla mutua realizzazione affettiva, psicologica e sessuale dei contraenti. Questo concetto di definitività ed unicità oggi difficilmente entra nel “comprensorio” di una comune accezione.

Tutto è riciclabile, tutto è intercambiabile.

Così si pensa, mentre si affermano i grandi principi dell’uomo, che valga anche per le persone.

Ecco perchè dico, e sostengo, che si tratta di una crisi culturale in primis ed essenzialmente.”

Le figure genitoriali in rapporto ai figli

“Ogni persona ha il diritto ed il dovere di conoscere la propria paternità e maternità. Ed avrebbe inoltre il diritto di essere accompagnata nel suo processo di formazione dalla figura dei propri genitori. Purtroppo, non sempre è così e, ovviamente, l’impoverimento di questa mancanza segna profondamente la vita del ragazzo.

E’ chiaro che ci possono essere delle situazioni in cui il minore deve essere per forza di cose allontanato dai propri genitori se questi hanno delle grosse lacune di identità e di relazione.

In tal caso, allora, è chiaro che la società deve fare in modo che colui che si affaccia alla vita abbia l’opportunità di usufruire di un accompagnamento educativo e di formazione che venga non tanto a supplire quanto a far sentire una relazionalità il più possibile vicina alla dimensione di un rapporto genitori/figli.

E’ evidente che i genitori non si improvvisano e neppure gli educatori: è compito allora di tutti coloro che sono impegnati nel campo dell’accompagnamento di quei ragazzi che provengono da famiglie segnate o dalla separazione dei genitori o dall’allontanamento di questi per motivi di incapacità educativa, di offrire una relazionalità che qualifichi il crescere del minore in un clima di verità relazionante, scevra da pietismi e da indifferenze.

La normalità del rapportarsi, senza nulla far mancare all’affetto proprio della situazione, deve essere sempre ricercata e verificata dagli educatori se si vuole il meno possibile far mancare l’efficacia della normalità dell’educazione familiare”.

E’ docente ordinario di ecclesiologia, teologia del laicato, antropologia teologica, trinitaria allo studio teologico interdiocesano del Friuli-Venezia Giulia, affiliato alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale. E’ docente di sacramentaria ed escatologia all’istituto superiore di Scienze religiose di Udine e di antropologia teologica, di trinitaria e di mariologia all’istituto di scienze religiose di Trieste. E’ stato ed è docente incaricato di irenologia nel corso di laurea in Scienze Diplomatiche presso la facoltà di Scienze Politiche dell’università di Trieste con sede a Gorizia. E’ presidente dell’associazione culturale Studium Fidei di Trieste. Ha al suo attivo svariati articoli e pubblicazioni di carattere teologico e di problematiche internazionali. E’ membro della commissione per l’ecumenismo ed il dialogo della diocesi di Trieste. E’ stato annoverato dal 2000 tra i membri della Russian Academy of Natural Sciences per la sua produzione teologica ed ecumenica.

* note biografiche tratte dal sito dell’Università Teologica di Lugano (Svizzera)

Marina Galdo

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