“Sognando Gianni Morandi”, uniti con i ragazzi Down contro i pregiudizi

 

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Gianni Morandi con i ragazzi di Associazione d’iDee. Fonte: Sassuolo2000

 

“Sognando Gianni Morandi” non è il titolo di un nuovo album del famoso cantante. Si tratta, invece, di un docu-film realizzato da Associazione d’iDee di Bologna che coinvolge un gruppo di ragazzi con sindrome di Down.

Ciao Gianni, sono Giovanni, e il mio più grande sogno è quello che tu venga a cantare una canzone insieme a noi“. Così, il protagonista del film, un ragazzo di 27 anni con trisomia 21, chiede un incontro  Per lui, Gianni Morandi è il miglior cantante del mondo, con i suoi testi gli ha insegnato cos’è l’amore e l’importanza di volersi bene. Canta che ti passa, direbbe la saggezza popolare, ma Giovanni è un tipo determinato. Vuole incontrare il suo idolo a tutti i costi e, inaspettatamente, ce la fa. Eccolo, Giovanni, nella stessa stanza di Gianni a cantare le sue canzoni preferite. Naturalmente non è da solo, insieme a lui la sua ragazza, Elena, e i loro amici con cui condividono la Casa delle iDee. Un luogo in cui imparano a diventare più autonomi e dove giocano, ballano, cucinano, scherzano e si prendono cura di loro stessi.

Il progetto del film mostra la nostra quotidianità, la nostra responsabilità, l’età adulta e la nostra autonomia all’interno della Casa delle iDee come esperienza per costruire il nostro futuro” racconta un ragazzo della casa. L’idea è quella di accompagnare i ragazzi in un percorso d’autonomia, non privo di difficoltà e ostacoli, che fornisca loro gli strumenti per costruirsi una vita libera e quanto più autosufficiente possibile.

Una tematica importante è quella del lavoro. Per i ragazzi avere uno stipendio è fondamentale perché significa non dipendere dai genitori e decidere del proprio futuro. Per Giovanni avere un “vero stipendio” vuol dire anche la possibilità di costruirsi una famiglia. Per questo, del suo impiego da tirocinante, lo addolora il fatto di non riuscire ad avere una retribuzione adeguata, ma si percepisce subito la combattività e la determinazione nel trarre il massimo da quell’opportunità.

Il mediometraggio, andato in onda su Rai 3 il 25 marzo e disponibile in streaming sul sito RaiPlay, dura poco meno di 30 minuti, ma riesce a raccontare la quotidianità dei ragazzi, i loro sogni e le loro conquiste. L’accoglienza è stata delle migliori sin dall’anteprima tenutasi al centro polifunzionale Mast di Bologna. I biglietti sono andati esauriti nel giro di una settimana a dimostrazione di una sensibilità sull’argomento inaspettata, dimostrata anche tramite le donazioni ricevute con il crowdfunding, grazie al quale il sogno di Giovanni si è trasformato in un film.

Ragazzi “speciali”

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Morandi saluta, così, i suoi nuovi amici su Facebook “Ho passato una bella serata con i ragazzi speciali della “Associazione d’iDee”.” L’accezione che quel “speciali” assume non è sempre positiva. Ce lo spiega bene l’attrice americana Lauren Elizabeth Potter con il cortometraggio “Not Special Needs” a base di uova di dinosauro e gattini. Il messaggio è chiaro: i bisogni delle persone con sindrome di Down non sono speciali, ma umani. Le aspirazioni sono le stesse di quelle di tutti, trovare lavoro, studiare, praticare sport, divertirsi con gli amici, amare.

È fondamentale prestare attenzione alle parole che si usano per descrivere il mondo di queste persone. Senza rendercene conto a volte usiamo termini impropri o addirittura offensivi che vanno ad alimentare un’idea distorta di quella realtà.

Il mio messaggio è quello di non avere paura, poiché, anche se le persone come noi sono  considerate diverse, possiamo esaudire i nostri sogni. Anche quando pensiamo di non farcela bisogna superare gli ostacoli e raggiungere il nostro obiettivo finale. Dobbiamo cercare di realizzare il nostro vero sogno.” Questo l’appello di Isabella Springmühl, ragazza guatemalteca di 20 anni che è riuscita a realizzare il suo più grande desiderio: diventare una stilista di moda. La strada per arrivare al suo obiettivo è stata irta di ostacoli: il rifiuto dell’Università, proprio a causa della Sindrome, gli stereotipi da combattere nella vita quotidiana. Eppure Isabella non si è arresa ed è riuscita a debuttare alla London Fashion Week, un importante evento nel mondo della moda. Sembra avere la stessa opinione Giovanni “Il futuro è nostro e ce lo dobbiamo guadagnare con spirito combattivo“.

 

Sindrome di Down e pregiudizi: il caso della Francia

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É importante porre l’attenzione sulla tematica della Sindrome di Down poiché porta con sé ancora molti pregiudizi e incomprensioni. Ce lo dicono anche le Nazioni Unite che, nel 2011, hanno istituito la Giornata Mondiale delle persone con Sindrome di Down. Una prova della presenza, ancora oggi, di forme di discriminazione è il caso della Francia. Il coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di DOWN nel 2014 aveva realizzato un corto dal titolo “Dear Future Mom”. Il video era in risposta ad una madre in attesa di una bimba con Sindrome di Down che voleva sapere come sarebbe stato il suo futuro e quello della bambina. Non c’era modo migliore che far rispondere i diretti interessati. Bambini e adulti da tutto il mondo hanno risposto evidenziando sia le difficoltà della loro condizione, ma sottolineando anche come la loro sia una vita degna e felice.

Trasmesso in tutto il mondo, in Francia non ha riscosso lo stesso successo. Il Consiglio di Stato francese ha confermato, nel novembre 2016, la decisione presa due anni prima dal Consiglio Superiore per l’Audiovisione di censurare il “corto”. La posizione del CSA francese è chiara: lo spot “non può essere considerato come un messaggio d’interesse generale e la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un’adesione spontanea e consensuale. Inoltre, ritiene che il film possa “disturbare la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte diverse di vita personale e per questo ha deciso di far scattare il divieto di trasmetterlo dalle reti televisive francesi.

CoorDown sottolinea come nel video non vi fosse alcun intento di fare una campagna pro-life. Ritiene, invece, che la decisione assunta dal Consiglio di Stato francese sia un grave atto di censura che lede i diritti umani e l’immagine delle persone con sindrome di Down. Essi non solo hanno il diritto di essere felici, ma anche di esprimere il loro punto di vista e essere ascoltati.

CoorDown, tramite la firma di una petizione online, chiede la revoca del divieto di trasmissione, un veto che invia il messaggio che le persone con Sindrome di Down non sono gradite alla società. La trasmissione del film “Sognando Gianni Morandi” da parte della televisione nazionale, quindi, risulta un passo avanti nell’accettazione di queste persone, rappresenta una finestra su una tematica importante e spesso dimenticata. La sindrome di Down costituisce, infatti, la più comune anomalia cromosomica nell’uomo. I pregiudizi su questa sindrome continuano a persistere. Il film, anche se racconta una “storia piccola”, riesce a dimostrare con semplicità come la quotidianità di questi ragazzi non sia diversa da quella di tutti noi.

“Se puoi sognarlo, puoi farlo”, diceva Walt Disney, Giovanni ci insegna che questo motto può tramutarsi in realtà. Del resto, il suo grande sogno l’ha realizzato. Forse il segreto, citando proprio Morandi, è solo uno: “stiamo uniti!”.

 

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