Eroi: la storia di Bebe Vio

Bebe Vio racconta la sua storia: “Ho sempre saputo che avrei potuto ricominciare a fare scherma. Quando l’ho chiesto ai medici, mi hanno, diciamo, sputato in un occhio. Quando l’ho chiesto a quelli delle protesi, si sono messi a ridere. Io, però, ho capito fin da subito che sarei riuscita a rientrare”

Mohamed Maalel

Disabilità non significa vivere come un diverso, ma interpretare la propria vita in maniera originale, superando schemi socialmente imposti che ci resettano come esseri uguali, dotati di uguali interessi e medesime funzioni sociali. In questo senso, la storia di Bebe Vio è esemplare. Beatrice “Bebe” Vio è una delle atlete paralimpiche italiane più note e vincenti. Dal 2011 ha trionfato in tutti i più importanti tornei di scherma, dai campionati nazionali agli Europei, sino ai Mondiali. Si tratta di vittorie particolarmente significative. Nel 2008, all’età di undici anni, Bebe venne colpita da una grave forma di meningite.

storia bebe vio
Nei primi giorni di ricovero, accusò una crisi settica che le provocò delle emorragie interne. Per tentare di salvarla, i medici dovettero amputarle entrambi gli avambracci e le gambe al di sotto delle ginocchia. Bebe diventerà la prima schermitrice diversamente abile al mondo a gareggiare con quattro protesi artificiali. Verso la fine di novembre le sue condizioni si stabilizzarono, rimanendo, comunque, serie. Restò in ospedale 104 giorni, trascorsi in terapia intensiva e nel reparto di chirurgia plastica. Oltre alle amputazioni, la meningite lasciò a Bebe anche molte cicatrici, ben visibili su varie parti del corpo, viso compreso. In un’intervista del 2013, parlando del suo ritorno alla scherma, confidò: «Ho sempre saputo che avrei potuto ricominciare a fare scherma. Quando l’ho chiesto ai medici, mi hanno, diciamo, sputato in un occhio. Quando l’ho chiesto a quelli delle protesi, si sono messi a ridere. Io, però, ho capito fin da subito che sarei riuscita a rientrare». Bebe rientrò nel mondo della scherma nel modo in cui l’aveva lasciato, confermandosi come una delle atlete più promettenti della sua età. Nel 2012 e nel 2013 vinse la medaglia d’oro individuale ai campionati italiani di categoria B. Nello stesso periodo arrivò terza e poi prima in Coppa del Mondo, dopo aver trionfato nei tornei di Montreal e Lonato. Ai campionati mondiali under 17 di Varsavia si piazzò al secondo posto, nel 2014 vinse gli Europei, individuali e a squadre, e poi, nel 2015, i Mondiali in Ungheria. È stata anche scelta tra i 5 testimonial mondiali, uno per ogni continente, per la
campagna di sensibilizzazione a favore dei vaccini contro la meningite. Con straordinaria caparbietà, Bebe, insieme
alla sua famiglia, è riuscita a trasformare la disgrazia in un trionfo, umano e sportivo.

Mohamed Maalel, collaboratore di Social News

Mohamed Maalel

Metà pugliese, metà tunisino. Classe 1993, studia Scienze della Comunicazione presso l’Università degli studi di Bari. Blogger, divoratore seriale di libri ha cercato sempre di tenersi le mani ed il cervello occupati diplomandosi in un alberghiero, acquisendo un B2 in inglese presso il Trinity College di Londra nel 2011 e partecipando ad un progetto formativo che l’ha portato due mesi a Dublino, la terra delle grandi opportunità per i piccoli sognatori . Ed è proprio a Dublino che l’amore per la scrittura ed il giornalismo è maturato, grazie alla collaborazione con il giornale italo-irlandese “Italia Stampa”. Dalla madre italiana ha imparato il significato dei sacrifici, dal padre tunisino che la guerra è puro nutrimento spinto da interessi altrui. 

Tags:

Rispondi