Di che cosa parliamo quando parliamo di convenzioni internazionali?

Il 25 marzo sarà un compleanno importante: a distanza di sessant’anni verrà celebrata la firma dei trattati di Roma che nel 1957 diedero vita alla Comunità Economica Europea, poi diventata Unione Europea a seguito del trattato di Lisbona del 2009.

Cos’è un trattato internazionale?

Come nasce e come diventa operativo nei singoli stati?

Una convezione internazionale, o trattato – i due termini sono equivalenti-, è un accordo tra stati che, a seguito di trattative, decidono di regolamentare alcuni rapporti giuridici o economici tra di loro.

Storicamente i trattati nascevano a seguito di guerre e servivano a sancire le condizioni per la pace tra gli stati, in questi casi i soggetti contraenti non sempre agivano su un piano di parità, essendoci un vinto ed un vincitore, non di meno anche le condizioni della resa dovevano restare consacrate in un accordo che pertanto prendeva il nome di trattato di pace.

In epoca moderna le convenzioni internazionali hanno perso questo carattere strumentale alla fine di un conflitto armato e con i contenuti più vari sono passate a regolamentare i rapporti tra stati o i reciproci impegni per la salvaguardia di diritti fondamentali dell’uomo o dell’ambiente.

Quando l’accordo coinvolge solo due stati prende il nome di convenzione bilaterale o speciale, mentre quando riguarda più parti viene definita multilaterale o generale.

Queste ultime possono essere aperte, ovvero possono prevedere l’adesione successiva di altri stati, o chiuse, se al contrario non esiste questa possibilità .

Solitamente il termine “convenzione” definisce proprio quegli accordi, che per il loro contenuto di interesse generale, coinvolgono più soggetti e sono tendenzialmente aperte a tutti gli stati che vogliano aderirvi.

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Come si arriva alla firma di una convezione internazionale?

E’ un procedimento complesso nel quel possiamo individuare alcune fasi principali:

– il negoziato: gli stati interessati rappresentati da appositi organi (le delegazioni) cercano di raggiungere un consenso sul testo della convenzione; nel caso di convenzioni plurilaterali la negoziazione avviene di solito nell’ambito di una conferenza internazionale;

– la firma del testo, sul quale è stato raggiunto l’accordo: è il momento solenne in cui i soggetti delegati dalle parti contraenti firmano la convenzione che a questo punto si può dire conclusa, come accadrebbe per un qualsiasi contratto tra privati. La firma obbliga le parti ad agire in buona fede nel rispetto della medesima; ma non rende ancora esecutivo l’accordo per i singoli stati firmatari.

– la ratifica del testo: conclusa la convenzione essa deve essere ratificata da parte dell’organo competente di ciascuna delle parti contraenti, per gli Stati, di solito, questo ruolo spetta il capo dello stato o il ministro degli affari esteri, questo passaggio impegna gli stati a rispettare la convenzione sul piano internazionale;

– lo scambio delle ratifiche o deposito delle stesse presso il soggetto indicato nella convenzione: se la ratifica è un atto interno del singolo stato, lo scambio delle ratifiche determina l’entrata in vigore della convenzione per ciascuna delle parti contraenti.

Di solito lo scambio delle ratifiche avviene quando lo stato firmatario ha provveduto con una sua legge interna a recepire i contenuti della convenzione, affichè essa produca effetti giuridici non solo tra i contraenti, quali soggetti dell’ordinamento internazionale, ma anche nei confronti dei cittadini dei singoli stati.

È questo il passaggio finale che rende veramente operativa la convezione e che traduce in regole interne, direttamente applicabili alle persone, i principi generali contenuti nel testo internazionale: è in questo ultimo miglio che si misura quanta sovranità lo Stato firmatario è veramente disposto a cedere rispetto agli accordi presi in sede internazionale e che, a seconda del contenuto della convezione, crea nuovi diritti per i cittadini; senza di esso purtroppo le convenzioni internazionali restano mere enunciazioni di principio, la cui firma rimane lettera morta… Ricordiamocene la prossima volta che vedremo ampi sorrisi e strette di mano alle cerimonie solenni di firma di un trattato, quello è solo il primo passo di un cammino lungo e talvolta per nulla scontato nella sua effettiva attuazione.

 

Gea Arcella

Gea Arcella

Nata a Pompei, dopo gli studi classici svolti a Torre Annunziata, si è laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Trieste nel 1987. Nel 2007 ha conseguito con lode un master di II livello presso l'Università “Tor Vergata” di Roma in Comunicazione Istituzionale con supporto digitale. E' notaio in provincia di Udine e prima della nomina a notaio ha svolto per alcuni anni la professione di avvocato. Per curiosità intellettuale si è avvicinata al mondo di Internet e delle nuove tecnologie e dal 2001 collabora con il Consiglio Nazionale del Notariato quale componente della Commissione Informatica . Già professore a contratto presso l'Università Carlo Bò di Urbino di Informatica giuridica e cultore della materia presso la cattedra di diritto Civile della medesima Università, attualmente è docente presso la Scuola di Notariato Triveneto e Presso la Scuola delle Professioni legali di Padova di Informatica giuridica e svolge attività formative sia interne che esterne al Notariato. E' socia di diverse associazioni sia culturali che orientate al sociale, crede che compito di chi ha ricevuto è restituire, a partire dalla propria comunità. 

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