Antonietta Gatti, Stefano Montanari La nostra esperienza personale di laboratorio è quella di constatare malattie da polveri, nella quasi totalità dei casi di natura tumorale, in chi ha sostato in zone bombardate dalle Nazioni della coalizione occidentale. Fare prevenzione in guerra. Sembra quasi un ossimoro. Eppure, al di là di ogni considerazione umanitaria, o genericamente…
Una guerra “pulita”
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•Domenico Leggiero L’uranio impoverito, oltre ad essere un materiale altamente piroforico ed efficace in teatro operativo, presenta anche un altro grande vantaggio: è un materiale di scarto delle centrali nucleari che dovrebbe essere smaltito con costi particolarmente elevati. Dall’ultimo conflitto mondiale, in particolare dopo l’esplosione delle due bombe atomiche, l’umanità ha recepito il pericolo nucleare.…
Inquinamento post-bellico
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•Fernando Termentini Quando le munizioni al DU colpiscono l’obiettivo, il materiale si frantuma, disperdendo nell’ambiente schegge a bassa radioattività, ma altamente idrosolubili e nocive. Esse possono essere ingerite da animali al pascolo o sciogliersi nell’acqua, giungendo così fino all’uomo. In tema di guerra ed atti terroristici, è necessario non dimenticare che si tratta di eventi…
Un’indagine epidemiologica
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•Valerio Gennaro Quando ho partecipato al Comitato di Prevenzione e Controllo delle Malattie dei Militari (CPCM) del Ministero della Difesa, pur senza farmi grosse illusioni, pensavo che sarebbe stato possibile ottenere dati completi sulle storie dei militari. Il compito di un epidemiologo è quello di misurare. Ma senza i dati sull’esposizione (al fattore di rischio)…
La radioprotezione nei teatri operativi
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•Armando Benedetti Il personale del CISAM*, in collaborazione con quello del 7°, effettuò numerosi controlli e prelevò campioni di matrici ambientali. I valori di contaminazione da uranio raggiunsero i 3.000 Bq/kg, rispetto ad un “fondo” naturale di circa 20-40 Bq/kg. Kosovo In seguito dell’operazione Allied Force ed al successivo intervento di truppe italiane in Kosovo,…
Traffici di armi e rifiuti tossici
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•Mariangela Gritta Grainer In tutti questi anni sono emerse notizie che potrebbero collegare l’attività di inchiesta di Ilaria ad altri fatti tragici come, per esempio, il delitto Rostagno, la tragedia del traghetto Moby Prince (1991), l’omicidio dell’ufficiale del Sismi Vincenzo Li Causi, avvenuto proprio a Mogadiscio pochi mesi prima dell’assassinio di Ilaria e Miran… Un…
La pista di Ilaria
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•Luigi Grimaldi, Luciano Scalettari Le radici del gioco ricattatorio rivelano le squadre in campo e fanno diventare trasparente il tentativo di usare i giornalisti come pedine di una partita pericolosissima, in cui Ilaria e Miran finiscono per trovarsi al centro di un fuoco incrociato. Tra il 1992 ed il 1993 si rompono molti equilibri e…
L’industria bellica non conosce crisi
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•Valeria Vilardo I Paesi caratterizzati da economie in rapida crescita e che ricoprono ruoli chiave, sia nelle rispettive regioni, sia a livello globale, si stanno sviluppando come potenze militari, impegnandosi in programmi di modernizzazione. Nel 2010, la spesa militare è aumentata dell’1,3% in termini reali, raggiungendo, a livello globale, i 1.630 miliardi di dollari. Questi…
L’export di armi: i dati truccati
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•Giorgio Beretta La Relazione dell’Unione Europea sulle esportazioni militari appare oggi, a tredici anni dall’entrata in vigore del Codice di Condotta, un documento pressoché inservibile per poter analizzare con precisione le esportazioni effettive di armamenti dei Paesi dell’Unione. Un rapporto che presenta gravi mancanze e diverse anomalie, che sollevano più di un interrogativo sull’attendibilità dei…
Sindrome di guerra
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•Alberto D’Onofrio Sindrome del Golfo e Sindrome dei Balcani sembravano possedere la stessa causa: i soldati venivano mandati in guerra sperando che i vaccini potessero evitare la contaminazione chimica, biologica e radioattiva. Nel 1996 vivevo in America e, in qualità di regista ed autore, stavo girando documentari investigativi per il programma della RAI “Mixer”. Avevo…