
Un esperimento curioso sta facendo discutere la rete: un diciassettenne dell’Oklahoma ha deciso di affidare 100 dollari a ChatGPT per gestire un piccolo portafoglio azionario. Il risultato? Dopo un mese, i consigli dell’intelligenza artificiale hanno generato un rendimento del 23,8%, battendo nettamente alcuni indici di riferimento di Wall Street nello stesso periodo.
Il ragazzo ha investito una cifra simbolica, appena 100 dollari, seguendo alla lettera le indicazioni fornite dall’IA. In quattro settimane, il capitale è cresciuto fino a circa 125 dollari. In termini assoluti, il guadagno è minimo, ma percentualmente supera di gran lunga il rendimento medio dei mercati nello stesso arco di tempo. Per fare un paragone: nello stesso mese, l’indice Russell 2000 è salito del 3,9% e l’ETF biotech XBI del 3,5%.
L’intelligenza artificiale non si è limitata a indicare titoli da comprare, ma ha suggerito un vero e proprio metodo di gestione, per esempio, indicando l’utilizzo di indicatori automatici per limitare le perdite o la definizione di punti d’uscita per vendere al momento giusto. Il colpo più fortunato è arrivato con il titolo CADL, che ha contribuito da solo a quasi metà dei profitti. Su suggerimento dell’IA, il ragazzo lo ha venduto poco prima che il prezzo iniziasse a calare.
Il caso ha inevitabilmente attirato l’attenzione: può davvero un modello linguistico battere Wall Street? In realtà, si tratta di un episodio isolato e casuale. Non ci sono conferme ufficiali, né dati verificabili oltre al racconto pubblicato su Reddit. Va ricordato, inoltre, che il ragazzo ha solo 17 anni e legalmente non potrebbe investire in autonomia senza la supervisione di un adulto. Il tutto va quindi letto più come esperimento curioso che come prova dell’affidabilità dell’IA negli investimenti.
Questo episodio dimostra comunque un punto interessante: le intelligenze artificiali possono fornire spunti e strategie anche in un settore complesso come quello finanziario. Tuttavia, bisogna distinguere tra supporto decisionale e gestione attiva. Un modello come ChatGPT non è un consulente finanziario certificato, non ha accesso in tempo reale ai mercati e non può garantire risultati.
L’uso dell’IA in finanza è già realtà nelle grandi banche e nei fondi d’investimento, gli algoritmi possono certamente aiutare a individuare pattern o a suggerire strategie di base, ma affidarsi ciecamente a un modello generalista comporta rischi notevoli. In definitiva, l’esperimento del giovane dell’Oklahoma è un curioso aneddoto che mostra le potenzialità dell’intelligenza artificiale, ma ricorda anche che nel mondo degli investimenti non esistono scorciatoie sicure.