
Per patologie invalidanti, non per indurre al tuffo sul divano
Da La Ragione
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inattività fisica è un grave problema di salute pubblica: l’85% della popolazione mondiale conduce uno stile di vita sedentario e la British Heart Foundation attribuisce a questo l’11% dei decessi. Gli effetti benefici dello sport sulla salute umana sono un dato scientificamente consolidato: previene patologie sia metaboliche che cardiovascolari ma anche neoplastiche. L’attività fisica induce infatti la produzione di miochine da parte del tessuto muscolare. Queste sono citochine, molecole che coordinano e regolano le risposte immunitarie, infiammatorie e molti altri processi metabolici. Influenzano il metabolismo del glucosio e favoriscono la sensibilità all’insulina, riducono quindi il rischio di contrarre il diabete. Promuovono la lipolisi, diminuiscono il grasso corporeo e riducono l’incidenza delle patologie cardiovascolari. Possono perfino migliorare la plasticità cerebrale e la memoria.
Per tutti questi motivi alcuni gruppi di ricerca stanno studiando come imitare farmacologicamente i processi metabolici indotti dallo sport. Da più di un decennio si stanno valutando gli effetti di alcuni composti come l’Aicar e le Cardarine, capaci di attivare l’ossidazione dei grassi e la glicolisi anaerobia (la produzione di energia tramite l’utilizzo dello zucchero). Questi farmaci sono stati realizzati per il trattamento di alcune sindromi metaboliche come diabete e obesità e potrebbero far parte di una eventuale ‘pillola mima sport’, il nome oggi dato a un ipotetico farmaco che possa contenere varie molecole capaci di simulare gli effetti dell’attività fisica. Sono però gli ultimi anni di ricerca scientifica ad aver apportato significativi risultati in questo senso. A fine 2023 sono stati pubblicati sul “Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics” i risultati di una sperimentazione su topi obesi trattati con la Slu-Pp-332. La somministrazione di questo composto ha permesso sia la perdita di peso che l’aumento della massa muscolare. Il ‘farmaco’ è stato anche presentato la scorsa primavera al meeting Acs Spring 2024 dell’American Chemical Society. Nel modello animale sembra infatti capace di migliorare la respirazione cellulare nei muscoli scheletrici e di innescare gli stessi processi metabolici dell’attività sportiva, migliorando anche lo sviluppo delle fibre muscolari.
Non è tutto. I ricercatori dell’Università di Aarhus in Danimarca hanno sviluppato un prodotto farmaceutico chiamato LaKe, una combinazione di lattato e chetoni (acido lattico e beta-idrossibutirrato) capace anch’essa di simulare gli effetti metabolici dell’esercizio fisico intenso. Durante lo sport vengono infatti prodotti alti livelli di lattato e chetoni che stimolano la produzione del Fgf21 (Fibroblast Growth Factor 21), un ormone che sopprime la fame, diminuisce il livello di grassi nell’organismo e favorisce la termogenesi. I risultati delle sperimentazioni su cavie sono stati pubblicati lo scorso ottobre sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry” e a inizio dicembre su “Acs Publications”. Tutte queste molecole sembrano quindi in grado di riprodurre, per vie diverse, parte dei benefici dell’esercizio fisico. Un farmaco realizzato su tali basi potrebbe offrire una soluzione per chi non può svolgere sport regolarmente.
Questi studi risultano quindi importanti non tanto per indurre a non praticare attività fisica ma per concedere parte degli effetti positivi di questa a chi è affetto da condizioni gravemente debilitanti come obesità, patologie neurologiche e neurodegenerative ma anche alcune malattie rare mitocondriali o semplicemente aiutare i pazienti affetti da sarcopenia: la perdita di massa muscolare legata all’età. Una ‘pillola mima sport’ potrebbe inoltre essere usata per ridurre il rischio di complicazioni in chi soffre di sindromi metaboliche come il diabete, malattie cardiovascolari o altre patologie associate alla sedentarietà. Bisogna però considerare che non tutto può essere sostituito da un farmaco, che per altro non sarà scevro di effetti collaterali. L’attività sportiva promuove l’interazione sociale, riduce lo stress, migliora l’umore e contribuisce al benessere generale attraverso la produzione di endorfine. Tutti effetti a cui le terapie ‘sostitutive’ non potranno contribuire.