Secondo un’indagine pubblicata mercoledì 12 giugno 2024 dal Financial Times, quattro bambini ucraini sono stati rapiti e deportati in Russia all’inizio dell’invasione e compaiono su un sito di adozione collegato al governo russo. Addirittura a un bambino di questi è stato attribuito un nuovo nome russo e un’età diversa da quella indicata sul documento ucraino. È il processo di russificazione (o ‘russianizzazione’): un procedimento sovietico forzato di ‘rieducazione’ con il quale ai bambini ucraini, dopo essere stati deportati verso la Russia, viene fatto il lavaggio del cervello, viene cancellata la loro reale identità, vengono impregnati con quella russa secondo l’ideologia staliniana-putiniana (pasionarnost – ovvero sopportazione e sacrificio per ricostruire la grande Russia -, forte nazionalismo, militarismo ed autoritarismo russo, che nega l’esistenza dell’Ucraina) e vengono inviati a famiglie affidatarie russe, a scuole e a campi e corsi di addestramento militare affinché venga forgiata la loro nuova identità e diventino cittadini russi. Per questo, il Presidente russo Vladimir Putin si giustifica affermando che questi minorenni vengono portati fuori dalla zona di conflitto per essere salvati, per tutelare la loro vita e la loro salute.
Il 30 maggio 2022 Putin firmò perfino il decreto per concedere la cittadinanza russa con una procedura semplificata agli orfani ucraini, in particolare quelli dei territori occupati. L’anno successivo, sempre a fine maggio, il presidente Volodymyr Zelenskyj intervenne alla Conferenza “UA: War. Unsung Lullaby” dedicata alla Giornata internazionale dei bambini e dichiarò: “Migliaia e migliaia di bambini sono stati rapiti, strappati alle loro vite e alle loro famiglie e deportati illegalmente in Russia. Sfortunatamente non conosciamo il numero esatto di bambini ucraini rapiti, ma sappiamo che dobbiamo riportarli tutti a casa. Sappiamo che dobbiamo ripristinare i diritti e la sicurezza di tutti i bambini ucraini”.
Secondo il governo ucraino, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina almeno 19.500 bambini sono stati rapiti dalle loro abitazioni, dagli orfanotrofi o dai territori ucraini occupati (Mariupol, Donetsk, Lugansk, Kiev e altre zone, ma le informazioni sono poche), deportati con la forza in Russia e russianizzati, e meno di 400 di loro sono tornati a casa. Tantissimi sono ancora i piccoli ucraini nelle mani del nemico, ha sottolineato Zelenskyj.
Zelenskyj ne ha parlato anche domenica 2 giugno 2024 al 21° Shangri-La Dialogue a Singapore: “Insieme riportiamo indietro anche i bambini ucraini deportati in Russia dai territori occupati del nostro Paese. (…) Sappiamo con certezza che circa 20.000 bambini ucraini sono stati rapiti da Putin. Rapiti e portati in Russia. (…) La stessa Russia ha dichiarato di aver preso diverse centinaia di migliaia di nostri figli dai territori occupati dell’Ucraina. (…) Quando parliamo di 20mila bambini non lo facciamo per creare sensazionalismo. Sono numeri reali, e Putin sappia che conosciamo nomi e cognomi di ciascuno. Solo i peggiori criminali fanno cose del genere. (…) Dobbiamo riportare indietro tutti i nostri figli”.
Nonostante non si conosca con certezza il numero esatto dei bambini ucraini deportati dai russi verso la Federazione Russa, questa tratta è un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso. È un crimine di guerra contro il diritto internazionale umanitario, e infatti per questo la Corte penale internazionale emise un mandato di arresto per Putin, il quale lo ignorò totalmente. È una grave violazione dei diritti umani, di bambini che devono essere assolutamente ritrovati, salvati e riabilitati, tenendo in considerazione le gravi conseguenze psicologiche che hanno subito e stanno ancora subendo.