Antonella Peresson

 ha frequentato corsi di disegno e tecniche pittoriche sotto la guida di Giovanni Cavazzon, Gina Magini, Sergio Favotto, Tiziano Cautero, Claudio Feruglio, continuando poi da sola un percorso autodidattico. Lavora per diverse iniziative artistiche.

Dal 2006 fa parte del gruppo “FORMAE MENTIS – Artisti in ricerca”. La collaborazione con il Circolo Culturale Danza y Vida di Udine ha segnato il passaggio verso una pittura che approfondisce aspetti più interiori e psicologici, usando valenze simboliche di forte impatto visivo.

Fino all’età di trent’anni la Peresson si è dedicata alla pittura affinando con calma la sua attuale cifra espressiva, il suo lungo lavoro di composizione e scomposizione degli oggetti ritratti e il profondo studio della materia l’hanno portata alla ricerca di quella unione tra la figurazione e la propria interiorità creando così quel raccordo e dialogo che va al di fuori delle parole e si dirige verso un’altra dimensione, si dipana così un mondo che va al oltre l’oggettività della vita e dell’esperienza terrena.

Le correnti artistiche care ad Antonella e gli autori più amati sono: il cubismo, Guttuso, Afro Basaldella, la commozione di Mušič e l’impulso di Vedova. Attraverso l’arte la Peresson risponde ad una sua urgenza interiore e trova in essa il mezzo più adatto per esprimere la pochezza del mondo attuale, attraverso essa l’autrice dialoga liberamente e dà sfogo alla sua parola altrimenti inespressa. L’arte per suo verso ridona e ricompensa Antonella affinché essa stessa superi quel senso di solitudine esistenziale nota assodata della nostra contemporaneità. La scelta dei colori dell’autrice si riversa negli acrilici, smalti stesi liberamente a spatola e pennello su fondi adeguatamente preparati e ricercati nell’ambito edile o acrilico. La tavolozza si tinge di colori caldi o freddi e risponde ad un attento studio del tono su tono.

Le opere della Peresson si caricano fortemente di energia grazie al “pluripassaggio” del colore sul supporto che rende ancor più materico il suo operato. I temi trattati sono: natura e figura umana e tutto un ciclo dedicato all’arte informale che è il più attuale e raccoglie le ceneri dell’esperienza del lavoro sperimentale fatto fin ora.

La natura nelle sue varie stagionalità con colori perlopiù legati alle terre del sud, natura intaccata dall’uomo, pura, pulita concepita come un paradiso di serenità gioia ed armonia e dalla natura si parte e si evince una metafora degli stati d’animo dell’artista. La sfera dell’Io si confonde così con quella della realtà naturale dove le cose acquistano una visione antropomorfizzata e si caricano di significati umani come metafora del bisogno di liberazione della maschera che si indossa.

L’inserimento di figure umane velate e avvolte nella natura, come un tutt’uno con essa in una sorta di compenetrazione e travaso tra natura e corpo umano, portano il messaggio principale dell’opera della Peresson che enuncia la nostra profonda appartenenza all’universo. I corpi, perlopiù femminili e raffigurati in posizione di spalle sono il frutto di un’attenta analisi del vissuto di ogni persona, difatti le figure sono ricomposte dopo essere state attentamente tagliate a rimarcare ancora una volta la storia personale dell’individuo, il suo vissuto dunque: fatiche, dolori, gioie, crescita personale e tutto il bagaglio delle esperienze personali e relazionali. Ogni esercizio di segmentazione ripropone una regressione, cioè un ritorno a fasi arcaiche dell’evoluzione dello schema corporeo.

La scomposizione e la ricomposizione continua dell’immagine corporea favoriscono un aggiustamento dell’auto immagine psichica e vanno ad elargire ordine e armonia alla visione globale della vita. Cosicché i messaggi dell’opera della Peresson sono di serenità, consapevolezza di far parte di questo universo e dunque l’invito a non sentirsi più soli, rispetto sia nei confronti della natura che verso il genere umano. L’artista invita a raccogliere la coscienza del ruolo importante che ognuno di noi ha nel mondo. Celebrando la Bellezza, come ispiratrice di sentimenti gentili.

L’autrice offre il suo messaggio non più misterioso, una volta spiegato e decriptato, affascinante nella sua interezza e invita tutti noi ad incamminarci verso il cuore della natura per attingerne l’essenza segreta. L’ultimo percorso artistico di Antonella depura i fondi dalla figura umana e si veste di una nuova gestualità informale matura, equilibrata e carica di un’energia vitale personale che in qualche modo doveva essere direzionata; ancora una volta l’arte le offre il miglior mezzo per poter esprimere il suo Io, per dare un libero sfogo ad una urgenza interiore che conosce come massima esplosione l’uso esperto di spatole e pennelli.

Le cromie sono bilanciate tra loro e ogni elaborato gode di perfette consonanze ed equilibri. I colori ricordano molto spesso Mirko Basaldella, con il quale Antonella non ha mai tagliato il cordone ombelicale, forse in lui risiede anche il personale legame di Antonella con la sua terra, anche se lei è parte del Tutto, è elemento essa stessa di un “sistema mondo” senza confini. 









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