Due settimane fa abbiamo evidenziato che il 64% del prezzo della benzina è costituito da tasse e che i prezzi, in Italia, sono tra i elevati al mondo. Oggi inizieremo ad interrogarsi sul perché è fondamentale individuare in anticipo quando uscire da un investimento in perdita, mentre seguirà una seconda parte più tecnica.
Secondo il mio modesto parere, soprattutto per un privato, è molto più difficile gestire la chiusura di una posizione che la relativa apertura, soprattutto se parliamo una situazione in perdita.
Perdite: istituzionale vs cliente privato
In effetti, un cliente istituzionale dispone di un’elevata disponibilità, ha molto tempo dalla sua parte, può eventualmente immobilizzare una perdita e, soprattutto, riesce a contenere i rischi tramite un’adeguata diversificazione del portafoglio dove una singola posizione rappresenta mediamente tra il 2% al 4% circa del totale. Pertanto, la chiusura di una posizione in perdita, o l’azzeramento della stessa, non costituisce quasi mai un problema rilevante.
Invece, un privato non ha questi vantaggi. Generalmente dispone di qualche migliaia di euro, il suo portafoglio contiene obbligatoriamente pochi titoli e non può essere adeguatamente diversificato e, spesso, deve fare i conti con delle necessità di liquidità immediata che implicano la chiusura “forzata o anticipata” di qualche posizione. Pertanto, a maggiore ragione, la gestione di una posizione in perdita è fondamentale per noi comuni mortali.
Un controsenso.
Quando andiamo in ferie tendiamo a pianificare quanto più possibile per assicurarsi della buona riuscita dell’esperienza: l’individuazione della data di inizio della vacanza, la scelta del luogo di villeggiatura, l’acquisto dell’eventuale biglietto o la pianificazione del percorso, la prenotazione dell’hotel, le cose da fare ed i luoghi da visitare, nonché la data del rientro. Lo facciamo più o meno tutti in modo automatico. E ci piace pure…
Quando investiamo, nella maggiore parte dei casi, scegliamo soltanto il luogo, ossia lo strumento sul quale intervenire e basta. Non ci facciamo neanche lontanamente un’idea del “viaggio” che faremo insieme al nostro investimento, mentre questo è la cosa più importante. E’ necessario prepararsi prima di effettuare un investimento con la stessa premura di quando si va in ferie. Diversamente ci sono i giochi della sorte.
Farsi trovare sempre pronti
Pertanto, prima di effettuare un investimento occorre fissare, per lo meno, la somma da destinare, la perdita massima accettabile e farsi un’idea del potenziale guadagno che verrà confrontato con la perdita massima accettabile. Non è sensato effettuare un investimento dove spero di guadagnare 1, mentre sono disposto a perdere 5. Caso mai, sono disposto a sacrificare 1 perché il mio utile potenziale è di 4 o 5. Allo stesso modo, non posso investire se non ho un’idea del possibile ritorno o se non prendo in considerazione i casi negativi di una scelta sbagliata.
Se fosse facile investire, con successo, lo farebbero tutti. Non è impossibile, ma è come nello sport; occorre volontà, costanza e poche regole ferree. Diversamente non funziona, se non occasionalmente.
Una questione di istinto di sopravvivenza
Di conseguenza, decisa la perdita massima tollerabile, quindi che non ci posta nulla, è assolutamente necessario chiudere l’operazione una volta raggiunta per poter preservare il capitale investito ed aver la facoltà di effettuare, eventualmente, nuovi tentativi. Ricordiamoci che la singola posizione di un privato può arrivare dal 20% al 100% del proprio portafoglio con un effetto potenzialmente devastante in caso di perdita sostenuta. In certi casi, una sola perdita può praticamente azzerare la possibilità di ritornare sul mercato.
Non occorre sottovalutare l’effetto psicologico di perdite importanti, mentre una perdita contenuta, generalmente, non influisce più di tanto e viene percepita come una lezione da imparare per migliorare; praticamente fa scuola. Una perdita importante può mettere a rischio anche il matrimonio. Molte copie si dividono per problemi di denaro ed un investimento azzardare su buona parte dei risparmi di una famiglia può costituire un ottimo motivo di litigio.
Vi racconto un breve aneddoto.
Siamo nella seconda metà del 2000, l’indice azionario ha appena effettuato una serie di massimi storici spinto della speculazione incontrollata e ingiustificata sulle Dot-com (titoli di internet). All’epoca ero nell’ufficio studi di un settimanale nazionale e mi arrivano in modo continuativo delle telefonate di persone sconosciute e disperate in cerca di consigli dopo aver perso generalmente tra il 50% e l’80% dell’intero portafoglio azionario. La cosa assurda è che non potevamo dare consigli telefonici… È un caso estremo, ma questo per fare capire la disperazione di chi investe senza criterio e senza un piano “di viaggio” prestabilito quando si trova faccia faccia con la dura realtà. Non cadete in questa casistica. Bisogno pensarci a mente fredda e prima dell’investimento.
Ricordate sempre che la facilità di accesso all’operatività sui mercati nasconde la loro effettiva rischiosità e le possibili conseguenze. Ho già detto praticamente la stessa cosa nel precedente articolo sulla leva finanziaria.
Parte nascosta del trading
In ultimo, una parte sempre crescente del trading viene effettuato in modo automatico tramite robot e programmi di scalping. Una ragione in più per prepararsi adeguatamente prima del viaggio.
Oggi abbiamo visto che è importante prepararsi alla gestione di una possibile perdita prima ancora di effettuare un qualsiasi investimento. La prossima volta porterò un caso pratico e significativo.
Giovanni Maiani
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