La sindaca di Roma, Virginia Raggi, si è espressa: la città capitolina non sarà il teatro delle Olimpiadi del 2024. Una scelta giunta a conclusione di un lungo dibattito pubblico in cui, sul fronte del sì e sul fronte del no, si sono spesi nomi illustri e argomentazioni di tutti i tipi. Sembra che l’amministrazione romana abbia scelto di rinunciare alla possibilità di organizzare i Giochi Olimpici perché il rischio di infiltrazioni, speculazioni, affari per le lobby e sacrifici per i cittadini è troppo alto.
Questa motivazione non può che lasciarmi sconcertato.
In primo luogo, sembra dare per assodato che organizzare qualcosa in Italia in maniera pulita sia impossibile. Nessuno vuole sostenere, né sarebbe questa la sede adatta, che tutto vada bene e non ci sia nessuno problema, al contrario. Tuttavia, come si potrebbe invertire la rotta se nemmeno una gestione a Cinque Stelle – quindi nuova, almeno sulla carta – se la sente di prendersi questo rischio? Negarsi un’opportunità non è innescare un cambiamento, ma una rinuncia passiva alla rivoluzione dello status quo.
In secondo luogo, in Italia sono state molte le grandi manifestazioni realizzate con successo. Basti pensare alle Olimpiadi invernali di Torino 2006 o all’Expo dello scorso anno. Si è trattato di grandi vetrine, fonte di orgoglio per gli Italiani e origine di grande lustro nazionale. Da questi grandi eventi ne è derivato un sostanzioso incentivo, tra le altre cose, anche al turismo. La candidatura romana sarebbe stata uno stimolo a mostrare il meglio di sé, sconfiggendo i pregiudizi e confermando un trend positivo che fa dell’Italia la Patria del buon vivere, del buon vino e della bellezza culturale e architettonica.
Le Olimpiadi in casa, in terzo luogo, avrebbero rappresentato un forte incentivo alla promozione dello sport pulito. Il valore dei Giochi è anche questo: la compe- tizione sana al massimo livello senza lasciare da parte nessuno. Durante le cerimonie di apertura, abbiamo tutti notato la lunga sfilata con tutte le delegazioni. A nessuno sarà sfuggito che sono scivolate una dietro l’altra Nazioni potenti e famose e Paesi minuscoli, beneficiati di lustro e visibilità soltanto alle Olimpiadi.
I Giochi Olimpici possono essere sicuramente espressione di una lotta per il potere geopolitico. Rappresentano grandi eventi a rischio di infiltrazioni criminali, speculazioni e occasioni di conflitti pacifici, ma non meno duri, tra Paesi differenti, grandi investimenti, grandi rischi. Il loro valore è, tuttavia, molto più alto. L’Olimpiade è entusiasmo, competizione sana, solidarietà. Valori che, nella società contemporanea, tendono a perdersi e che, al contrario, dovrebbero essere incentivati e promossi.