“Uno scatto raffigurerebbe il kaos del centro storico di Napoli, luogo in cui vi è anche il silenzio”, questa è la foto scelta da Salvino Campos per rappresentare la sua carriera di artista/fotografo brasiliano.
Salvino Campos nasce in Brasile nel 1970 a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais, dove inizia l’attività professionale nel 1992, anno in cui si trasferisce a Porto Alegre e dove, nel 1995, espone per la prima volta. Nello stesso anno si trasferisce a Brasilia. Lavora come assistente nel campo della pubblicità e della moda maturando e acquisendo la possibilità di sperimentare e adottare particolari modalità di lavoro, quali lo studio della luce e l’utilizzo dei grandi formati. A New York studia presso l’ICP ( centro internazionale della fotografia). Dal 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa la sua città di adozione e lo spartiacque della sua carriera artistica. Oggi, vive e lavora fra Napoli e Rio de Janeiro.
Si intitola “Redemption” la sua ultima esposizione, curata da Mario Franco e Maurizio Siniscalco e, organizzata da ArteAs – AssociazioneCulturale in collaborazione con IDEA – Istituto Centrale per la Demoetnoantrolopologia / MAT -Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Si tratta di un viaggio attraverso le immagini di 31 fotografie in bianco e nero che sarà inaugurato domenica 3 luglio 2016, ore 17, presso il MAT.
L’artista Salvino Campos si racconta a “Take a picture!”
Da dove nasce la passione per la fotografia?
Premetto che provengo da una famiglia molto umile. A quindici anni sono andato via di casa. Sono andato a vivere a Belo Horizonte per poi andare a Brasilia dove un mio amico mi regalò una macchina fotografica che aveva ereditato dal nonno. Ho capito subito che era quello che volevo fare da grande e non si trattava della fotografia per i giornali, ma foto da attaccare sulle pareti che riguardassero il sociale e che mi hanno riportato alle origini…
Le Sue prime foto se le ricorda?
Le prime sono stato autoritratti. Mi piaceva molto la luce, misi anche delle lampadine sul comodino per vedere il contrasto luce-ombra.
Nelle foto traspare molto il rapporto con che ha con il suo paese…
Premetto che non mi piacciono le fotografie costruite e che mi piace molto lavorare sulle mie radici. Non ritraggo, però, nelle foto solo il Brasile, ma anche Napoli, ad esempio i quartieri spagnoli…
Predilige il “bianco e nero” o la foto a colori?
La foto bella lo è sia in bianco e nero che a colori! Io, tra l’altro, lavoro ancora con la pellicola!
La fotografia che ha nel cuore?
Quella che ancora non ho fatto!