Percorsi di cittadinanza attiva

Federica Cabas, pedagogista e responsabile del progetto “Percorsi di cittadinanza attiva: un’esperienza per rafforzare consapevolezza dei propri diritti” per @uxilia Onlus

“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo, nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore (…)

non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo, nella sua caduta, suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio (…)”

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Ripercorrendo le diverse fasi del progetto “Percorsi di cittadinanza attiva: un’esperienza per rafforzare la consapevolezza dei propri diritti” condotto nei mesi scorsi (ottobre 2014 – marzo 2015) e analizzando i feedback ricevuti, posso certamente affermare che gli alunni coinvolti hanno maturato riflessioni ed espresso pensieri che hanno prodotto, parafrasando Rodari, “…onde di superficie e di profondità… coinvolgendo… suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio…”.

Tante immagini, frasi, letture, disegni, colori hanno caratterizzato i diversi incontri, sintetizzabili con alcune parole chiave: cittadinanza, nome, diritti, incontrarsi, confrontarsi, spontaneità, infanzia, gruppo, cooperazione, ascolto, condivisione… Potrei sicuramente indicane altre, ma ritengo che il termine incontro” racchiuda in sé tutto il significato e l’intensità di questo percorso educativo.

Il progetto ha coinvolto circa 160 alunni e si è svolto presso i seguenti Istituti Comprensivi:

Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” – San Canzian d’Isonzo (GO): scuola secondaria di primo grado di Pieris (laboratorio cittadinanza attiva formato da alunni delle classi 1^, 2^ e 3^);

Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”- San Canzian d’Isonzo (GO): scuola primaria di Pieris (classi 5^A e 5^B);

Istituto Comprensivo “Via Roma” di Romans d’Isonzo (GO): scuola secondaria di primo grado di Mariano del Friuli (classi 1^D e 1^E);

Istituto Comprensivo “Leonardo Da Vinci” di Ronchi dei Legionari (GO): scuola primaria “Feltre” (classi 4^B e 4^C);

Istituto Comprensivo Statale di Martignacco (UD): scuola secondaria di primo grado (classe 1^B).

Attraverso l’incontro e le esperienze laboratoriali, i diversi gruppi classe si sono soffermati a riflettere sul diritto al nome e alla cittadinanza (art. 7 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), guidati anche dai seguenti articoli della Convenzione stessa:

art. 12 “Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa (…)”;

art 13 “Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione (…)”;

art 29 “Gli Stati parti convengono che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità: a) favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità; b) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite (…)”

Gli alunni hanno avuto la possibilità di esercitare il loro diritto alla libertà di espressione, priva di ogni giudizio e valutazione. Come afferma L., 11 anni, “Il progetto di @uxilia mi è piaciuto perché potevamo lavorare in gruppo, esprimerci liberamente, senza l’ansia di ricevere il voto o un giudizio dei prof.”

Gli articoli della Convenzione sopraccitati riportano alcuni dei diritti che gli Stati membri hanno riconosciuto come fondamentali. Si sono, pertanto, impegnati a difenderli e a farli rispettare alle famiglie e a tutte le agenzie educative che si occupano di infanzia.

I percorsi di cittadinanza attiva permettono di promuovere nei bambini e nei ragazzi la libertà di pensiero e la libera espressione del sé, con attenzione verso l’altro, favorendo il ben-essere all’interno delle scuole e dei singoli gruppi classe.

I laboratori esperienziali realizzati prevedevano vari step, tra i quali l’osservazione in itinere del gruppo e delle sue dinamiche, al fine di coglierne le peculiarità. Gli stimoli proposti hanno facilitato la creazione di uno spazio all’interno del quale i fanciulli si sono sentiti liberi di esprimersi e hanno vissuto il dinamismo gioioso dello stare assieme e del confronto senza pressioni ed imposizioni da parte degli adulti. Una modalità diversa di vivere l’esperienza scolastica, per mettersi in gioco e riflettere sulle criticità relazionali, ascoltare l’altro e condividere le esperienze positive e negative della quotidianità.

“Diritto ad incontrarsi, a condividere, ad esprimere le proprie idee”: la riflessione sui diritti dell’infanzia, in particolare sul diritto al nome e alla cittadinanza, quindi sulla Convenzione che li sancisce, ha caratterizzato i vari incontri. L’analisi dei diversi diritti permette ai bambini di comprendere i reali significati dei concetti di “cittadinanza attiva” e “partecipazione democratica alla vita della comunità.”

I diritti ratificati dalla Convenzione che tutelano lo sviluppo e la crescita del bambino si possono collocare in 4 macro aree:

il diritto ad un ambiente formativo adeguato, che presuppone il diritto ad un’umana relazione d’aiuto e di cura, fondante di ogni processo formativo;

il diritto alla mediazione (dialogica, culturale, didattica);

il diritto al gioco;

il diritto ai linguaggi, alla fruizione culturale e alla comunicazione.

Queste aree racchiudono tutti i diritti e i doveri che gli adulti e i bambini devono rispettare nell’ambiente familiare, a scuola e negli altri contesti formativi-educativi e ludici.

L’estensione del diritto di cittadinanza all’infanzia rappresenta un territorio nel quale il dibattito politico-pedagogico si fa sempre più intenso.

Spesso, si ritiene che il tema della cittadinanza non sia pertinente al bambino. Associare, invece, infanzia e cittadinanza attiva significa articolare e vivere la partecipazione in una triplice prospettiva:

partecipazione ludica ed espressiva, intesa come azione visibile attraverso la quale i bambini e gli adolescenti possono esprimersi nel divertimento della comunicazione interpersonale tra coetanei;

partecipazione decisionale, intesa come azione visibile attraverso la quale i bambini e gli adolescenti possono prendere parte al processo decisionale in modo rilevante per il contesto sociale complessivo, fornendo il proprio contributo;

partecipazione progettuale, intesa come azione visibile attraverso la quale i bambini e gli adolescenti possono formulare progetti dotati di valenza nel contesto sociale.

I percorsi di cittadinanza attiva rispondono anche all’esigenza, molto attuale, della prevenzione dei fenomeni sociali di disgregazione giovanile. La solitudine, l’emotività repressa, la mancanza di dialogo sfociano spesso in situazioni di disagio personale e di gruppo capaci di generare importanti difficoltà comportamentali con caratteristiche di devianza. La riflessione di gruppo, l’analisi delle dinamiche relazionali, la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero prevengono determinate condizioni di malessere, rendendo i fanciulli maggiormente consapevoli delle proprie capacità e delle proprie potenzialità. Tali percorsi si collocano positivamente nella riflessione sulle dinamiche di gruppo nel contesto classe.

Il progetto educativo proposto da @uxilia ha avuto come focus la riflessione sul diritto alla cittadinanza. Dunque, “Chi è un buon cittadino in classe? In famiglia? Nel tempo libero?”, con le conseguenti analisi dei diversi comportamenti assunti quotidianamente dai ragazzi coinvolti. Persegue anche lo sviluppo dei seguenti life skills:

consapevolezza di sé;

gestione delle emozioni;

gestione dello stress;

empatia;

creatività;

senso critico;

assunzione delle decisioni migliori;

problem solving;

efficacia della comunicazione;

efficacia delle relazioni.

Gli obiettivi del progetto si inseriscono in modo significativo nel percorso di crescita di ogni minore, potenziando alcune caratteristiche personali e favorendo la cooperazione nel contesto classe:

favorire comportamenti di cittadinanza attiva e consapevole;

migliorare la conoscenza dei diritti, in particolare del diritto al nome e alla cittadinanza, attraverso l’analisi della Convenzione sui i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e la lettura di “Fiabe giuridiche – come spiegare ai piccoli le cose dei grandi”;

rafforzare l’assunzione di responsabilità connesse alla cittadinanza attiva;

migliorare la capacità di cooperazione e collaborazione attraverso l’accoglienza dell’altro;

facilitare la riflessione sul concetto di diversità favorendo comportamenti solidali attraverso una modalità educativa non formale;

stimolare atteggiamenti di partecipazione democratica basati sull’ascolto reciproco, il dialogo, il confronto e la condivisione;

sviluppare le proprie capacità personali e potenziare la creatività, mettendola a disposizione del gruppo;

favorire l’empatia nel gruppo classe;

sviluppare la capacità di osservazione e favorire la capacità di autocritica e di autovalutazione;

stimolare l’attenzione verso realtà sociali e culturali diverse da quella di appartenenza;

far emergere le emozioni dei ragazzi in relazione ai vissuti di gruppo;

potenziare negli alunni il concetto di solidarietà e apertura verso i problemi dell’infanzia violata.

La realizzazione di questo progetto mi ha dato l’opportunità di incontrare molti docenti e, soprattutto, tanti alunni. Bambini e ragazzi che, con la loro spontaneità, simpatia, voglia di partecipare, esprimersi e condividere, ma anche con la loro noia e, talvolta, scarsa attenzione, hanno dato forma e struttura alle diverse attività. Sono emerse tante situazioni legate alle dinamiche di classe. Molti alunni hanno condiviso anche aspetti della loro quotidianità, hanno espresso sogni e attese per il loro futuro da “buoni cittadini”. Concludo riportando l’affermazione di un’alunna: “Queste riflessioni ci aiutano a diventare cittadini migliori, più attenti agli altri”.

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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